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Alessandro Sallusti

Riflessioni e considerazioni

Giusta la condanna per Sallusti!

Una voce fuori dal coro, ha ragione la Corte di Cassazione
venerdì 12 ottobre 2012 di Pietro Rasulo

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Visto le numerose prese di posizione altamente critiche da parte di molti: giornalisti, politici, politologi ecc. sulla decisione della Corte di Cassazione di confermare la condanna a 14 mesi di carcere per Alessandro Sallusti vorrei spiegare ai nostri lettori perché, a mio parere, la Corte di Cassazione ha ragione.

Illustrerò brevemente l’accaduto, per dare un quadro completo dell’avvenimento. Nel febbraio del 2007 una tredicenne di Torino voleva abortire ed aveva il parere favorevole della madre, non si voleva però far sapere niente al padre e per questo fu chiesto l’intervento del giudice tutelare Giuseppe Cocilovo. Il giudice, dopo una attenta valutazione dei fatti autorizzò l’aborto.

Il giornale Libero, di cui all’epoca Sallusti era direttore, pubblicava un corsivo a firma Dreyfus i cui contenuti irritarono il giudice Cocilovo il quale ritenedosi diffamato fece scattare una querela al direttore del quotidiano Libero Sallusti: per mancato controllo e per diffamazione a mezzo stampa.

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Renato Farina

A distanza di 5 anni scopriamo che Dreyfus è nientemeno che l’onorevole deputato Renato Farina, immagino non ci sia bisogno di dirvi che è del PDL e che la sua nomina a deputato, a suo dire, è stata voluta direttamente da Berlusconi!.

Allegato a questo pezzo potete trovare il file con l’intero articolo io vi riassumerò alcuni brani significativi: sono quelli che, secondo me, hanno portato alla querela da parte del giudice.

L’articolo titolava “Il giudice ordina l’aborto. La legge più forte della vita.”

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Articolo di Dreyfus

Una adolescente di Torino è stata costretta dai genitori a sottomettersi al potere di un ginecologo che, non sappiamo se con una pillola o con qualche attrezzo, le ha estirpato il figlio e l’ha buttato via. Lei proprio non voleva. Si divincolava. Non sapeva rispondere alle lucide deduzioni di padre e madre sul suo futuro di donna rovinata. Lei non sentiva ragioni perché più forte era la ragione del cuore infallibile di una madre. “. Potete notare le espressioni ad effetto usate dal deputato Farina peccato che questa non fosse la realtà.

Poi il pezzo teatrale continua cosi: “I genitori hanno pensato: «È immatura, si guasterà tutta la vita con un impiccio tra i piedi». Hanno deciso che il bene della figlia fosse: aborto.

In elettronica si dice: reset. Cancellare. Ripartíre da zero. Strappare in fretta quel grumo dal ventre della bimba prima che quell’Intruso frignasse, e magari osasse chiamarli, loro tanto giovani, nonna e nonno.” Infine eccovi l’ultima invettiva contro tutti : “Un magistrato allora ha ascoltato le parti in causa e ha applicato il diritto - il diritto! Decretando l’aborto coattivo. Salomone non uccise il bimbo, dinanzi a due che se lo contendevano; scelse la vita, ma dev’ essere roba superata, da antico testamento.” E ancora :” La ragazzina si sentiva mamma……. Era una mamma. Niente. Kaput.

Per ordine di padre, madre, medico e giudice per una volta alleati e concordi. Stato e famiglia uniti nella lotta. Ci sono ferite che esigerebbero una cura che non c’è. Qui ora esagero. Ma prima domani di pentirmi, lo scrivo: se ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice.

Quattro adulti contro due bambini. Uno assassinato, 1’altro (1’altra, in realtà) costretto alla follia. Si dice: nessuno tocchi Caino, ma Caino al confronto aveva le sue ragioni di gelosia. Qui ci si erge a far fuori un piccolino e a straziare una ragazzina in nome della legge e del bene. “

Dunque per questo articolo pubblicato Sallusti è stato condannato in prima udienza ad una multa di 5.000 euro, in appello a 14 mesi di carcere, sentenza confermata poi dalla Cassazione.

La Cassazione però, dopo la sentenza, ha emesso una nota che spiegava la sua decisione:“Emerge dalle sentenze di merito che la notizia pubblicata dal quotidiano diretto dal dottor Sallusti era “falsa” (la giovane non era stata affatto costretta ad abortire, risalendo ciò ad una sua autonoma decisione e l’intervento del giudice si era reso necessario solo perché mancava il consenso del padre. La non corrispondenza al vero della notizia (pubblicata dalla Stampa il 17 febbraio 2007) era già stata accertata e dichiarata lo stesso 17 febbraio 2007 (il giorno prima della pubblicazione degli articoli incriminati sul quotidiano Libero) da quattro dispacci dell’agenzia Ansa , dal Tg3 regionale e dal Radiogiornale. Tant’è che il 18 Febbraio 2007 tutti i principali quotidiani, tranne Libero, ricostruivano la vicenda nei suoi esatti termini.”

Tanto per essere precisi e sentire tutte le campane questa è la verità: nessuna costrizione ma una libera scelta. Ma questo non va giù ai difensori della vita ad ogni costo, a quelli che in varie occasioni hanno cercato di abolire la legge sull’aborto e quindi non perdono nessuna occasione per sottolineare la “ barbarie” che scaturisce da questi comportamenti “laici” delle persone.

Chi siete voi che volete decidere sulla vita o sulla morte che vi è stata concessa da dio? Siete dei senza fede e senza ragione; solo noi cattolici sappiamo cosa è bene per voi.

Sallusti si è subito dimesso affermando che non chiederà misure alternative al carcere né tantomeno la grazia al Presidente della Repubblica.

In conclusione io dico questo: esiste un articolo, il 595 del codice penale, che prevede la condanna ad una pena detentiva che va da 6 mesi a a 3 anni per chi si è reso responsabile di diffamazione a mezzo stampa. I giudici dell’appello e la Cassazione dovevano ignorarlo?

Ora tutti questi che gridano allo scandalo compresi deputati e senatori, invece di perdere tempo in parlamento, perché non hanno abolita questa norma?

Vogliamo poi parlare del personaggio Sallusti? Se provate a documentarvi un po’ scoprirete che questo signore non è nuovo a queste vicende e che varie volte è stato denunciato per diffamazione a mezzo stampa per aver riportato notizie false pur di dimostrare una sua tesi.

Tutti dicono non si può essere condannati per reati di opinione altrimenti il giornalismo muore. Sono perfettamente d’accordo allora il signor Dreyfus poteva dire tutto quello che ha detto senza diffamare giudice, genitori e ginecologo basandosi su una notizia palesemte falsa. Ed il direttore non poteva far passare un articolo del genere senza assumersene la responsabilità.

Tutte queste frasi a vanvera in difesa del direttore : “siamo tutti Sallusti” dovrebbero essere pronunciate per lo meno dopo essersi documentati. Ma ultimamente certa stampa che si è assunta il compito di “educare” ed “orientare”, della realtà e meno ancora della verità se ne infischia altamente.

A questo punto, sarà barbaro, sarà poco civile ma qualche mesetto di carcere a questa gente gliela farei fare volentieri, forse servirebbe a riportarli un po’ sulla terra, visto che la maggior parte dei giornalisti si ritengono dei in terra.

 

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