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LA VIDEOARTE DI BILL VIOLA

ICONS OF LIGHTS
sabato 12 marzo 2022 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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A PALAZZO BONAPARTE DAL 5 MARZO AL 26 GIUGNO 2022

Dopo la lunga chiusura dovuta alla pandemia, il 5 marzo ha riaperto al pubblico Palazzo Bonaparte che inaugura una mostra personale di Videoarte di Bill Viola, vera e propria icona del genere, artista innovativo, moderno che utilizza la tecnologia per raggiungere le nuove generazioni attraverso il risveglio di una nuova sensibilità.

Studente alla Syracuse University negli anni Sessanta, entrò in contatto con il video prodotto per la prima volta in modo elettronico e non meccanico, una tecnologia che permetteva un maggiore controllo sull’immagine e sul suono essendo costruita su un flusso di elettroni anziché da fotogrammi montati uno dietro l’altro, un modo espressivo nuovo che grazie alla malleabilità poteva sconfinare nella scultura e pittura, cinema e musica, performance e azione. Giunto in Italia quando aveva 23 anni a Firenze, iniziò a lavorare in uno dei primi studi di produzione di videoarte in Europa art/tapes/22.

Le sue opere , già dal 1975 anno in cui creò Il Vapore per lo spazio Zona di Firenze, sono state esposte in molti musei e città italiane, ricordiamo “Visioni interiori” al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2008, “Reflections” a Villa Pansa – Varese, ma anche partecipazioni alla Biennale di Venezia rappresentando gli Stati Uniti nel 1995 e nel 2007. Sarà dalla fine degli anni 80 che i suoi lavori cambieranno poetica acquistando una modalità di lavoro più cinematografica che gli renderà una maggiore popolarità.

Curata da Kira Perov, moglie dell’artista statunitense, l’esposizione raccoglie dieci lavori di Bill Viola (The Reclecting Pool; Ancestor; Study for the Path; Observance; Unspoken (Silver&Gold); The Greetings; Ascension; Three Women; Water Portraits Serie; Martyrs Series, tra cui i capolavori quali Ascensione (2000), e i Water Portrait (2015) permette di immergersi nell’arte concettuale dell’artista che realizza da oltre quarant’anni opere che affrontano la dicotomia vita-morte e i contrasti tra le culture di oriente-occidente sul tema.

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Martyrs water

Sintesi dell’opera di Viola e vero e proprio percorso attraverso le più famose videoproiezioni e videoinstallazioni che possono essere definiti veri e propri viaggi intimi e spirituali dell’artista attraverso il mezzo elettronico, per il pubblico rappresenta un percorso emozionale e sensoriale di immersione nell’opera d’arte, vivendola come un’esperienza sacra, mistica e collettiva. L’arte diventa dunque non solo valore culturale, ma mezzo con il quale si possono costruire e veicolare emozioni positive, soprattutto per le nuove generazioni.

Le sue opere, come ha sottolineato Valentino Catricalà, autore del saggio in catalogo, rappresentano domande non risposte, ricerca e significato di senso nel mondo, esperienze del tempo rallentato che possa spiegare il significato più nascosto della vita.

Come un’alchimista moderno, mescola elementi di acqua e fuoco, utilizzando come ispirazione e corredo delle sue opere i testi di Chuang-Tzu: “La nascita non è un inizio, la morte non è la fine”.

Nelle sue opere il riflesso in un pozzo d’acqua, il corpo sospeso come il tempo sospeso sono immagini che mostrano non solo la caducità della vita ma l’accettazione della morte, della sofferenza ma anche la possibilità di trovare una convergenza di emozioni attraverso la condivisione.

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Observancekpcc

“L’arte è per me il risveglio dell’anima” afferma Bill Viola ed è davvero un percorso da fare con lentezza, meditandolo, fermandosi entrando nel processo emotivo, osservando con spirito calmo in un tempo che scorre lento e permette di essere richiamati dentro l’opera che è uno specchio del sé, della coscienza.

Il visitatore è spinto ad interiorizzare, a concedersi il tempo di riflettere sulla propria vita, ad intraprendere un viaggio interiore favorito dall’oscurità che avvolge le sale, dalle immagini mediate e rallentate che costringono ad entrare in un mondo alternativo, parallelo a quello usuale, lasciato all’ingresso quasi a far risuonare le parole citate da Bill Viola del mistico sufi Ibn Al’ Arabi che, 800 anni fa, scriveva: “Il sé è un oceano senza una riva. Guardarlo non ha inizio né fine, in questo mondo e nel prossimo”.

 

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