INFORMAZIONE
CULTURALE
Marzo 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7647
Articoli visitati
5086788
Connessi 16

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
27 marzo 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

COVID E ABBRACCI NEGATI

Pensieri ,pensieri, pensieri
domenica 16 gennaio 2022 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Opinioni, riflessioni


Segnala l'articolo ad un amico

I pensieri scorrono veloci nella mente e sembrano rincorrersi in un percorso inarrestabile, come se uno ne richiamasse un altro e un altro ancora, in una sorta di “stream of Consciousness” alla James Joice. Soli, richiusi in casa, benché vaccinati con 3 dosi, per la nuova ondata di Covid che sembra moltiplicarsi con le varianti, privati di tanti contatti umani siamo costretti a pensare e riflettere sulla nostra vita, sugli eventi storici che l’hanno inevitabilmente segnata, su gioie, dolori e quant’altro.

Ci mancano le calorose strette di mano, le carezze, i baci e gli abbracci, in particolare quelli di figli e nipoti, non ci bastano le “gomitate” e i “ciao-ciao” con le manine: siamo esseri umani e per noi il contatto fisico è davvero di fondamentale importanza. Vengono in mente versi di poeti, canzoni, immagini di celebri dipinti e sculture e aforismi che inneggiano a carezze baci, abbracci, espressione di amore di ogni genere e tipo. ”Nel tuo abbraccio io abbraccio ciò che esiste/l’arena, il tempo, l’albero della pioggia/e tutto vive perché io viva”, recitano i versi di P. Neruda.

A partire dalla sua etimologia, il termine “abbraccio” (derivato di braccio, dal greco βραχίων e poi dal latino brachium), in effetti significa cingere con le braccia, un gesto che secondo esperti psicologi non solo ci fa ritornare alla nostra infanzia, a sensazioni di protezione e amore genitoriali, ma che ci dona anche benessere psicofisico, poiché durante un abbraccio l’organismo produce maggiori endorfine capaci di offrire grande sensazione di benessere La nota psicoterapeuta americana Virginia Satir afferma: “Ci servono quattro abbracci al giorno per sopravvivere. Otto abbracci per mantenerci in salute. Dodici abbracci per crescere”. Già la comunicazione di tipo virtuale, tra social e whatsApp e quant’altro, aveva ridotto i veri contatti umani, ci mancava solo il Covid! Dobbiamo comunque riconoscere che noi italiani ci siamo mostrati responsabili nell’accorrere numerosi a vaccinarci: comportamento lodato perfino dall’Economist, giornale non sempre gentile verso l’Italia. Esiguo per fortuna il numero dei NoVax in Italia, anche se compatto e rumoroso per le manifestazioni non certo pacifiche. Pur rispettando democrazia e libere scelte, non si comprendono le loro motivazioni di fronte a preservazione e rispetto del Bene comune.

Insomma finché non arriveranno vaccini capaci di assicurare una più duratura protezione, tutti dovremo stare più attenti e rispettare le misure anti-Covid. Ci chiediamo, inoltre, quante varianti dovremo affrontare e quante dosi di vaccino dovremo fare ancora? E quante varianti arriveranno dai paesi poveri se i brevetti non verranno liberalizzati e i vaccini non saranno loro forniti. I virus non conoscono barriere, soprattutto in un mondo globalizzato.

Non possiamo fare a meno di costatare che Covid sta eliminando non solo i vecchi, ma anche i cosiddetti “fragili” di tutte le età, bambini inclusi che ora dovranno vaccinarsi. Ci viene in mente il Monte Taigeto che un tempo veniva citato sui libri di storia per mettere in rilievo la dura cultura militaresca dell’antica Sparta. Secondo Plutarco a Sparta i neonati storpi venivano abbandonati sul suddetto monte o addirittura buttati giù da una sua scoscesa rupe. E anche se recenti indagini hanno rivelato la sola presenza di scheletri di adulti puniti forse per gravi motivi, alcuni affermano che non ci sono prove che smentiscano gli infanticidi, poiché feroci animali carnivori potrebbero aver cancellato ogni traccia di tale barbara usanza.

In una società egoistica, globalizzata e disumanizzata che punta ai profitti, in fondo il Covid ha reso un gran servigio agli avidi sfruttatori, liberandoli da improduttivi “pesi morti”, abbandonati in case di cura e ospizi e non considerati più esseri umani. Pertanto ci chiediamo ancora una volta dove ci stia conducendo l’attuale distruttiva civiltà globalizzata e supertecnologica, tutta protesa verso interessi economici e geopolitici, senza rispetto di diritti umani e incurante di inquinamento(causa di gravi malattie, pandemia inclusa) e di disastri climatici che sempre più coinvolgono la terra in modo drammatico.

Inquietanti anche le reciproche accuse che Cina e Usa si sono scambiate circa l’ipotesi di un virus sfuggito ad un laboratorio scientifico. Insomma non bastano i virus già esistenti, bisogna anche crearne di nuovi in laboratorio?! Senza dubbio l’umanità è giunta ad un’ importante svolta, segnata da progressi tecnologici e scientifici che ci coinvolgono ad un ritmo vertiginoso, lasciandoci stupefatti e spesso frastornati, pieni di dubbi e di interrogativi per il futuro: è il momento delle grandi “scelte etiche” che devono essere fatte con senso di responsabilità. Manipolazioni genetiche, OGM, potere nucleare, fisica quantistica e quant’altro, richiedono regolamentazioni e controlli a livello internazionale, nel rispetto di fondamentali libertà dell’uomo, diritti umani e civili, beni comuni.

Ci auguriamo pertanto che i progressi di scienza e tecnica siano messi al servizio dell’Umanità, soprattutto in questo drammatico periodo storico, segnato da una devastante pandemia. E pertanto continuiamo a sperare in un futuro migliore in cui potremo finalmente riabbracciarci.

Giovanna D’Arbitrio