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CARA LUCIA, TI SCRIVO

Lettera ad una sorella indimenticabile
venerdì 17 aprile 2020 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Cara sorella, come dimenticarti? Impossibile! Oggi 17 aprile 2020 il dolore per la tua perdita si rinnova come ogni anno, pur sapendo che ormai sei in cielo come un angelo tra gli angeli.

Era il 17 Aprile 2005 quando ci lasciasti, rapita da un mortale cancro contro il quale lottasti con tutte le tue forze per guadagnare un po’ di tempo in più per rimanere accanto a tuo figlio Matteo e a tuo marito, Cesare. Solo qualche mese in più, qualche settimana in più, qualche giorno in più… E intanto pianificavi la tua dipartita, cercando l’amorevole ex babysitter di tuo figlio in modo che potesse sostituirti e che portasse avanti la casa e la famiglia al posto tuo, che cucinasse e facesse la spesa … Ma come sostituire una madre come te, una moglie come te, intelligente, colta e impegnata in mille battaglie spirituali, sociali e politiche? Impossibile! Pensasti perfino ad evitare fino all’ultimo momento un dolore a nostra madre, nascondendo la malattia fino alla fine, finché avesti un filo di voce per telefonare e dirle che tu stavi bene. Poi mi raccomandasti di preparala gradualmente al tuo trapasso, alcuni giorni prima di lasciarci. Presi un aereo, corsi a Genova: ti volevo veder viva e cosciente, almeno per un’ultima volta, prima che ti addormentassero per evitarti una sofferenza fisica indicibile. Tornai a Napoli per assistere nostra madre che quando seppe che eri volata in cielo disse: “Non posso accettare che Lucia, la più piccola delle mie figlie, se ne sia andata prima dime. Giovanna, per sopravvivere devo immaginare che sia ancora là, a Genova, con marito e figlio, viva per me, viva…”. E in effetti per noi sei sempre viva nei ricordi. E così è per tutti coloro che difendesti, per le tue lotte a favore di libertà di ricerca spirituale, per una politica ancorata ad etica e spiritualità, per diritti umani e civili e i beni comuni. E venne il giorno in cui per rispettare la tua volontà fummo tutti riuniti per ricordarti, “senza tristezza” qualche settimana dopo la tua dipartita, all’Hotel Portofino Vetta. Ecco come ti descrive un tuo amico in un articolo, ricordando quell’incontro: -Era “specialista in cause impossibili”, l’ha definita affettuosamente il giurista Guido Alpa, ammettendo tuttavia che i diritti della terra e degli animali, da lei propugnati in anteprima, ora stanno diventando realtà; mentre Luigi Manconi ha tenuto a ricordare che fu lei l’ispiratrice costante, esigente, della proposta parlamentare per riconoscere i gruppi di ricerca inter-religiosi, fino a ieri ignorati dalla legge, quasi clandestini. Ma Lucia non faceva solo politica, nel senso più alto del termine; sapeva anche spendersi di persona. Giorgio Moroni ha citato un caso: quando per liberare un cliente di suo marito (l’avvocato Cesare Manzitti) dalle accuse di una falsa testimone fuggita poi in Australia, non esitò a prendere l’aereo e andare a scovarla dove si era rifugiata, portarla davanti al console italiano e farle dire finalmente la verità.. Decine di testimonianze, voci spontanee e musiche a lei care, hanno dato vita a un ricordo commosso e vibrante di Lucia, pochi giorni dopo la sua scomparsa. Quella di sabato 23 aprile, nella sala convegni di Portofino Vetta, è stata una commemorazione laica d’intensa spiritualità. E non solo perché a parlare di lei, c’erano quanti, compreso un sacerdote, l’affiancavano nel suo lungo cammino in cerca di verità, o quanti le erano vicini nella quotidianità degli affetti; e neanche perché il programma eseguito da alcuni giovani musicisti si è concluso col brano tenerissimo composto da Matteo in memoria di Lucia, sua mamma. Nell’aria si sentivano soprattutto le parole che aveva lasciato per i presenti: “Non prendete un’aria solenne o triste… pregate, sorridete, pensate a me”. Così è stato-. (Camillo Arcuri)”.

Ed ecco un video su quell’incontro: https://www.youtube.com/watch?v=J5N...

Ciao, cara sorella, per chi crede in Dio e nell’esistenza dell’anima come noi, è solo un arrivederci. Un abbraccio. Tua Gio’Gio’. Giovanna D’Arbitrio

 

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