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ECONOMIA REALE O VIRTUALE?

Breve excursus storico dal 1944 ad oggi
lunedì 16 luglio 2018 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Economia e Finanza
Argomenti: Storia


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Gli italiani onesti, si sa, sono un popolo di risparmiatori e si tramandano di padre in figlio questa caratteristica che li contraddistingue. Grande è stata pertanto in questi ultimi tempi la loro apprensione per Spread e borse altalenanti che minacciavano di mandare in fumo sacrifici di intere generazioni.

Ricordiamo bene come nel dopoguerra nonni e genitori “spaccassero il centesimo” pur di non fare sprechi e costruire qualcosa per il futuro dei loro figli con la speranza che non patissero le difficoltà da loro sperimentate! Almeno loro si sentivano abbastanza sicuri nell’affidare i loro risparmi a qualche banca oppure nell’acquistare una casa con l’aiuto di un mutuo.

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Dittature, di Antonella Randazzo

Ci chiediamo allora come mai si sia giunti al predominio della finanza sulla politica, sempre più condizionata, in totale confusione tra economia reale e virtuale, in particolare dopo il terribile “lunedì nero” del 2008 che travolse come una valanga le Borse del pianeta in una crisi paragonata per gravità al crollo di Wall Street nel 1929. Da più parti ora s’invoca la necessità di introdurre regole e principi etici nei selvaggi, incontrollabili meccanismi finanziari.

Antonella Randazzo, autrice del libro “Dittature: la storia occulta”, afferma che “oggi le banche hanno lo scopo di saccheggiare i paesi fornendo banconote, con su scritto pagabile a vista al portatore, le quali in realtà non hanno alcun valore ma producono debito”. La stessa teoria è stata sostenuta anche dal magistrato, Carlo Palermo, nei suoi libri sul “Quarto Livello”, nonché da Naomi Klein in “the Shock Doctrine” e dal premio Nobel per l’economia Joseph Stigliz in “Globalization and its discontents” e da altri personaggi più attenti ed informati in questo campo.

Con approfondite indagini, essi hanno evidenziato le connivenze tra un corrotto potere politico-economico e mafie globalizzate: traffici illeciti di droga ed armi, riciclaggio del danaro sporco, supporto a compiacenti dittature o ad economia di guerra, crisi economiche create ad hoc per generare insicurezza e sgomento, insomma un insieme di strategie che consentono ad una élite mondiale di gruppi molto potenti di imporre le loro regole in tutto il mondo. Al servizio di queste potenti lobby, ecco sempre pronti politici, economisti, banchieri e finanzieri senza scrupoli, abili fantasisti che, con la loro bacchetta magica, fanno ora scomparire ora riapparire il danaro in modo che molti ci perdano e pochi ci guadagnino!

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Il quarto livello, di Carlo Palermo

Come siamo giunti al danaro “virtuale”, a questo sistema finanziario in cui non esistono regole se non quelle dettate da speculazioni e profitti? Molti libri ne parlano ampiamente, riesaminando alcune tappe di un percorso storico che ha gradualmente condotto il mondo a subire lo strapotere dell’economia. Partiamo, quindi, dal 1944, quando La Conferenza Finanziaria Internazionale di Bretton Woods, nel New Hampshire, USA, stabilì che il dollaro doveva essere messo al centro del sistema finanziario e ne fissò il prezzo, allora ancora convertibile in oro, a 35 dollari l’oncia.

Dopo la II guerra mondiale molti paesi erano in difficoltà e così gli USA poterono accumulare una notevole quantità d’oro, ma nel 1971, tuttavia, per far fronte al grave deficit causato della disastrosa guerra in Vietnam, decisero di abolire “la convertibilità del dollaro in oro”, aprendo la strada a dinamiche incontrollabili, mascherate dalla retorica del libero mercato.

Il potere delle banche cominciò a crescere, poiché il nuovo sistema americano rendeva difficile il controllo dei cambi, divenuti fluttuanti e quindi aumentò la possibilità di speculazioni di ogni genere. Il sistema di mettere in circolazione banconote, sganciate da qualsiasi parametro reale, favorì il sorgere di una finanza selvaggia all’interno della quale tutto può diventare lecito e non controllabile.

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Globalization and its discontent, di Joseph Stiglitz

L’economia così si è trasformata in un sistema assurdo ed irreale, basato su prestiti di danaro virtuale, ma sulla creazione di debiti reali: alle banche conviene far indebitare sia gli Stati che i singoli cittadini. L’iter è sempre lo stesso: prima indebolisci, poi costringi ad indebitarsi, infine rilevi beni reali e fai profitti.

Fusioni di grossi gruppi hanno concentrato un enorme potere economico e finanziario nelle mani di una élite globale che ha ormai la capacità di sovrastare i poteri statali e di imporre politiche favorevoli solo ai propri interessi.

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The Shock Doctrine, di Naomi Klein

Nell’amara vicenda degli allettanti mutui subprime a tasso variabile, “il sogno americano” di acquistare una casa si trasformò in un incubo, quando il costo del danaro subì un forte rincaro e le famiglie non furono più in grado di pagare le rate, perdendo in tal modo non solo la casa, ma anche altri beni. La crisi è diventata più grave perché le banche avevano “trasferito ad altri il rischio” impacchettando i mutui in obbligazioni, vendute poi ad altri investitori sul mercato. Per di più l’idea di “trasferire il rischio”, purtroppo non riguardava solo i mutui immobiliari, ma anche prestiti per finanziare attività di vario genere, per l’acquisto di auto, di carte di credito ecc..

A questo punto, i poveri risparmiatori si chiedono se le crisi economiche attuali siano simulazioni ben orchestrate dalle élite finanziarie oppure se addirittura il sistema sia “sfuggito” di mano anche a loro. E come se non bastasse, ora si scatena anche il protezionismo di Trump che danneggerà ancor più i paesi già rovinati dalla globalizzazione.