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Viaggio lento

VIAGGIO LENTO

Paesaggi dell’anima che attraversano il Pollino
sabato 3 novembre 2012 di Antonella Caione

Argomenti: Luoghi, viaggi
Argomenti: Musica, Concerto, Balletto
Argomenti: Turismo


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Il Viaggio Lento è un percorso che attraversa in modo longitudinale un triangolo del Pollino, uno dei Parchi Nazionali italiani che comprende una gran parte delle quattro regioni del sud, Campania, Calabria, Basilicata e il tavoliere della Puglia, così detto per le antiche transumanze che si effettuavano fin dall’Abruzzo.

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Cartina del parco

Esso è importante per le risorse alimentari e soprattutto per l’energia che si potrebbe produrre con tecniche alternative eoliche, solari ed idriche, con grande giovamento per il nostro paese.

Viaggio Lento è una proposta per un turismo alternativo che dia la possibilità di ritrovare l’aspetto paesaggistico del territorio e dell’ambiente, per restituirgli le sue sembianze naturali e rurali. E’ un percorso che realizza un rapporto tra l’aspetto interiore del viaggiatore e quello esteriore, che dà cioè la possibilità al camminatore di maturare l’esperienza di se stesso in relazione all’ambiente in cui si muove.

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Roberta Viggiani
presidente del movimento Zoé

Il primo appuntamento di questa esperienza è stato inaugurato lo scorso 15 giugno da Roberta Viggiani (presidente dell’associazione Movimento Zoé) che, con Biagio Accardi e un asino, ha effettuato un percorso nel parco a partire da Diamante, attraversando tutti i paesi più caratteristici e i borghi della zona calabro cosentina: una sfida alle autonomie regionali in fatto di turismo.

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Pino loricato

La realizzazione di questo particolare viaggio è nata dalla volontà di voler restituire il giusto valore ad una delle più interessanti aree italiane (il Pollino) ricca di borghi caratteristici pieni di antiche tradizioni che sono state esplorate con molta attenzione dal musicista Biagio Accardi durante le soste: la tradizione della musica popolare, tramandata oralmente di generazione in generazione, è un elemento che è rimasto molto vivo in quelle zone ed è proprio la sua riscoperta che interessava ad Accardi recuperare.

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Biagio Accardi con la chitarra battente

Di padre in figlio, dalla tecnologia alla natura, passo dopo passo, passi che avanzano e che si soffermano a sentire il profumo dei fiori, del caprifoglio, viaggio lento significa anche questo: poter ascoltare il ritmo dei propri passi e scegliere di rallentare, tirare un freno a questo progresso che crea falso benessere, donarsi un corpo che respira e vive nel proprio bioritmo.

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Biagio Accardi con la lira calabrese

Il parco nazionale del Pollino è un paesaggio esemplare che ha fatto da cornice a questa esperienza, un luogo che ha permesso di realizzare, grazie alla capacità e volontà di Biagio Accardi, il progetto “un elemento insieme al suo simbolo”, per sottolineare l’importanza dell’idea di un “Pollino come lo vogliamo noi”.

Il rapporto tra ambiente e turismo ecosostenibile è un aspetto rilevante in tutta l’area mediterranea per la possibilità di valorizzarne le ricche risorse e dare la possibilità alle persone di conoscere e di vivere i luoghi in cui coesistono le proprie dimensioni in azione, nella quotidianità della vita.

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Il grano maturo

L’aspetto agricolo poi è un altro tema importante: situazioni nuove e micro-realtà stanno nascendo e si stanno sviluppando con l’obbiettivo di sostituire l’alimentazione basata su prodotti industriali con una sana alimentazione biologica che rispetti le decisioni personali rivolte ad un cambiamento culturale.

Il Parco Nazionale del Pollino è ricco di storie: uomini preistorici vissuti nella zona di Papasidero, monaci Basiliani ai quali si devono decine di Santuari con annesse biblioteche, briganti come Crocco che si nascose in quei boschi, lotte contadine.

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Mosaico bizantino

Il progetto che coinvolge il Parco dovrà tener conto del rapporto degli abitanti con l’ambiente, con la natura, con l’agricoltura, con tutte le attività in genere. In questi anni molte persone stanno creando “reti di terreni sociali” con colture biologiche, collaborando per un bisogno collettivo di ritornare ad un’agricoltura rurale.

Un cambiamento quindi è possibile se le persone si uniscono per affrontare insieme problemi e difficoltà, come è avvenuto per il progetto “Viaggio Lento” che vuole valorizzare il contatto con la natura attraverso il turismo equosolidale e una ricerca di qualità nei rispetto dell’ambiente. Lodevole l’iniziativa, ad esempio, di “Tempa del Fico”, un’ azienda agricola che alleva asini e nello stesso tempo coltiva grano per il pane, preservando antiche tradizioni: accoglierà anche coloro che faranno l’esperienza del viaggio lento.

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Il cantastorie

Anche in Abruzzo l’Ass. Movimento Zoè si sta organizzando per accogliere viaggiatori lenti che con il progetto “Adotta una pecora”, promosso da “La Porta dei Parchi”, ospiterà coloro che si interessano alle possibilità relative ai terreni sociali.

Biagio Accardi, partecipa al progetto con una ricerca sulla musica che si avvale della traduzione in lingua autoctona e che segue la tradizione orale come mezzo di conservazione. La parola “musica” in Viaggio Lento viene associata ai termini usanza e rituale, legati alla tradizione rurale nel senso arcaico, storico, antico, considerando l’ archetipo come verità.

Biagio Accardi, figura molto carismatica della scena musicale e teatrale cosentina, studioso della società tradizionale e moderna, poliedrico per natura, si è sempre interessato al teatro ed ha composto musiche per il Viaggio Lento, come “CANTO E CUNTU…E MI NI FRICU”. Si è fatto sempre promotore di eventi artistico-culturali miranti a valorizzare il sud e la sua tradizione. In qualità di musicista di lira calabrese, tamburi a cornice e chitarra battente, ha partecipato con il progetto “Fuocu”, componendo un’ opera per una rassegna organizzata dall’associazione “Cattivo Teatro”, da lui diretta, nella quale promuove eventi e spettacoli di gruppi musicali.

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Biagio Accardi in Cattivo Teatro

Il progetto di Viaggio Lento ha valorizzato luoghi come Lauria, Castelluccio, Laino Borgo, Papasidero, Orsomarso, Verbicaro, Santa Maria del Cedro, mettendo in relazione aree della zona mediterranea ed estendendosi pian piano a tutta l’Italia.

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Locandina Cantu Cantu

“CANTU E CUNTU” è uno spettacolo realizzato con le tecniche dei cantastorie con elementi di scena legati alla cultura delle piazze e a figure popolari che raccontavano la vita leggendaria o romanzata con il canto. La musica diventa strumento educativo e di ascolto delle capacità del singolo nel contesto rurale, è la storia che viene narrata per rendere magica un’ atmosfera collettiva in cui l’integrazione è un elemento che diventa non solo archetipo del tempo fiabesco, ma anche un rito per contattare, dare una possibilità di condivisione alla collettività in una dimensione sociale.

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Biagio Accardi e l’asina Cometa

Il cantastorie tramandava oralmente le esperienze della popolazione e ricordava i momenti tristi e quelli allegri, per rinvigorire i cuori degli oppressi e, come fa ancora oggi, per non perdere la Memoria! Biagio Accardi attira l’attenzione di genti che si soffermano ad ascoltarlo mentre passa per il loro paese, perché il cantastorie è un mestiere molto diffuso ancora oggi nell’ Italia del Sud, in quanto in lui molti si riconoscono (come Carlo Levi) e può diventare uno strumento di protesta e un canale di denuncia politica non violenta. L’uso della Maschera rimanda chiaramente alla Commedia dell’Arte, all’identità del personaggio-uomo interpretato con l’appoggio per l’appunto della maschera a cui l’artista fa riferimento. Da ciò trae ispirazione Nino Racco insieme a colui che esalta l’idea di Viaggio Lento, Mauro Geraci, con la sua Opera “Le ragioni dei cantastorie. Poesia e realtà nella cultura popolare del sud”(Il Trovatore , Roma 1996).

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Grotta Romito

Rallentare in questo momento storico è necessario, dice Biagio, per far sì che non avvengano più catastrofi naturali a causa dell’uso errato della tecnologia da parte dell’uomo. Viaggio Lento ci ha fatto conoscere luoghi di straordinaria bellezza, come il fiume Lao, la flora e fauna in Basilicata, il sito archeologico della Grotta del Romito con i suoi graffiti del paleolitico.

L’andare a piedi quindi diventa una filosofia di vita con il ritmo naturale del viaggio che, passo dopo passo, restituirà come un dono la capacità di osservare la Natura e di scoprirsi parte di essa.