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BANCHE DEL TEMPO

Un fenomeno interessante
giovedì 1 dicembre 2011 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Attualità
Argomenti: Società


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In questi tempi duri in cui una grave crisi mondiale attanaglia i più poveri, sta crescendo in modo significativo un fenomeno nato negli anni ’80, quando a Miami in Florida Edgard e Jean Cahn crearono un primo sistema bancario “Time Dollar” in cui il denaro veniva bandito e sostituito dal “tempo”: alcuni pensionati in effetti proposero uno scambio di servizi ad altri pensionati senza chiedere compensi in danaro, ma soltanto un certo numero di ore da dedicare alla comunità.

Tale sistema si diffuse poi in tutto il mondo sotto nomi diversi: in Inghilterra LETS (local exchange trading system), in Francia SEL (système d’échange local), in Germania TAUSCHRING (cerchio di scambio), in

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Tauschring

Senegal SEC (système d’échange communitaires), in Argentina Clubs de Trueque, in Venezuela Banco de Hora e così via.

L’esperienza italiana delle banche del tempo è soprattutto una storia “al femminile” iniziata negli anni ’80 quando nelle commissioni regionali delle Pari Opportunità le donne si batterono per avere dei servizi di supporto alle famiglie. Accadde così che in un piccolo paese vicino Bologna, S. Arcangelo di Romagna, un gruppo di donne cominciò ad organizzare scambi di servizi regolati dal tempo e nel 1995 esse fondarono la prima BDT italiana seguendo il modello della UIL Pensionati adattato alle loro esigenze.

Il principio che regola ora le 258 banche italiane è molto simile a quello dei LETS britannici. Nell’iscriversi alla BDT gli aspiranti membri compilano un modulo in cui segnalano i loro bisogni e allo stesso tempo descrivono le loro competenze o abilità mettendo a disposizione un certo numero di ore che verranno scambiate all’interno della comunità in un sistema di aiuto reciproco e di crediti e debiti regolato solo dal tempo, non dal denaro. Ad esempio un insegnante può mettere a disposizione due ore di lezione e chiedere in cambio due ore di baby-sitting o di giardinaggio ecc. ecc. La varietà dei servizi può essere enorme e… a costo zero.

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John Jairo Lara

In Colombia John Jairo Lara per ben otto anni ha studiato le banche del tempo di tutto il mondo mettendone in evidenza i lati positivi. Secondo John esse rafforzano la solidarietà, la coesione sociale e i legami intergenerazionali, poiché ogni individuo ha qualche particolare abilità da donare agli altri al di là della classe sociale, grado di cultura, età, sesso, razza, religione, in un sistema di “scambio circolare di reciprocità indiretta” che valorizza la trasversalità e l’uguaglianza, annullando tutte le differenze e le barriere.

Riflettendo sulle banche del tempo mi è venuto in mente il libro di Thierry

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Thierry Paquot

Paquot “Eloge du Luxe: de l’utilité de l’inutile”, nel quale egli, citando le teorie di William Morris (1834-1896) e di Charles Fourier (1772-1837), immagina il sorgere di comunità in cui l’Umanità possa vivere una vita piena, libera, consapevole, lontana dai condizionamenti del denaro e dal gusto del “lusso” inteso come possesso di beni inutili creati dagli eccessi del consumismo che genera confusione tra necessario e non necessario, utile e inutile, dove il libero mercato è al servizio di speculatori e crea egoisticamente disuguaglianze, insoddisfazione, sfruttamento e infelicità. Fourier (Theorie de l’Unité Universelle) e Morris (News from Nowhere), citati da Paquot, in realtà immaginarono Stati ideali, come in passato avevano già fatto Platone (Repubblica), T. Campanella (La Città del Sole), T. More (Utopia), Francis Bacon (New Atlantis).

Il vero lusso dunque, secondo Paquot, consiste nel raggiungere un’Armonia in cui non c’è più divisione tra arte e lavoro, poiché “il lavoro diventa fonte di gioia” come la vera arte, se esso permette ad ogni essere umano di realizzarsi pienamente nel mettere le proprie abilità ed attitudini al servizio di se stesso e della comunità. Questo desiderio di armonia e di bellezza si può raggiungere, onorando tre valori: Silenzio, Vastità, Tempo.

Si suole dire che “il silenzio è d’oro”, ed in effetti in un ambiente aggressivo, rumoroso e destabilizzante è difficile trovare serenità ed equilibrio interiore, mentre il silenzio significa pausa, riflessione, preghiera e perfino ascolto, attenzione per gli altri.

La vastità poi è il contrario di ciò che è piccolo, stretto, limitato, essa rappresenta ciò che è ampio, sconosciuto, nuovo, infinito. La vastità aiuta il rinnovamento, favorisce le idee nuove

Usare il tempo, infine, non significa “avere o non avere tempo” correndo qua e là senza tregua nelle nostre affannose giornate, ma finalmente permettersi “il lusso” di seguire i propri ritmi, umori, interessi e disponibilità in società organizzate nel rispetto dei veri bisogni dell’Uomo, in cui ognuno mette al servizio degli altri le proprie capacità ed abilità.

Questa nuova idea del lusso in realtà, afferma Paquot, è “un’arte di vivere”, poiché in fondo si può essere felici “semplicemente poggiando i piedi sull’erba fresca o sentendo il contatto dell’acqua o il calore del fuoco”.

Concludendo in una rapida sintesi (e mettendo di nuovo i piedi per terra per affrontare la dura realtà quotidiana), le banche del tempo nascono dalla necessità di sentirsi meno soli e abbandonati nelle grandi metropoli: esse possono senz’altro funzionare bene a livello di quartiere integrandosi con volontariato e servizi sociali quando lo Stato e le amministrazioni locali non riescono a soddisfare tutti i bisogni dei cittadini, soprattutto di quelli più bisognosi ora in crescente aumento per l’attuale grave crisi economica.

Insomma oggi è meglio avere “debiti di tempo” che di denaro.