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Il Presidente Grasso

IL DADO È TRATTO: LA RINUNCIA DI GRASSO!

Qualche utile riflessione
giovedì 7 dicembre 2017 di Rodolfo Carelli

Argomenti: Attualità
Argomenti: Politica
Argomenti: Italia


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Al lettore, preso in contropiede dal titolo proprio mentre il Presidente Grasso per acclamazione diventa leader di “Liberi ed eguali” la forza di sinistra alternativa al PD, debbo immediatamente la spiegazione del titolo “La rinuncia di Grasso”! Rinuncia a cosa? Con la massima sintesi direi a rappresentare il futuro Cincinnato chiamato a salvare il dopo elezioni.

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STATUA DI CINCINNATUS A CINCINNATI (USA)

Il Presidente del Senato, ancorché uscente ma con la continuità della Presidenza della Repubblica poteva essere uno dei più papabili per un sempre più probabile governo del Presidente. Già seconda carica dello stato, caratterizzato da una sostanziale terzietà ed autonomia a cui si è attenuto durante il suo mandato (fino all’ultimo lo si spera), era una delle personalità più spendibili da parte del Capo dello Stato per possibili convergenze onde dare un governo al Paese in attesa di un chiarimento tra le forze politiche del ciascuno contro tutti fuori ed anche dentro le coalizioni.

Non ci vuole un mago, a meno di un miracolo, per prevedere che il tanto auspicato proclamato vincitore allo spoglio subito dopo le elezioni, allo stato attuale è un miraggio che sarà fatto balenare dai tre maggiori concorrenti alla competizione elettore con la logica del voto utile.

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Presidente Mattarella

Più realisticamente, se ci sarà un vincitore sarà quello che avrà perso di meno rispetto alle previsioni e al quale, per non aggravare le sorti del Paese, si ricorrerà per un governo del Presidente con la raccomandazione che non sia un tecnico tipo Monti, evitando l’accusa di sudditanza almeno psicologica di fronte agli eurocrati di Bruxelles.

Tutto sembrerebbe congiurare per convergere su di una personalità come Grasso, ormai fuori gioco dopo la scelta fatta. Quand’anche si andasse ad un alleanza tra 5stelle e la neoformazione di Grasso, è fuori logica che il capo del Governo possa essere il leader della forza minore. Si guarderà fuori ed oltre: né può essere accusato Grasso di averlo fatto per assicurarsi un seggio sicuro al Senato perché, come da lui stesso ammesso, gli è stato offerto anche dal PD, se non altro per sfilarlo ai suoi concorrenti a sinistra; né il ruolo di Grasso nella nuova formazione troppo composita pare possa assumere il carisma di una leadership riconosciuta dopo essere servita ad ampliare il consenso intorno ai dissidenti ex PD.

Comunque la si giri e rigiri la scelta di Grasso appare la rinuncia ad un ruolo alla Cincinnato, più congeniale al personaggio, tenendo presente, come già accaduto con Monti che Mattarella avrebbe potuto senza opposizioni di sorta nominarlo Senatore a vita.

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