La poesia haiku si è affermata in Giappone nel diciassettesimo secolo,
soprattutto per opera del poeta Basho (vissuto tra il 1644 e il 1694), e
consiste in componimenti formati da tre brevi versi rispettivamente di 5, 7 e 5
sillabe; essa deriva da precedenti forme poetiche più lunghe (il tanka e il
renga) composte da versi di cinque e sette sillabe.
Nella sinteticità di queste composizioni, formate di poche parole, il poeta, nel
modello più classico, generalmente descrive la contemplazione della natura,
colta anche nei suoi più piccoli aspetti, ed esprime in maniera impersonale i
suoi sentimenti di emozione, di armonia e sintonia con la natura stessa; egli
cerca di vestire di parole le immagini, senza romperne la sensazione. Da ciò
discende che le poesie haiku devono essere lette molto lentamente in modo che il
lettore possa immedesimarsi nelle stesse sensazioni, a volte ineffabili, che il
poeta prova, facendo quasi venire meno la diversità delle due posizioni di chi
scrive e di chi legge.
Nelle quattrocento poesie haiku qui raccolte ho cercato, per quanto possibile,
di rimanere fedele alla tradizione giapponese, però non sempre sono riuscito a
contemplare la natura con lo sguardo distaccato e sereno, ma con quello di un
uomo immerso nella tumultuosa vita del ventunesimo secolo, al quale a volte la
natura appare come portatrice di sentimenti di tristezza e di dolore, che vivono
però solo negli occhi di chi la osserva.
I primi 10 HAIKU