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Le radici perdute dell’Europa (Mondadori, 2006)

ALLE RADICI DELL’EUROPA MODERNA TRA CONFLITTI E SPERANZE


mercoledì 21 febbraio 2007 di Carlo Vallauri

Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Franco Cardini e Sergio Valzania


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Le radici perdute dell’Europa di Franco Cardini e Sergio Valzania (Mondadori, 2006) è giunto alle stampe dopo che i rappresentanti di paesi membri dell’Unione avevano rifiutato di inserire nel documento costitutivo l’accenno alla matrice cristiana dell’organizzazione continentale.

Come è noto, erano state suggerite altre soluzioni quale il richiamo alla civiltà giudaico-cristiana per dare significato a tutto il filone storico-religioso-culturale che si rievoca nella Bibbia con il Vecchio ed il Nuovo Testamento. I due studiosi hanno percorso problemi e vicende dell’Europa a partire dalla figura di Carlo V e dalla nascita degli Stati nazionali, soffermandosi particolarmente su quel passaggio tra Cinquecento e Seicento quando fede religiosa e allineamento politico dettero luogo a feroci scontri, con tentativi di accordo che valsero a sancire la libertà religiosa ma per molte popolazioni a prezzo di sangue e poi del loro spostamento forzato da un paese all’altro. Interessante è la ricostruzione compiuta da Cardini (specialista della storia medievale) e da Valzania (scrutatore attento delle scadenze epocali) circa i cambiamenti interni nelle città in relazione al motore dell’economia e nella vita civile (corporazioni e famiglie) e le corrispondenti modifiche a livello internazionale.

In particolare risalto il ruolo svolto dalla Spagna (anche in riferimento ai suoi territori italiani) nonché i contrasti religiosi dai quali vennero dislocazioni che avrebbero determinato nuove definizioni territoriali. Altro aspetto sottolineato è l’insieme dei popoli mediterranei rispetto al Nord Europa, nonché vicende di Napoli. Il personaggio di Carlo V domina quell’intera epoca di ridimensionamenti storici e gli autori hanno saputo trarne tutti i motivi che ne spiegano importanza e significato, con l’occhio rivolto alla vita pubblica e alla cultura del tempo. Colpisce il lettore, tra l’altro, la consapevolezza già allora della distinzione tra potere esecutivo, legislativo e giurisdizionale, con una notevole attività di quest’ultimo. Interessanti anche le osservazioni sulle monarchie degli Asburgo d’Occidente ed i precisi richiami bibliografici nonché la nota sulle “ragioni cristiane e cavalleresche dell’antiassolutismo” presenti nel Don Chisciotte di Cervantes, una interpretazione acuta e modernissima.

 

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