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La violenza, le regole (Einaudi, Torino, 2006)

LE VIOLENZE INTERNAZIONALI E LE POSSIBILITA’ DI PREVENZIONE E DISSUASIONE

La parola ai diplomatici
sabato 2 dicembre 2006 di Carlo Vallauri

Argomenti: Guerre, militari, partigiani
Argomenti: Mondo
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Roberto Toscano


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Diplomatico italiano, Roberto Toscano analizza in La violenza, le regole (Einaudi, Torino, 2006) come “in principio fu la violenza”, seguita - osserva l’A. - dalla ricerca di regole per ridurre l’insostenibile insicurezza nei rapporti interindividuali. Attenta ricostruzione di esperienze recenti (dai conflitti durante la guerra fredda ai genocidi come in Ruanda) illustrate alla luce dei fatti e delle valutazioni storiche ed etiche (in particolare Isaiah Berlin). Lo studio delle radici della violenza induce a riesaminare le interpretazioni sul riesplodere del terrorismo internazionale. Una sfida che incontra difficoltà innanzitutto nella stessa definizione del fenomeno, che Toscano cerca di configurare con esattezza nei suoi aspetti e limiti. Non è questione di fini, ma di mezzi impiegati dai terroristi, non contrassegnati su basi di legittimità, né identificabili nella violenza insurrezionale, e precisa in proposito “la guerriglia non è terrorismo”, considerazione che va d’altronde ricollegata a quanto avvenne in Europa durante l’occupazione nazista.

Ma è possibile prevenire la violenza? Alla possibile risposta l’A. premette che tra i fattori causali della violenza non è il livello delle condizioni di vita, bensì la tendenza prevalente in relazione e quel determinato contesto storico, con le sue specificità etniche, economiche, religiose, nonché alle influenze esterne. Particolare richiamo - non a caso a scrivere è un diplomatico, tuttora in carriera - è alla responsabilità degli Stati con maggior peso ed influenza, anche rispetto al “fattore tempo”: a seconda della fase in cui si trova il processo che genera un determinato conflitto, alcuni strumenti sono infatti rilevanti, altri no. Nell’assumere rilievo il diritto umanitario, la Corte penale Internazionale - la cui costituzione è stata contrastata dagli Stati Uniti - è un primo segnale diretto a stabilire sanzioni internazionali da mettere in esecuzione. Toscano passa in rassegna le riserve avanzate in proposito, come quella concernente la sovranità nazionale che verrebbe sacrificata, ma egli mette in rilievo piuttosto l’importanza dell’entrata in funzione del nuovo organismo di tutela in grado di fornire indubbiamente maggiore credibilità alle norme esistenti, in quanto ne ammette gli effetti dissuasivi. Tra i numerosi libri apparsi recentemente sul fenomeno della violenza nel mondo globalizzato questo è certamente uno dei migliori - già per l’esposizione dei termini reali del problema sia per le indicazioni fornite anche per il futuro - con esplicito riferimento alla inadeguatezza della Corte delle Nazioni Unite rispetto alla “nuova violenza” emersa dopo la fine della guerra fredda.

 

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