Nella nuova prestigiosa sede dell’UPTER (Università Popolare di Roma) in via Quattro Novembre 157, giovedì 24 gennaio è stata inaugurata la mostra “TESTIMONI/ZEUGEN” che rimarrà aperta al pubblico fino al 31 gennaio.
La mostra riprende il materiale prodotto dalla Scuola Germanica di Roma in occasione della Giornata della Memoria del 2006, che trovo sia molto importante rendere accessibile ad un pubblico più vasto tramite la diffusione capillare di cui è capace l’Università Popolare di Roma.
- Piero Terracina
- La Famiglia negli anni ’30.
La foto attuale è riportata nel logo dell’articolo.
Si tratta di una serie di quadri fotografici molto emozionanti con immagini d’epoca e foto attuali di alcuni TESTIMONI, sopravvissuti ai campi di concentramento, di Adriano Mordenti. Gli scritti in bianco su fondo nero riportano i dati anagrafici e di prigionia, nonché brevi testi di commento alla esperienza vissuta, raccolti nelle interviste curate da Anna Segre e Gloria Pavoncello. I testi sono bilingui: italiano e tedesco.
La manifestazione di apertura è stato un evento molto partecipato e particolarmente interessante, grazie alla puntuale organizzazione curata dalla direttrice del Dipartimento di tedesco dell’Upter Dagmar Palm e dai suoi collaboratori.
- Giacomo Moscato
Dopo i saluti di rito del presidente dell’Upter Francesco Florenzano, la serata si è svolta con alcuni interventi concisi ed efficaci di inquadramento storico in Germania ed Italia frammezzati da interventi musicali della cantante, attrice e regista teatrale Caterina Venturini con canzoni ebraiche non solo “jiddisch” ma anche di provenienza nordafricana. Un toccante lettura dei testi di alcune TESTIMONIANZE, documentate nella mostra, è stata effettuata da una dozzina di allievi di tedesco dell’Upter.
Il docente di storia e lingua tedesca dr. Christian Blasberg ci ha intrattenuti con una sintesi (che pubblicheremo a breve su questo nostro sito) sull’atteggiamento dei governi e della popolazione tedesca dopo il 1945 nei riguardi dei crimini dello sterminio attuato dai nazisti.
Alan Naccache della associazione dei giovani ebrei Benè Berith ha invece presentato come nelle scuole italiane viene trasmessa la conoscenza dell’olocausto dai primi anni ’50 ai giorni nostri. Ha anche segnalato come, sul media molto utilizzato dai giovani “internet”, sia facile trovare moltissima documentazione su questo tragico periodo, ma anche siti dove viene negato l’olocausto come leggenda diffusa ad arte dal sionismo. Un’altra interessante osservazione riguarda come i giovani studenti italiani abbiano in genere una approfondita conoscenza degli orrori dei campi di sterminio, mentre non hanno alcuna idea delle cause sociologiche, politiche e storiche di come sia maturata l’orripilante ideologia che ha portato alla pianificazione di ciò nella cultura europea del 1900 per altri versi così ricca e matura.
Questo da molto da pensare come ha fatto rilevare Piero Di Nepi, storico e insegnante della Comunità Ebraica di Roma, in quanto di stermini sistematici continuano purtroppo ancora in questa nostra epoca. Ha inoltre ricordato che i nazisti non si sono limitati a sterminare gli ebrei in Europa (tra i 5,7 e i 5,8 milioni nei campi), ma il totale dei trucidati con assassini a freddo raggiunga oltre 15 milioni contando gli zingari, gli omosessuali e diversi, i polacchi, i russi nei territori occupati.
Ha concluso evidenziando come la sensazione espressa dai sopravvissuti sia quella di essere nati una seconda volta. Anche lui allora bambino fortunato di genitori che sono riusciti a non farsi “rastrellare” ha ancora talvolta sogni che bussino alla porta per portar via questa volta i suoi nipotini. Pertanto il suo impegno a mantener vivo nei giovani nelle scuole la “Memoria”,
responsabilità a cui siamo chiamati tutti noi. C’è cioè una sensazione di fondo un “timore che non sia finita”.
Un commento inviatoci da un partecipante alla manifestazione, ritengo che sintetizzi efficacemente i sentimenti raccolti all’uscita e nostri.
Complimenti per la bella serata di ieri! Era molto tempo che non partecipavo ad un evento ad un tempo:
- impegnativo sul piano etico-politico;
- ma anche sereno e pacifico, senza fondamentalismi;
- discreto sul piano dei protagonismi (comunicazioni brevi!);
- partecipato dai vostri allievi;
- godibile sul piano estetico.
Luciano De Vita
Una testimonianza
PIERO TERRACINA
Il nome è rimasto lo stesso.
Anche la faccia sembra quella,
la stessa di quando mi hanno caricato
sul vagone per Auschwitz.
Io però non sono più io:
morii lì.
Questa che vedi è la mia seconda
possibilità.
Delle domande rimaste vive
ne ho fatto la brace
della testimonianza.
Le domande le condivido
con la gente e con i bambini
delle scuole.
Ho molto da fare, dunque,
il tempo a disposizione non è infinito
e a me non è data
la dolcezza dell’oblio.