Dopo l’enorme successo ottenuto alle elezioni europee ove Matteo Renzi, fino allora sconosciuto, riuscì ad ottenere un risultato inaspettato e mai raggiunto prima da un partito che vedeva in lui la rinascita del nostro Paese distrutto da 20 anni di disastroso governo berlusconiano, ebbe inizio l’ascesa politica di un nuovo tipo di presidente, diverso dai precedenti capi di governo.
All’inizio, tutto sembrava funzionare, ma le cose non andarono proprio così.
Ci fu, subito, chi (Berlusconi) si intromise per sparigliare le carte e dividere un partito mai così coeso, cercando di attirare dalla sua parte il promettente leader che avrebbe voluto fortemente come (im)possibile suo successore.
L’ex cavaliere affidò all’amico Gori il compito di “mentore” del nuovo Presidente per perfezionare la sua innata comunicazione mediatica, restandogli, allo stesso tempo, sempre vicino fino al malaugurato Nazareno che contribuì, in maniera determinante, a sfasciare un partito che mai era stato più forte ed unito e a creare i primi dubbi sull’operato del nuovo leader.
Divide et impera dicevano gli antichi!
Quando si parla di “partito”, non si deve intendere soltanto i suoi rappresentanti politici, ma il popolo, i votanti, tutti quelli che, in questo caso, delusi (ed uso un eufemismo) dal comportamento alquanto strano del loro Segretario e Presidente, si allontanarono a poco a poco dal partito democratico per confluire nel Movimento Cinque stelle che, in un certo senso, raffigurava lo sdegno e la protesta, se non, addirittura, rinunciarono alla lotta politica.
Questo fu il primo motivo di dissenso e di sconcerto nei riguardi di Matteo Renzi che, all’inizio, piaceva a tutti (o quasi).
Purtroppo, seguirono altri errori:
Promesse non mantenute, soprattutto quella di “non” consentire ad indagati o condannati di far parte del governo, oltre ai molteplici annunci andati a vuoto circa un significativo ridimensionamento degli stipendi della casta, la realizzazione di nuovi posti di lavoro per i giovani, la riduzione delle tasse, una politica efficace sull’immigrazione e così via…
Poi ci furono gli scandali delle banche, la nomina a posti di prestigio riservata a persone a lui vicine, amicizie criticate dai più, quali Verdini, De Luca, Serra, solo per citarne alcune, tutte prossime al famoso “giglio magico” somigliante, ahimè, al “cerchio magico” di pessima memoria.
Ed inoltre:
Quasi tutte le leggi emanate da Renzi erano simili a quelle enunciate e mai effettuate dall’ex cavaliere e dai suoi alleati, fino alla recente proposta di modifica della Costituzione che, secondo alcuni, era copia-incolla della precedente berlusconiana.
Così i numerosi Italiani di sinistra, stanchi e delusi e, soprattutto, contrari a condividere con la destra leggi non gradite, nel recente referendum, hanno votato “no”, come segno di ribellione e di rifiuto nel vedere stravolgere i loro principi e i loro ideali. Ad essi si sono aggiunti i giovani, i disoccupati, i truffati dalle banche, i pensionati al minimo di sopravvivenza, i lavoratori della scuola, i non assistiti degnamente dalla sanità pubblica ed altri ancora.
Il tutto, mentre sembrava prendere corpo, la strana idea di “un partito della nazione” , una specie di governo di larghe intese, certamente inviso alla maggioranza dei nostri concittadini, ma sommamente voluto dal famoso cavaliere.
Renzi non ha compreso che anche da solo e con il suo partito di cui è ancora segretario, avrebbe potuto farcela e dimostrare agli Italiani che, finalmente, si sarebbe potuto cambiare pagina, almeno nel periodo del suo governo.
Non è stato così.
L’unica cosa a suo favore è la giovane età che, certamente, dopo questa disfatta, gli permetterà di riflettere sugli errori commessi e di riprendere una brillante carriera politica cui, a mio parere, non potrà e non vorrà rinunciare.
Per il nostro Paese ci saranno ancora, purtroppo, difficoltà, ritardi e problemi economici mai superati in tanti anni e che si aggiungono ai recenti disastri ecologici.
Mi auguro, però, che, dopo tante sofferenze e sconfitte e continue esperienze negative, ritorni nella maggioranza dei nostri cittadini, il buonsenso e la capacità di distinguere, nelle loro scelte, il bene dal male, con la maturità politica che i risultati del recente referendum hanno dimostrato.