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Riflessioni e contraddizioni sull’attualità del sacro

’Sacralizzare vuol dire fare poesia con la prosa’
giovedì 1 marzo 2012 di Elvira Brunetti

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Quando sommersi dalle grandi paure del nostro secolo, dalle minacce e dai pericoli, scorgiamo il bisogno di proteggere un luogo o un valore come, ad esempio, la memoria di un cimitero monumentale; quando l’individuo si sente superato da qualcosa di più grande, di più antico e di più duraturo, come, ad esempio il funerale di Victor Hugo ieri (1885) e oggi quello di Jean-Paul Sartre (1980), allora c’imbattiamo nel sacro, un sentimento che esiste fin da prima della nascita delle religioni.

L’emozione sacra del patriottismo, la devozione dei Padri Fondatori per gli Americani o il sentimento di fedele sudditanza alla regina Elisabetta II per gli Inglesi sono sempre testimonianze del sacro. 10000000000001B4000000E6865EC17F

In Francia, dove sono in corso vari dibattiti in vista delle prossime presidenziali, il problema della laicità è sentito sia dalla destra che dalla sinistra. Ed è quindi inutile negare la sua sacralizzazione di fronte alla minaccia di un Islam che si estende. Esempi di lavoratrici licenziate, perché portavano il velo, rendono senza fondamento il principio costituzionale di una ’Repubblica laica che rispetta tutte le religioni’.

Ma veniamo ai molteplici esempi forniti dall’ultimo libro di Régis Debray: ’ ’ (Giovinezza del sacro) edizione Gallimard, 2012.

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Un giorno una signora anziana esclama: ’Non c’è più niente di sacro oggi se non la salute’ e un giovane di passaggio replica: ’Meno male, almeno si respira!’. Nello scontro generazionale cosa prevale, la nostalgia dei valori scomparsi o la soddisfazione di una libertà maggiore?

In realtà il sacro esiste ancora, basta guardarsi intorno, con nuovi idoli: il calcio, il concerto rock, il web. Perdura inoltre la costellazione dei ’Mostri sacri’, inventata da Jean Cocteau (1940) per le dive del momento come Sarah Bernhardt, poiché la sacralità di un avvenimento o di un personaggio si misura dalla folla che si mobilita o dall’immaginario pubblico che si solleva. ’E’ il trionfo mediatico che determina il sacro, spesso ingigantendo l’insignificante’ sostiene l’intellettuale francese.

L’Europa si culla nell’illusione di avere eliminato totem e tabù. Certo ci sono stati grandi dissacratori come Nietzsche e Georges Bataille, che pur nelle loro esagerazioni hanno comunque indicato una via più libera per l’uomo.

Il giovane dell’esempio sopra citato ha ragione, in quanto per definizione il sacro, ponendosi, crea l’opposto, l’interdetto e quindi il piacere della profanazione, della provocazione, il sacrilegio. I luoghi di memoria sono degli spazi chiusi, delimitati, come il tempio, la chiesa. In tale senso l’eliminazione del sacro vuol dire libertà. 10000000000000C800000104DE08208BOggi vige l’open space. Non siamo più isolati grazie all’iphone e al blog. Non c’è più un’autorità piramidale. Alla verticalità si è sostituita l’orizzontalità. Perfino l’arredamento è cambiato. Lo spazio è indifferenziato senza camere. C’è il loft e i mobili sono superflui.

Ieri la guerra incitava al sacrificio. Solo nel conflitto mondiale del ’14-’18 sono morti al fronte centinaia di migliaia di soldati coscritti, oggi in Afghanistan per la morte di 6 o 7 volontari le famiglie piangono e si dichiara il lutto nazionale.

L’articolo 2 della costituzione europea dice che bisogna proteggere il carattere sacro della vita e per questo si è rifiutato l’aiuto di un marito, che si era rivolto a quella corte, a porre fine alla vita vegetativa della moglie. Per fortuna in molti paesi l’eutanasia attiva è autorizzata, in quanto ci sarebbe da chiedersi se ha più valore la dignità della vita o il diritto ad essa.

Le contraddizioni e gli interrogativi sono tanti in materia di bioetica.

Se l’origine è sacra, perché le tecniche di procreazione assistita continuano a violare tale principio? E come si concilia la possibilità di abortire per una donna con la non disponibilità del corpo per il commercio degli organi?

Bisogna tutelare la vita privata o garantirne con l’obbligo la trasparenza?

In ogni momento della storia c’è una priorità diversa, perché è l’uomo che crea il sacro.

In conclusione bisogna smettere di sacralizzare troppo per non ledere la libertà dell’uomo.

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Guernica

Tuttavia il risorgere continuo del sacro ne evidenzia il bisogno da parte sia dell’individuo che della società, anche se il sacro attuale ha perduto la sua maiuscola.

Come una primavera che rinnova la natura la giovinezza del sacro ripristina la linfa vitale necessaria.

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Ground Zero

Ecco perché l’albero di ricorda la tragedia basca e le quattrocento querce formano il perimetro quadrato del Memoriale di Ground zero.

 

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