Fluxus, una mostra di Giuliana Silvestrini e Carlo Franchini
di Nica Fiori
Fino al 25 luglio 2021
a Monterotondo (Roma) la Grafica Campioli Galleria d’arte & cultura
ospita la mostra bipersonale “Fluxus” di Giuliana Silvestrini e Carlo Franchini, a cura di Gloria Zarletti.
Il flusso del titolo allude al “continuo divenire
inteso come la spinta alla trasformazione intrinseca nell’uomo e nella natura”, come scrive Gloria Zarletti, e, andando a ritroso nel tempo, si può arrivare là dove tutto ha avuto origine, in Africa. Sono proprio le immagini di una natura apparentemente incontaminata come quella africana che colpiscono subito il visitatore. Del resto il fascino che scaturisce da quel continente ha una grande tradizione letteraria, tanto che un tempo si diceva “mal d’Africa” per indicare quella sottile nostalgia che coglieva molti europei quando si allontanavano dal continente nero, dove evidentemente avevano lasciato l’anima, e che spingeva molti di essi a ritornare sotto il cielo africano.
Qualcosa di simile deve essere successo a Carlo Franchini, che vive a Roma ma è nato in Eritrea ed è tornato più volte sul suolo africano per documentare con fotografie e filmati la sua Africa, alla quale ha dedicato numerosi libri. La stessa passione per l’Africa, scaturita da un viaggio in Etiopia, ha portato l’affermata artista di Monterotondo Giuliana Silvestrini a dialogare idealmente con il fotografo Carlo Franchini, attraverso linguaggi complementari, per esprimere un concetto racchiuso già nel titolo dell’esposizione.
L’idea è quella di ripercorrere la storia attraverso il cammino dell’uomo, cammino che non è scaturito solo dall’esigenza di cercare cibo e climi migliori, ma anche dalla curiosità e dalla spinta verso il progresso e la complessità del pensiero. La cosa più spettacolare è il filmato realizzato da Franchini, “The land of the origin”, dove, partendo dai vulcani, con le impressionanti esplosioni e colate di lava che danno l’idea del pianeta ai primordi della sua esistenza, si arriva alla visione di un paesaggio roccioso assolutamente privo di vita, e quindi alle foreste e ai suoi abitanti più caratteristici, le scimmie. Dalle scimmie all’uomo il percorso evolutivo è lunghissimo ed è sintetizzato da alcune immagini scientifiche sui primi ominidi, a partire da Lucy, il cui scheletro in movimento appare come sfondo nella mostra, dando al tempo stesso l’idea del viaggio. Seguono le immagini suggestive della popolazione etiopica che a poco a poco perde le abitudini più primitive per trasformarsi in una civiltà più moderna, simboleggiata dalla visione della città di Addis Abeba.
Nel filmato si vede tra le altre cose un’alta stele di Axum, la cui forma non è molto dissimile da quella degli obelischi egiziani, la cui importantissima cultura è evocata al centro di una bellissima composizione fotografica dello stesso Franchini, tra un uomo e una donna africani.
Giuliana Silvestrini con i suoi dipinti, volutamente privi di didascalie, perché così ognuno può immaginarsi una sua storia, racconta ciò che lei ha sentito in quella terra d’Africa dove la vita ha generato se stessa per poi diffondersi su tutto il pianeta e proseguire in un continuo “flusso”. Mi ha colpito in particolare un grande dipinto che rappresenta probabilmente una foresta, con quei rami legnosi che si usano ancora per costruire le capanne. E poi ci sono mappe che descrivono linee delle migrazioni dei popoli, impronte e tutto ciò che indica la strada verso l’evoluzione, verso nuovi orizzonti. E qui, come scrive la curatrice Zarletti, “il discorso della Silvestrini, artista nota per la sua visione positiva della vita, stavolta si ferma: non si intravede l’obiettivo di questo ciclo continuo, nelle immagini non si legge la consueta gioia. Sulla mostra domina una serietà responsabile”.
Grafica Campioli Galleria d’arte & cultura, Via Vincenzo Bellini 46 - Monterotondo (RM)
Orario: tutti i giorni dalle 16,30 alle 20