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Buchheim Museum

Alla scoperta di un nuovo museo bavarese nei pressi di Monaco
mercoledì 1 febbraio 2017 di Luciano De Vita

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Luoghi, viaggi
Argomenti: Mostre, musei, arch.
Argomenti: Turismo


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Secondo la mia esperienza viaggiando si hanno tante opportunità si trovare per puro caso tante cose che ci meravigliano anche per la sorpresa della scoperta. A me che sono un curioso ecclettico questo è accaduto molte volte e mi ha permesso di approfondire e fare ricerche su tanti argomenti nuovi o di cui mi ero occupato in passato. Qui voglio raccontare la più recente occasione capitatami.

26 Dicembre Monaco, Santo Stefano, la temperatura è rigida, ma un insperato solicello brilla ed il cielo si presenta in buona parte di un bell’azzurrino invernale. Che fare? A circa mezz’ora di auto alla estremità sud del lago bavarese di Starnberg è oggi aperto un museo che offre una mostra di Hundertwasser. Questo à l’unico nome che mi è noto, avendo scoperto questo artista a Vienna nel 2005 vedi l’articolo,

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Starnberg See

Un artista attuale (1928-2000) che mi aveva colpito particolarmente per le sue idee architettoniche rivoluzionarie, il suo impegno ecologico, la sua originale inventiva come grafico e pittore, di cui ho visto molte sue costruzioni a Vienna e in alcune città tedesche (Bad Soden am Taunus e altrove), sui libri nonché presso Arlesheim (Svizzera)

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Museum Würth Arlesheim

la ricca collezione delle sue opere grafiche e pittoriche della collezione Würth “La raccolta dei sogni”.

Può essere interessante vedere altre opere di Hundertwasser. Quindi si parte verso le Alpi che talvolta si scoprono dalla coltre nuvolosa e si mostrano maestose. Come è strano per noi pensare che ci dirigiamo verso sud per avvicinarsi! Giriamo attorno alla parte estrema dello Starnberger See, zona coperta di canne che preludono alla riva paludosa, da cui il nome del paese vicino Bernried.

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Buchheim Museum am Starnberg See

Dopo una curva appare una collina verdeggiante di bosco che declina verso il lago dove sorge una moderna costruzione che si estende fino al lago con una sorta di alto pontile. Il parcheggio è nascosto in cima alla collina dietro una cortina di bosco da cui discende un sentiero tra gli alberi che ci porta verso il piazzale di ingresso. Ho scoperto poi che il complesso fa parte di un parco commissionato negli anni 1930 da un ricco benefattore americano (Anheuser-Buch) alla cittadina di Bernried. Scendendo il colpo d’occhio è superbo, a destra vista sulle Alpi, davanti la parte terminale del lago, dove la moderna costruzione del museo si allunga. Osservando meglio si scoprono molti particolari.

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Le giraffe nel boschetto (*)

Nel boschetto che si attraversa si vedono due grandi giraffe intagliate in grandi tronchi di quercia (Günter Schumann), si scorge il tetto dorato di una pagoda nepalese, pilastri intagliati, quindi scendendo un elicottero tutto colorato e vicino all’ingresso un pulmino ed una vecchia Mercedes altrettanto “grafitati” (Sigfried Ulmer e Lothar-Günter Buchheim, si proprio l’ideatore del museo, di cui parlerò tra poco).

Si entra nel grande salone luminoso tutto vetri dove c’è il BookShop e la biglietteria. Il biglietto di ingresso chiarisce molte cose: siamo entrati nel “Buchheim Museum der Phantasie” il museo della fantasia o immaginazione.

La struttura del Museo e i suoi vari contenuti

La prima sorpresa è stata quella di scoprire che oltre alla mostra temporanea su Hundertwasser, c’è l’esibizione principale della casa: la ricca collezione di opere degli Espressionisti Tedeschi, oltre ad una miscellanea di opere di arte varia ed una atmosfera museale particolarmente articolata e allegra.

Parafrasando la presentazione del catalogo: “Un museo attrae quando è una festa per gli occhi. E questa è la ragione per cui questo museo è attraente”.

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Cafe Littwin (*)

Effettivamente non siamo nel solito museo “serioso”. Ci troviamo invece immersi letteralmente in un mondo fantastico, dove guardandosi intorno incontriamo una ricchezza e varietà di forme e colori ovunque. Non è importante se si tratta di arte “alta” o applicata, ed è irrilevante se si tratta di arte oppure no. Questa è la filosofia con cui il suo fondatore Buchheim ha creato questo suo museo. “Noi vogliamo essere meravigliati sempre dalle meraviglie della vita e dalla varietà delle sue manifestazioni, come dalla inesauribilità del potenziale creativo umano. Il Museum der Phantasie non cerca di organizzare, escludere o classificare, ma invece si apre per confondere e irritare”.

E questo a cominciare dalla struttura della costruzione, che non è facilmente decifrabile e va scoperta piano piano. La costruzione è stata ideata dall’Arch. Günter Behnisch (l’architetto delle Olimpiadi di Monaco del 1972) che la ha realizzata con molti corpi prevalentemente vetrati e interallacciati tra loro su 5 piani.

Personaggi che si incontrano girando per i corridoi

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Il museo Buchheim oggi offre, come accennato sopra, mostre temporanee che si integrano con la collezione di opere miscellanee che il suo fondatore ha raccolto durante la sua vita. Lavori di artigianato artistico da tutto il mondo e in particolare della Baviera, oggetti di arte africana e di culture extraeuropee che si confrontano con la imponente collezione di capolavori dell’Espressionismo tedesco dalle avanguardie del movimento Die Brücke (Il ponte 1905-1913 Dresda e Berlino) agli sviluppi successivi.

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Maschera africana

Il museo offre una sorta di viaggio nei regni della fantasia ai visitatori di ogni età. Infatti ci sono spazi di riposo molto confortevoli sempre contornati da opere di fantasia, nonché una fornita caffetteria (Phoenix in Buchheim Museum) dove si mangia abbastanza bene, con spazi all’esterni per l’estate. C’è una attrezzatissima sala per bambini, dove oltre la possibilità di movimento per arrampicarsi su alberi appositamente attrezzati in una adeguata coreografia, i bambini a seconda delle età possono disegnare, scrivere, leggere libri, costruire con Lego o pezzi di legno, insomma impegnarsi anche assistiti da qualificato personale. In un passaggio c’è un circo costituito da siluette di legno intagliato e colorato con tanti caroselli girevoli accompagnati da adatte musichette.

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Comitiva in battello cigno

Salendo con l’ascensore al 4° piano abbiamo scoperto una sala dove sono raccolte le opere dei dipendenti. Una idea di Lothar-Günther Buchheim e di sua moglie Ditti (Diethild): volevano che le persone scoprissero la loro creatività e si sentissero coinvolti, partecipando a questa avventura. Sono raccolti lavori del personale di tutte le categorie, dagli addetti alle mansioni più umili ai dipendenti direttivi. Lo spettro copre pittura, disegni, fotografie, assemblaggi, sculture e installazioni, un carosello di cose tra le quali alcune mostrano segni di notevole sensibilità artistica.

Naturalmente non mancano le opere dello stesso Buchheim, artista, non specializzato in una particolare tecnica, ma curioso collezionista di tutto di più, che si contornava nel suo studio, che si trova su un piano rialzato da cui si domina un salone di esposizione, delle cose più strane dalle quali traeva ispirazioni.

Una idea della atmosfera “festosa” in cui ci siamo trovati credo sia percepibile, più che dalle fotografie statiche da me scattate, nel video del museo che ho trovato su internet,

Lothar-Günter Buchheim

Credo sia importante per capire questo museo, scoprire qualcosa di più su chi era questo personaggio suo fondatore.

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Lothar Buchheim al temo della pubblicazuine del libro

Lothar-Günter Buchheim (Weimar 1918 - Starnberg 2007) era certamente un ecclettico: secondo figlio di una pittrice è stato lui stesso un artista e pittore molto vario, giornalista fin dalla adolescenza, fotografo, marinaio, scrittore di successo. Durante la seconda guerra mondiale fu imbarcato su un sommergibile U-Boot come corrispondente di guerra per propagandare i successi della marina tedesca nell’Atlantico. Da qui trasse ispirazione per scrivere nel 1973 “Das Boote” una autobiografia romanzata raccontata dal Luogotenente Werner, che ha avuto un grande successo editoriale e che nel 1981 è diventato un film (regista Wolfgang Petersen) con lo stesso titolo, che gli ha dato fama internazionale. In seguito dal 1976 al 1988 ha pubblicato una trilogia sulla guerra dei sottomarini riccamente documentata dalle sue foto che è diventata un riferimento per lo studio di quel periodo.

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Il Libro di Lothar Günther Buchheim

Negli anni subito dopo la guerra Buchheim ha lavorato come artista, collezionista d’arte, editore d’arte e tra il 1950 e il 1960 ha fondato una casa editrice d’arte, pubblicando libri su pittori moderni Braque, Max Bechmann, Otto Müller, Picasso. Nel frattempo ha avuto l’opportunità di raccogliere a prezzi molto bassi opere d’arte espressionista, considerata “degenerata” dal nazismo e rimossa dai musei.

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Lothar Günther Buchheim

Riuscì così a mettere insieme una cospicua collezione di opere dell’Espressionismo tedesco dal gruppo Die Brücke di Dresda al Blaue Reiter di Monaco, oltre che contemporanei tedeschi e anche francesi.

Più tardi nella vita ha cominciato a pensare a dove ospitare la sua raccolta di opere d’arte, dapprima nella sua casa di Feldafing, ma per contrasti con i suoi concittadini ha dovuto spostarsi nel vicino comune di Bernried, dove finalmente nel 2001, appoggiato finanziariamente dal governo della Baviera, ha potuto aprire il suo museo, che ha diretto fino alla sua morte nel 2007.

Spero di essere stato in grado di comunicare ai lettori una idea sufficiente della originalità ed eccletticità di questo museo e del suo fondatore e mi è quindi possibile passare a raccontare delle due mostre principali che ho visitato.

L’ESPRESSIONISMO tedesco in mostra al Buchheim Museum

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Ernst Kirchkner - Nude on a Blue Grund, 1911

Una affascinane e ricca mostra per scoprire questo movimento del ‘900.

Come noto l’Espressionismo Tedesco è stato un importantissimo contributo all’arte moderna della Germania al mondo e deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke (“Il Ponte”) a Dresda il 7 giugno 1905 da parte di Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976). Die Brücke nel 1911 si trasferì a Berlino dove nel 1913 si è ufficialmente sciolto, ma la sua influenza ha fortemente marcato i decenni a venire

Chi è stato a Berlino avrà certamente visitato il ricco Museo Die Brücke a Berlin-Dahlem.

L’Espressionismo è una corrente artistica, ricca di contenuti sociali e drammatici. Questi artisti fortemente osteggiati dalla critica e dal pubblico all’inizio del secolo XX, divennero poi nel periodo della Repubblica di Weimar celebri come gloriosi esempi di arte contemporanea. Come detto sopra rifiutati dal nazismo, nel secondo dopo guerra nuovamente apprezzati, gli artisti del Brücke volevano collegare di nuovo l’arte alla vita e vivere per liberarsi delle convenzioni rigide del periodo dell’Impero tedesco di fine ’800. C’è la ricerca del soggettivo nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo, stimolano riflessioni sulla solitudine dell’uomo, sull’alienazione dell’individuo, sull’immoralità. La loro forma grafica espressiva era essenziale e alquanto semplificata. Fondamentale della loro attività fu la produzione grafica, specie nella pratica della xilografia. di cui diventarono maestri. Molto importanti in questo campo i lavori di Kirchner, Heckel , Pechstein e Schmidt-Rottluff.

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Scorcio sulla mostra Expressionisten

A Monaco di Baviera nel 1911 alcuni artisti formarono il gruppo Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro) elaborando i concetti propugnati dal Brücke, portandoli ad una svolta: “l’espressione interiore diventa il motore fondamentale, tale da portare talvolta al totale rifiuto dalla realtà”. Questa visione getta le basi per la nascita dell’astrattismo, del quale Vasilij Kandinskij sarà il padre.

La presentazione delle opere degli espressionisti della collezione Buchheim è in una sala molto luminosa con luce naturale e le pareti sono bianche come si può vedere dalla foto ripresa da un piano ammezzato che si svolge su un lato lungo del salone.

Le 14 immagini riportate qui sopra sono mie foto riprese in loco dei quadri tra quelli che mi hanno colpito di più. Una curiosità: la legenda di ciascun quadro è stampata sul pavimento, come si può notare nella immagine n.10b.

Ovviamente è esposta solo una parte delle opere che fanno parte della collezione Buchheim, in questo modo ogni opera ha il suo spazio e si può godere senza essere sopraffatti da un eccessivo carico.

Il catalogo della mostra Expressionisten (solamente in lingua tedesco), che pesa oltre 2 kg, riproduce ben 756 opere dei 35 artisti raccolti. Esso è organizzato in 5 capitoli, dove sono raggruppati gli artisti:

“La vigilia della rivolta. La Seccessione” con 3 artisti, per proseguire con il capitoli che rappresentano il nucleo forte della collezione:

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Acquarello da M_Pechstein di LDV 2013

“Il movimento Die Brücke” che illustra la storia e le opere di Erick Henkel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Otto Müller (1874-1930), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976), Max Pechstein (1881-1951), (del quale ho avuto l’opportunità di interpretare ad acquarello un suo quadro), Emil Nolde (1867-1956) il quale si è poi avvicinato al gruppo di Monaco Der Blaue Reiter, ampiamente documentato nel bel Museum Frieder Burda di Baden-Baden.

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Manifesto della mostra Emil Nolde al Museum Frieder Burda di Baden Baden

Nella collezione Buchheim sono presenti per Der Blaue Reiter gli artisti Heinrich Compendonk (1889-1952), Alexej von Jawlensky (1864-1941), Alfred Kubin (1877-1959), August Macke (1887-1914), Franz marc (1880-1916).

Tra “I Solitari” troviamo Ernst Barlach (1870-1938), Max Bechmann (1884-1950), Otto Dix (1891-1969), Lyonel Feiningen (1871-1956), Max Kaus (1891-1977), Christian Rohlf (1849-1938, Oskar Kokoschka (1889-1980) che ebbe per musa e amante la moglie del musicista Gustav Mahler, la nota artista Alma Mahler, le cui avventure galanti, amanti e successivi mariti hanno riempito le cronache rosa di alcuni decenni del XX secolo.

L’ultimo capitolo del catalogo “I compagni di viaggio, I pittori della seconda generazione”, comprende una ventina di artisti con una sessantina di loro opere.

Le opere esposte nel museo ed il catalogo sono in grado di dare una visione panoramica nell’arco di un secolo degli artisti Espressionisti. Intenzionalmente ho voluto indicare per gli autori citati sopra le loro date, in modo da poter avere una idea temporale della loro presenza sulla scena artistica del ‘900.

Clelia Segieth ha curato la scelta dei testi del catalogo che ripresi da vari scritti di Lothar-Günther Buchheim, mentre le vite degli artisti sono state scritte da Ellen Maurer. Il catalogo è edito da Buchheim Verlag, fondata dal mecenate.

Della mostra di Hundertwasser ho preferito parlarne in un articolo separato, in quanto la trattazione è abbastanza lunga e gli interessati possono raggiungerlo cliccando sul seguente titolo Hundertwasser: Schön & Gut.

P.S.

NOTA le foto indicate con (*) sono tratte dal siti del museo, tutte le altre sono dell’autore dell’articolo.
Le foto fisse si ingrandiscono cliccandoci sopra

BIBLIOGRAFIA

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Expressionisten, Smmlung Buchheim
Catalogo della mostra: Espressionisti.

EXPRESSIONISTEN – Sammlung Buchheim, (Buchheim Verlag 1998)

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Brücke und Berlin, 100 Jahre Expressionismus

Brücke und Berlin – 100 Jahre Expressionismus. Staatliche Museen zu Berlin (Nicolaische Verlagbuchhandlung 2005)

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The Buchheim Museum . A short guide
Breve guida del museo

The Buchheim Museum – A short guide (Buchheim Verlag 2001)


 

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