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Arte islamica alle Scuderie del Quirinale

Una mostra dei capolavori della collezione al Sabah del Kuwait
martedì 1 settembre 2015 di Nica Fiori

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Se paragoniamo il mondo islamico a un grande variopinto tappeto, i cui fili intrecciati corrispondono a una moltitudine di persone diverse per linguaggio e colore della pelle, ci rendiamo conto della difficoltà di riunire il tutto sotto una fisionomia unitaria, determinata da esigenze religiose. Per questo è più giusto parlare di mondi islamici, la cui comprensione per noi occidentali, ma anche per gli stessi musulmani, può essere aiutata dalla conoscenza dei suoi tesori artistici. In questo momento che ci vede sconvolti per gli attentati operati dall’ISIS, con le decapitazioni che ci riportano indietro nel tempo o la distruzione di siti archeologici in Siria, una mostra sull’arte islamica potrebbe apparire a qualcuno fuori luogo, e invece è proprio l’Arte che può essere ambasciatrice di culture ed esperienze storiche molto diverse, e quindi favorire la comprensione e il rispetto reciproci.

È questo, in fondo, l’intento della mostra “Arte della civiltà islamica. La Collezione al Sabah, Kuwait”, che si tiene a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, dal 25 luglio al 20 settembre 2015. Oltre 360 oggetti provenienti dalla Collezione dello sceicco Nasser Sabah al-Ahmad al-Sabah e di sua moglie, la sceicca Hussah Sabah al-Salim al-Sabah, ripercorrono mille e quattrocento anni di storia dell’arte islamica con una ricchissima varietà tipologica (dalle ceramiche alle miniature ai gioielli preziosissimi) e geografica (dalla Spagna moresca al Medio Oriente all’India musulmana dei Moghul), evidenziando i diversi aspetti di una civiltà che ha segnato con i suoi influssi anche la nostra cultura. La sceicca, presente all’inaugurazione, ha affermato che “solo quando un’opera è condivisa e apprezzata diviene arte” ed è per questo che con passione porta avanti la promozione della raccolta, in quanto patrimonio di tutti.

La collezione, iniziata 40 anni fa, vanta circa 35.000 oggetti ed è una delle più importanti al mondo, non solo per ampiezza, ma anche per qualità e originalità delle opere. In occasione della Festa Nazionale del Kuwait, il 23 febbraio 1983, la collezione (chiamata poeticamente Dar al-Athar al-lslamiyyah, ’Casa delle Espressioni Culturali dell’Islam’) venne offerta in prestito permanente al Museo Nazionale del Kuwait, dove rimase fino alle tragiche vicende dell’invasione irachena nell’agosto 1990. Dalla razzia allora operata si salvarono un centinaio di oggetti, il nucleo della mostra ’Arte Islamica e Mecenatismo’, protagonista di un tour che ha toccato oltre venti fra i musei più importanti del mondo giungendo anche in Italia, a Firenze, nel 1994. Le altre opere, in seguito quasi integralmente recuperate a Baghdad, sono poi tornate in Kuwait, ma mancano all’appello una cinquantina di oggetti, tra cui tre importantissime gemme Moghul, che la sceicca si augura non vengano tagliate.

Nella mostra possiamo ammirare opere di grande raffinatezza: dalle pagine del Corano mirabilmente dipinte a quelle di libri e manoscritti miniati; capitelli marmorei con iscrizioni, fregi lignei e scatole in avorio decorate con uccelli e piante; straordinari vetri lavorati, come pure pedine del gioco degli scacchi in cristallo di rocca. Ovviamente non mancano le preziose stoffe in velluto e seta (tra cui un vestito di bambino con formule magiche) e gli sfarzosi tappeti lavorati in lana, in particolare un enorme tappeto iranico del XVIII secolo strutturato come un giardino e un altro indiano del XVII secolo con una stupefacente varietà di piante fiorite. Tra gli elementi architettonici più particolari troviamo una lastra di marmo per cascata d’acqua, scolpita a rilievo con un motivo a “conchigliette vegetali”, e una merlatura in ceramica turchese, che faceva forse parte della recinzione di una tomba.

Il percorso della mostra si articola in due parti. La prima è rigorosamente cronologica e introdotta da una piccola sezione numismatica atta a inquadrare storicamente e geograficamente le principali fasi dello sviluppo delle civiltà musulmane. Si prendono le mosse dalle influenze delle grandi civiltà rivali di quella nascente islamica (tardo antica bizantina da un lato, mesopotamica orientale dall’altro, non senza sottovalutare gli apporti centroasiatici, indiani e dell’Oriente più estremo), sugli inizi e sul periodo formativo, per passare allo sviluppo di un linguaggio artistico autonomo e peculiare che via via si ramifica e consolida con esiti straordinari, per concludere con i tre grandi imperi cinquecenteschi: il mediterraneo dei Turchi Ottomani, quello iranico dei Safavidi di confessione sciita, e l’indiano Moghul dalla fiabesca opulenza.

Miniatura su seta con la rappresentazione di una coppia principesca

Nella seconda parte si approfondiscono alcuni temi e modi espressivi delle esperienze artistiche islamiche, come la sublime arte della calligrafia, che ha il compito di perpetuare e preservare il nome di Allah, la scientifica e dotta esplorazione delle possibilità matematico-geometriche, l’infinita fantasia del motivo floreale ripetuto (arabesco), fino alla rappresentazione astratta e realistica della figura animale o umana, che smentisce il falso mito della iconoclastia islamica. Infatti, come afferma il curatore Giovanni Curatola “esiste una differenziazione nell’approccio artistico islamico fra uno spazio che è pubblico, come la moschea, la scuola coranica e altri edifici pubblici, e il privato. Lo stesso califfo o sultano o shah può ordinare la costruzione della moschea nella quale non troveremo alcun approccio figurativo, mentre nel suo privato, nella decorazione del suo palazzo, oppure negli oggetti, nei libri, nelle miniature, abbiamo una profusione, una massa straordinaria di bellissime immagini, in alcuni casi realistiche” (Catalogo Skira).

Chiude la mostra la sezione dedicata ai gioielli. Le opere di oreficeria, principalmente indiane, sono il vanto della Collezione al-Sabah che in questo settore non teme, per quantità e qualità delle opere, rivali al mondo. Si tratta di collane e bracciali d’oro, diamanti e pietre preziose, ma anche pugnali di giada incastonati con rubini e smeraldi e altre meraviglie.

P.S.

Arte della Civiltà Islamica. La Collezione al-Sabah, Kuwait
Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio 16, Roma
20 luglio – 20 settembre 1015
Orario: da domenica a venerdì dalle 12 alle 20; sabato dalle 12 alle 23

A settembre è previsto un programma di approfondimento della civiltà islamica, il cui calendario è consultabile sul sito www.scuderiequirinale.it


 

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