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Gli Etruschi e il Mediterraneo. La città di Cerveteri

Una grande mostra al Palazzo delle Esposizioni sulla più importante città etrusca del Lazio
giovedì 1 maggio 2014 di Nica Fiori

Argomenti: Mostre, musei, arch.
Argomenti: Architettura, Archeologia


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Il fasto delle tombe aristocratiche, i decori templari in terracotta, l’importanza della scrittura e il gusto per le rappresentazioni mitiche, ma anche la vita quotidiana di quella che per lo storico Dionigi d’Alicarnasso era “la più prospera e popolata delle città dell’Etruria”, emergono dalla mostra “Gli Etruschi e il Mediterraneo. La città di Cerveteri”, ospitata a Roma nel Palazzo delle Esposizioni dal 15 aprile al 30 giugno 2014. La mostra, curata da Francoise Gaultier e Laurent Haumesser, del Louvre, Paola Santoro e Vincenzo Bellelli, del CNR, Alfonsina Russo Tagliente e Rita Cosentino, della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, presenta circa 400 pezzi che illustrano la città di Kaiseraie (Agylla per i Greci), diventata Caere in epoca romana, durante un arco di tempo di circa otto secoli.

Come sottolinea la Soprintendente Alfonsina Russo Tagliente, la scelta è stata quella di mettere a confronto capolavori assoluti provenienti dai musei di Parigi, Londra, Berlino, Copenaghen, Amsterdam, Bruxelles con quelli ospitati in Italia, a Cerveteri, nel Vaticano, nei Musei Capitolini e nel Museo Etrusco di Villa Giulia, tutte opere “che restituiscono a Cerveteri il suo primato culturale e artistico, il suo ruolo di ponte privilegiato con i Greci e con le genti del Mediterraneo orientale” .

Proprio il confronto diretto con i reperti ha consentito di fare una scoperta che apporta un contributo alla conoscenza dell’immaginario mitico dei principi etruschi: nel 2013 durante operazioni di ripulitura del tumulo di Campo della Fiera sono stati ritrovati dei frammenti di un vaso in bucchero con una raffigurazione graffita. Il tema rappresentato in uno dei frammenti è quello dei funerali di Achille, cui assistono la madre Teti e le Nereidi. La dottoressa Cosentino ha intuito che i frammenti potessero appartenere a un’olpe (una brocca per versare vino) conservata a Bruxelles, con provenienza generica da Cerveteri, che attualmente è esposta in questa mostra. La certezza si è avuta proprio in questa occasione, perché si è constatato che i frammenti combaciano perfettamente con l’olpe.

Finalmente uno dei reperti più prestigiosi dell’attuale mostra, il sarcofago degli Sposi del Louvre, approda nella stessa città dove è il sarcofago gemello, conservato a Villa Giulia. Le due coppie di sposi finalmente si riavvicinano: la nostra sensazione è che l’esemplare conservato a Roma, anche se ricostruito assemblando 400 frammenti, è più affascinante di quello del Louvre, la cui terracotta, ripulita di recente, appare come nuova.

La mostra permette di farci un’idea della formazione delle collezioni ottocentesche, successive alla scoperta di Cerveteri, come la celebre collezione Campana. Ricordiamo che la straordinaria raccolta del marchese Giovanni Pietro Campana, direttore del Monte di Pietà a Roma, fu messa in vendita dopo il suo tracollo finanziario e acquistata nel 1861 in parte dall’Inghilterra, in parte dallo zar Alessandro II e in gran parte da Napoleone III, che la collocò nel Louvre.

Alla stessa collezione appartenevano le “lastre Campana”, ovvero lastre di terracotta dipinte (alte circa 130 cm) con belle figure maschili e femminili che permettono di farsi un’idea della pittura ceretana dei templi e delle case, anche se in un secondo tempo devono essere state sistemate in una tomba, dove in effetti sono state rinvenute. Il soggetto raffigurato è probabilmente mitico, ma di difficile interpretazione.

La mostra, partendo dalla scoperta della città negli anni ‘20 dell’Ottocento, illustra la sua storia, evidenziando l’importanza delle necropoli, ma anche la vita nella città dei vivi, di cui ora conosciamo alcune architetture (tra cui il frontone di un tempio proveniente dalla vigna Marini-Vitalini), e del suo porto, Pyrgi, che ha restituito i resti di due templi, dei quali sono in mostra anche diversi elementi mai esposti prima o addirittura inediti.

Dal 2004 patrimonio dell’Umanità, la necropoli della Banditaccia, la più importante di quelle di Cerveteri, ha restituito i celebri tumuli, monumenti funerari circolari che possono raggiungere 60 m di diametro e sono costituiti da diverse camere, scavate nel tufo, rispondenti in larga misura all’architettura e all’arredamento delle abitazioni urbane. La tomba delle Cinque Sedie, le cui sculture (provenienti dal British Museum e dai Musei Capitolini) sono in parte presenti, ci offre la straordinaria riproduzione di un banchetto familiare. In mostra possiamo ammirare la magnificenza degli arredi funerari di alcune tombe, tra cui la Regolini-Galassi, comprendenti vasellame in argento e preziosi oggetti d’importazione.

Tra i vasi esposti ricordiamo il grande cratere di Eufronio del Louvre, di produzione attica e il psykter (vaso per raffreddare il vino) di Duride del British Museum. Ma, accanto alla ceramica da tavola d’importazione (soprattutto di Corinto e di Atene) si trovano anche i servizi di produzione ceretana. È proprio a Cerveteri che si sviluppa il bucchero, una ceramica nera che imita il bronzo. Inoltre, è sempre qui che le élite etrusche imitano l’alfabeto dei Greci insediati nell’Italia meridionale. Tra le iscrizioni esposte ci sono pure le celebri lamine d’oro di Pyrgi, con un testo in etrusco e punico.

Dopo il grande splendore del VII secolo a.C. si assiste a un periodo di relativa crisi nella seconda metà del V secolo a.C., che porta l’Etruria nel secolo successivo a un periodo di profondo rinnovamento, ma dopo, man mano che Roma espande il suo potere nel Mediterraneo, si arriva a una latinizzazione della città fino alla sua definitiva conquista da parte dei Romani e alla sua integrazione nell’impero. Particolarmente emblematico di questa situazione appare un rilievo in marmo, detto “Trono di Claudio” (l’imperatore che scrisse un libro sugli Etruschi, purtroppo non pervenuto), che raffigura la personificazione di tre città etrusche i cui nomi sono scritti in latino.

“Gli etruschi e il Mediterraneo. La città di Cerveteri”

Palazzo delle Esposizioni. Roma, Via Nazionale, 194

Catalogo: Somogy- Editions d’Art

Orari: dalle 10 alle 20; venerdì e sabato dalle 10 alle 22,30; lunedì chiuso

 

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