Meravigliosamente conservata nel suo contesto urbano medievale, tanto da essere inserita tra i borghi più belli d’Italia, la piccola città di Corciano, situata tra Perugia e il lago Trasimeno, ci sorprende per le proposte culturali che offre, dimostrando un interesse per l’arte tutt’altro che comune. La Pala dell’Assunta nell’omonima chiesa, in particolare, è motivo di vanto per i corcianesi: autore dell’opera è Pietro Vannucci, detto il Perugino, il “divin pittore” (secondo un’espressione di Giovanni Santi) che nel 2004 è stato oggetto a Perugia, a Città della Pieve e nella stessa Corciano di una serie di importanti esposizioni.
- Corciano, Porta Santa Maria
Ora, cinque secoli dopo l’esecuzione della Pala, Corciano celebra questa ricorrenza nella mostra: “Con oro e colori preziosi e buoni. Perugino a Corciano. 1513-2013. I cinquecento anni della Pala dell’Assunta”.
Il titolo della mostra parte da una citazione del contratto della commissione (esposto insieme ad altri documenti), che Perugino sottoscrive per un compenso di 100 fiorini e che si impegna ad eseguire nell’arco di otto mesi. Altre fondamentali scoperte d’archivio sono alla base dell’idea portante dell’esposizione, ovvero la funzione e l’impokirtanza delle macchine d’altare peruginesche nelle chiese pre-concilio di Trento e, quindi, il ruolo determinante della cornice, come parte integrante dell’opera stessa, e dei suoi artefici, i maestri lignari.
- Pala dell’Assunta
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- Pala Decemviri
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- Cornice Madonna di Loreto
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La mostra parte dalla visione della pala nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, dove è custodita l’opera del Perugino, che ha in qualche modo contribuito a scrivere la storia dell’edificio stesso. La tavola centrale (cm 226 per149) raffigura l’Assunzione della Vergine, dipinta all’interno di una mandorla tra angeli adoranti e musicanti e testine di cherubini. Al di sotto sono collocati gli apostoli che assistono alla scena con atteggiamento reverenziale e di sorpresa. Quello centrale, inginocchiato, è San Tommaso, che ha appena ricevuto dalla Madonna, in segno di benevolenza, la cintola che reca tra le braccia.
L’opera appartiene alla fase tarda dell’artista, indirizzata verso un più dolce sfumato leonardesco, rielaborato secondo il suo sentire. Anche se lo schema compositivo ricalca quello di precedenti opere del Perugino, il dipinto è caratterizzato da armonia ed eleganza, soprattutto nella fusione dei personaggi con l’ambiente collinare circostante. Alcune nuvole separano idealmente l’ambito divino da quello terrestre.
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- Pala dell’Assunta
- Ipotesi ricostruttiva 1
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- Pala dell’Assunta
- ipotesi ricostruttiva 2
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Le scene delle due predelle sottostanti raffigurano l’Annunciazione e la Natività, inserite in un contesto idealizzato e rese con una pennellata più veloce, tipica dei dipinti di piccole dimensioni cinquecenteschi. La cornice che vediamo attualmente risale all’Ottocento ed è decisamente diversa dalle due ipotesi ricostruttive che vengono proposte in mostra con videoproiezioni che si sovrappongono alla pala (ovviamente in tempi differenti), così da farcela immaginare come doveva apparire nel secolo XVI.
La cornice, presumibilmente, doveva ricalcare nella forma quella di una facciata a tre fornici, con quello centrale più ampio che ospitava il dipinto principale e quelli laterali più piccoli con nicchie o forse con decori dipinti. Le predelle sottostanti potevano essere collocate o sotto il dipinto centrale o sotto gli archi laterali. Nella ricostruzione, sulla base delle indicazioni contenute nei contratti, ha assunto particolare enfasi la decorazione “a chiocciola”, che orna i fornici e il coronamento, associata agli altri motivi ornamentali tipici perugineschi.
Questa complessa struttura non si è mantenuta perché la chiesa ha subito nel tempo una serie di modifiche, mentre si sono conservate, per fortuna, altre preziose cornici, che sono esposte nella chiesa museo di San Francesco, dove prosegue la mostra.
- Corciano
- Panorama
La Pala dei Decemviri, risalente al 1495, conserva l’apparato ligneo policromo e dorato e sulla cimasa il bellissimo “Cristo sul sarcofago” del Perugino, mentre il dipinto centrale è una copia eseguita da Domenico Garbi nel Settecento. La pala era collocata un tempo nel Palazzo dei Priori di Perugia, ma fu smembrata a seguito delle requisizioni napoleoniche del 1797. Il dipinto principale venne mandato a Parigi (ma ora è al Vaticano), mentre la cornice rimase a Perugia.
Un altro apparato ligneo che si è conservato è quello della Pala della Madonna di Loreto, eseguita dal Vannucci per la chiesa di Santa Maria dei Servi di Perugia. Anche in questo caso, il dipinto del Perugino è stato portato altrove (attualmente si trova alla National Gallery di Londra) e sostituito da una copia. Questa volta la cornice, decorata con grottesche dipinte, è stata eseguita da un artigiano dalmata attivo a Perugia.
Un secondo aspetto che viene affrontato in mostra riguarda il restauro. Partendo da quello che ha interessato il dipinto corcianese nel 2003-2004, si ripercorre la storia degli interventi precedenti fino a giungere a quello storico condotto nel 1838 da Giuseppe Carattoli, restauratore e insigne copista del Perugino.