Sarà disponibile dal 20 maggio, in esclusiva su RaiPlay, il film "LE STELLE DI DORA”, tratto dalla graphic novel Le stelle di Dora, Le sfide del Generale dalla Chiesa (Ed. Solferino) di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, sulla vita e le sfide del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, raccontata per immagini e narrata da Francesco Pannofino.
Dora Foppo, prima moglie di Dalla Chiesa, era solita pulire le stelle sulla divisa del marito con delicatezza. Il generale descriveva questa azione semplice come un gesto quotidiano di grande dolcezza - parevano carezze sulle sue spalle – e l’aneddoto mette in luce l’umanità di un uomo considerato “di ferro”. Questo lato è uno dei protagonisti del film di animazione di 60 minuti ‘Le stelle di Dora’, presentato in anteprima mondiale il 24 luglio 2023 al Giffoni Film Festival. La regia a quattro mani è firmata da Ciaj Rocchi & Matteo Demonte, su soggetto di Alfonso Manzo.
“Le stelle di Dora” ricorda la vita del Generale e le sue battaglie contro i nazisti nelle Marche, contro la mafia in Sicilia, contro le Brigate Rosse, fino alla tragica fine di Palermo. Inoltre esplora anche la sua vita famigliare, attraverso le lettere private che scrisse per tutta la vita alla prima moglie Dora.
Il racconto comincia dalla fine, con le ultime battute tra il Generale dalla Chiesa, ormai Prefetto di Palermo, e la giovane seconda moglie Emanuela Setti Carraro. La sensazione di catastrofe preannuncia la raffica di proiettili che ucciderà i due sposi all’istante. Da lì, come in un flashback, parte la cavalcata: chi era, da dove veniva quel piemontese, figlio a sua volta di un Generale dei Carabinieri? Volontario in Montenegro nei primi anni della II Guerra Mondiale, Tenente dei Carabinieri a San Benedetto del Tronto durante la Resistenza partigiana, parte del Comando Gruppo Squadriglie delle Forze Repressione Banditismo in Sicilia nei primi anni della Repubblica e poi, Capitano in servizio a Roma, Firenze, Como, Milano; una carriera guadagnata sul campo, tornando in Sicilia, prima come Comandante della Legione di Palermo, dove aveva studiato il fenomeno mafioso, e infine come Prefetto. Un ultimo sacrificio il suo, senza più divisa e con un solo uomo a fargli da scorta, per dimostrare che la legalità è più forte della mafia e che lui non ha paura.
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