Nel più classico degli incidenti aerei, anche quello occorso poco distante dall’aeroporto di Addis Abeba, è avvenuto in fase di rullaggio, quando la piantata di un motore, come sembra dalle prime indagini, non consente più di abortire il decollo.
La fase di decollo di un velivolo, come anche i profani ormai sanno, è quella che presenta le maggiori criticità. Il rullaggio che precede lo stacco delle ruote da terra che i passeggeri avvertono con il salire dei giri dei motori e con la conseguente spinta che salda la schiena alla poltrona (indicativamente, per gli aerei di linea, alla velocità di 250 km/h) è convenzionalmente chiamata velocità V1 o di decisione, raggiunta la quale, segue la velocità di rotazione (Vr) quando il pilota manovra per staccare le ruote dal suolo e, per finire, la velocità di sicurezza (V2) durante la quale la salita può continuare anche quando un motore dovesse spegnersi.
Tutto lascia ipotizzare che l’aereo della compagnia etiope abbia subito l’avaria ad un motore durante una delle tre velocità raggiunte, tali da non consentire durante la V1 di abortire il decollo e tanto meno di non proseguire il volo a V2 raggiunta. I sofisticati software che oggi governano i moderni Jet di linea entrano allora in azione, escludendo ogni intervento manuale e garantendo in questi casi, il rientro in tutta sicurezza all’aeroporto di decollo o a quello più vicino. Così però non è stato per gli sfortunati 157 passeggeri, dei quali otto italiani.
Una preoccupante “casualità” richiama alla mente quanto accaduto solo cinque mesi fa ad un velivolo simile in Indonesia, schiantatosi al suolo con le stesse dinamiche e solo l’analisi del flight data recorder (la registrazione dei parametri di volo) e del cockpit voice recorder (la registrazione dei suoni in cabina di pilotaggio) potranno fare luce sulle reali cause dell’incidente.
A questi gravi lutti che in pochi mesi hanno colpito l’aviazione civile internazionale, vorrei solo aggiungerne uno, anch’esso capitato poco dopo il decollo in Francia il 25 luglio 2000. Riguardò niente meno che il velivolo passeggeri per eccellenza. Il Concorde, capace di percorrere la tratta Parigi-New York a velocità di crociera supersonica, pari a due volte appunto quella del suono (mach2) riducendo drasticamente i tempi di percorrenza che potevano essere raggiunti soltanto dai jet militari.
- Concorde
Quell’incidente, che causò cento morti, unitamente alle polemiche che hanno sempre accompagnato la sua vita operativa per gli esorbitanti costi di esercizio, anche a livello d’inquinamento atmosferico, solo tre anni dopo ne decretò la radiazione dalla linee di volo e, ironia della sorte, sostituito in gran parte nelle flotte aeree anglo-francesi con i Boeing 737 ancora oggi tra i più venduti nel mondo e ritenuti tra i più affidabili.