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Ministri e burosauri.

Un esame del caso Lupi e delle sue eventuali reali sue mancanze
mercoledì 1 aprile 2015 di Michele Penza

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Politica


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Purtroppo è destino che il cammino di questo governo che si è posto l’ingrato compito di migliorare il paese malgrado l’opposizione trasversale tenacissima di tanti ad ogni mutamento che scalfisca di un infinitesimo i vantaggi e le appropriazioni indebite, perpetrati da soggetti rampanti e lobbie dominanti, debba procedere quotidianamente tra ostacoli e trabocchetti di ogni specie. E non è detto che la minaccia venga sempre dagli avversari, talvolta l’insidia proviene da fuoco amico.

Non sono complottista, non sto sostenendo la tesi che il cammino delle riforme sia lento e scarsi ancora i risultati conseguiti per colpa esclusiva degli altri, di quelli che non la pensano come noi. So benissimo che la natura umana è quella che è, e non credo che l’uomo, meno che mai quello civilizzato, nasca come soggetto connotato da generosità e altruismo ma che piuttosto sia mentalmente strutturato come un animale da preda. L’interesse egoistico è la fondamentale motivazione delle sue azioni, la vera forza che spinge il mondo. E’, ancor più che opportuno, necessario che la organizzazione sociale lo incanali per contemperarlo con l’interesse di tutti.

Ho due bellissimi nipotini, di sei e quattro anni, dolci e teneri come due agnellini. Se il piccolino prende un giocattolo in mano dopo venti secondi la sorellina glielo ha strappato e devo intervenire per non farli azzuffare. Fatte le debite proporzioni possiamo riportare su scala lo stesso fenomeno e verificarne la conferma considerando quel che può accadere, e puntualmente accade, in questo mondo di lupi quando sono in ballo enormi quantità di denaro. (e parlo di lupi feroci, col pelo sullo stomaco, ancora non sto alludendo a Maurizio).

Si è verificata in questo paese una serie di circostanze per le quali una minoranza consistente di cittadini approfittando di una fase storica di debolezza e sbandamento nella conduzione dello stato e soprattutto di una profonda crisi culturale, morale e politica di tutto il paese che si è acuita negli ultimi vent’anni si è posta nelle condizioni di migliorare notevolmente il proprio stato a danno della collettività modificando persino leggi e normative a proprio vantaggio. In modo autoreferenziale le categorie più potenti, complici nella prevaricazione, sono riuscite persino a rideterminare le proprie retribuzioni e pensioni in misura del tutto sproporzionata rispetto alle altre e incongrua rispetto alle risorse disponibili.

La grave crisi economica che è sopraggiunta ha colpito tutti gli altri, gli esclusi dal saccheggio, ma non loro che in taluni casi ne hanno addirittura tratto vantaggio, si sono arricchiti.

A questo punto non possiamo aspettarci che alcuno si rassegni facilmente a mollare la presa senza lottare con le unghie e coi denti ma dobbiamo avere anche la lealtà di riconoscere che probabilmente avremmo fatto lo stesso anche noi se ci fossimo trovati al loro posto. Dobbiamo quindi lottare tutti duramente per ristabilire una equità di condizione ma senza odio, senza rancori, badando a preservare al contempo l’unità del paese.

Siamo già abbastanza divisi, non servono ulteriori divisioni. Dico questo perché non mi sono piaciuti i toni di alcune critiche particolarmente acide tra tutte quelle, sostanzialmente ineccepibili, che sono state rivolte al ministro Lupi a conclusione della recente vicenda che ha portato alle sue dimissioni da ministro. In epoca nella quale è più facile vincere al lotto che procurarsi un posto di lavoro con le proprie forze perché oggettivamente le possibilità di trovarne sono diventate sempre più scarse la verità, quotidianamente riscontrata è che qualsiasi genitore in Italia sarebbe disposto a prostituirsi (e i modi e le forme sono tanti) pur di ottenere un lavoro per i figli. E’ ormai divenuta questione di sopravvivenza. Di uomini dotati di una forza morale tale da rinunciare, potendolo, a profittare di una tale opportunità ne avrò incontrati un paio, sì e no, in tutta la mia vita.

D’altra parte certo è che da un ministro è lecito attendersi che, preso in castagna, si dimetta. Ciò è ovvio e fuori discussione, lo impone non solo la liturgia del politicamente corretto ma un minimo di rispetto per tutti gli altri cittadini ai quali il ministro dovrebbe essere di esempio, ma esagerare e infierire sull’uomo come taluni, penta stellati o meno, hanno voluto fare è semplicemente ipocrita. No, non è di questo che Lupi si deve vergognare, non è questa la sua pecca, ma casomai un’altra. Il suo è un caso diverso da quello dei tanti corrotti. Lupi non è un disonesto o uno che rema contro, è solo uno che non ha i muscoli per remare forte nella direzione giusta.

Il problema di cui parlo non riguarda solo lui perché mi riferisco alla preparazione inadeguata alle funzioni cui è preposto che manifesta la generalità del personale politico, ed investe la scuola, la formazione professionale, la capacità di accumulare, aggiornare e capitalizzare le esperienze culturali e lavorative da parte di costoro.

In un parlamento dove trovano albergo soggetti che accingendosi ad esprimere una opinione esemplarmente si propongono di essere ‘brevi e circoncisi’ non è certo facile reperire elementi capaci di reggere le sorti di un dicastero importante, che comporta anche il dover affrontare situazioni difficili e delicate che richiederebbero, per compiere le scelte giuste e fornire le corrette indicazioni ai sottoposti non solo buon senso e rettitudine, ma anche un bagaglio di conoscenze specifiche, tecniche giuridiche e procedurali che sono merce rara ovunque, tanto più se parliamo di uomini di partito che non hanno mai fatto una giornata di lavoro in tutta la loro vita. Un tempo funzionavano le scuole di partito, la stessa Azione Cattolica ha selezionato anche buoni dirigenti della D.C. Cosa c’è adesso al loro posto? Comunione e Liberazione? Le cooperative rosse? Bah! Il rischio che vedo è che possano selezionare associazioni a delinquere.

Se non è facile trovarli soggetti dotati dei requisiti necessari qualcosa o qualcuno dovrebbe occuparsi di formarli, diversamente si resta ostaggi dei cosiddetti burosauri, vecchi marpioni che queste conoscenze ce le hanno e ne approfittano per menare il bandolo a vantaggio loro e dei loro complici. Non mi sorprende il fatto che uno di questi signori abbia regnato per una decina d’anni al ministero delle infrastrutture, imponendo la sua volontà e uomini a lui devoti a sette governi diversi nella gestione di lavori che implicavano la spesa di decine di miliardi.

Se in tali attività costui era rimasto l’unico a capirci qualcosa le cose non avrebbero potuto andare diversamente. Non faccio una colpa a Lupi di capirci troppo poco (lo si desume dalla intercettazione della telefonata al burosauro nella quale testualmente dice a proposito di un emendamento alla legge di stabilità appena approvato: ti devo chiedere questocon questa proroga che c… facciamo…operativamente che cosa devo fare?

Lo capisco poverino, neanche io al suo posto avrei saputo cosa fare, perché non si creda che organizzare la realizzazione di gigantesche imprese edilizie sia facile, non è una vergogna ammetterlo. Il fatto è però che il ruolo del ministro è proprio quello di sapere cosa è che bisogna fare e di renderne edotti gli altri. Ruolo del grande manager è invece quello di suggerire al ministro come si possa e si debba operare. Chi non sa fare né l’una né l’altra cosa non vedo come possa fare il ministro. Questo sarebbe appunto eventualmente il mio caso e, non se l’abbia a male, ma sembra essere anche il caso di Lupi, o almeno questa è la percezione che ha dato.

 

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