Diviene così il pittore della "quotidianità appagante, tranquilla, a volte
accattivante, in grado di soddisfare le esigenze di una classe paga
della propria condizione, attenta al decoro, poco incline a lasciarsi
coinvolgere in stilemi, filosofici letterari, o mode repentine,
misurato nel disegno, consolante nell’illustrazione; Andrea ottenne il
suo indice di gradimento in quella fascia della società spagnola più
austera e di consolidate opinioni e per converso in quelle napoletane
di pari stato ed inclinazione" (De Vito).
Tra i suoi dipinti "laici", alcuni, di elevata qualità, sembrano
animati da un’agitazione barocca che raggiunge talune volte un coro da
melodramma.
Le sue sante, martiri o non, in sofferenza o in estasi che siano,
sono donne vive, senza odore di sacrestia, a volte perfino provocanti
nel turgore delle forme e nell’espressione di attesa non solo di
sposalizio mistico, «col bel girare degli occhi al cielo» (De
Dominici) e con le splendide mani dalle dita affusolate a ricoprire i
ridondanti seni.
Il Vaccaro fu artista abile nel dipingere donne,
sante che fossero, pervase da una vena di sottile erotismo,
d’epidermide dorata, dai capelli bruni o biondi, di una carnalità
desiderabile sulle cui forme egli indugiò spesso compiaciuto col suo
pennello, a stuzzicare e lusingare il gusto dei committenti, più
sensibili a piacevolezze di soggetto, che a recepire il messaggio
devozionale che ne era alla base.
Egli si ripeté spesso su due o tre modelli femminili ben scelti, di lusinghiere nudità, che gli servirono a fornire mezze figure di sante martiri a dovizia tutte piacevoli da guardare, percepite con un’affettuosa partecipazione terrena, velata da una punta di erotismo, con i loro capelli d’oro luccicanti, con le
morbide mani carnose e affusolate nelle dita, con le loro vesti blu
scollate, tanto da mostrare le grazie di una spalla pallida, ma
desiderabile. I volti velati da una sottile malinconia e con un caldo
languore nei grandi occhi umidi e bruni, che aggiungono qualcosa di
più acuto alla sensazione visiva delle carni plasmate con amore e
compiacimento. Le sue sante, tutte espressioni di una terrena
beatitudine. L’idea del martirio e della penitenza è sottintesa ad un
malizioso compiacimento e venata da una appena percettibile punta di
erotismo.
Queste eterne bellezze mediterranee dal volto sensuale ed
accattivante fanno mostra del loro martirio con indifferenza e con lo
sguardo trasognato, incuranti degli affanni terreni e con gli occhi
che, pur fissando lo spettatore, sembrano proiettati fuori dal tempo e
dallo spazio. Dalle tele promana una dolcezza languida, serena,
rassicurante, che ci fa comprendere con quanta calma queste sante,
avvolte nelle sete rare delle loro vesti acconciatissime, abbiano
affrontato il martirio, sicure della bontà delle loro decisioni,
placando e spegnendo ogni sentimento e sensazione negativa quali il
dolore, la sofferenza, lo sdegno ed esaltando la calma serafica, la
serenità dell’animo, la certezza di una scelta adamantina. La pittura
in queste immagini dolcissime e sdolcinate cede il passo alla poesia,
che si fa canto soave ed incanta l’osservatore.
Per chi volesse approfondire la vasta produzione del pittore consiglio di digitare in rete "Andrea Vaccaro opera completa" e potrà consultare la mia esaustiva monografia sull’artista ed ammirare centinaia di foto di dipinti.
Dopo questa lunga prefazione vogliamo ora presentare ai nostri lettori due quadri nei quali si esprimono i due aspetti complementari della sua produzione: il sacro ed il profano.
- Donna in preghiera (particolare)
Il primo appartenente alla collezione Terragno di Lecce rappresenta il culmine della beatitudine, che si esprime degnamente con le mani congiunte dalle dita ben tornite, un prelievo letterale dallo stile di Guido Reni.
- Maddalena dal seno prorompente
Mentre il secondo raffigurante un Maddalena dal seno prorompente, della collezione Pepe di Acerra entra a pieno titolo in quella serie di quadri erotici, che avevano permesso al Vaccaro di fregiarsi meritatamente del titolo di specialista del decolté, un argomento a cui ho dedicato un capitolo della mia monografia.
Concludo augurando una buona e proficua lettura a tutti e meditate su questi due capolavori.
Achille della Ragione