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UNITA’ STRATIGRAFICHE di LAURA LIBERALE

Poesie dal confine con la vita
sabato 13 marzo 2021 di Andrea Comincini

Argomenti: Recensioni Libri


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Arcipelago Itaca edizioni, 2020.

Con Unità stratigrafiche Laura Liberale – poetessa, indologa e tanatologa torinese – propone al lettore non solo un testo, ma un vero e proprio viaggio tra le sfumature impalpabili dell’esistenza umana quando è coinvolta in piccole e grandi epifanie fulminanti. Una energia limpida e toccante, prepotentemente impiantata nel terreno e nondimeno aerea e leggera appare subito la cifra stilistica dell’autrice: come Giano, divinità romana, la sua scrittura è bifronte. A differenza del dio però non guarda al passato e al futuro, ma al qui-ora e all’aldilà. Si colloca fra due dimensioni sempre presenti, e rivela nella scelta di vocaboli semplici ma aurorali il suo tratto chiaroscurale quasi vaticinante. Liberale traccia dei segni nella terra, e contemporaneamente svela il cielo che li osserva dall’alto, li abbraccia. Racconta di vite e gesta quotidiane, e nello stesso tempo ci invita a guardare l’oltre che li stringe. Parole che sgorgano da parole, vite da vite.

Gli abiti confezionati per i morti sono aperti dietro
perché possano sgusciare via senza essere trattenuti

il cuoio delle scarpe è cedevole
perché non desistano dal tornare sui loro passi
nella nostra direzione

Ecco che appare forte la presenza di una carezza invisibile che accompagna morti e vivi. È la cura amorevole di chi guida il viaggiatore sulla soglia dell’Essere, e deve lasciarlo andare in un mondo non diverso da quello in cui spesso brancoliamo, ma posto accanto, in comunione. Tra noi e “loro” la differenza è sovente solo il tempo, e una sfumatura di luce. Ci sono “gli smaniosi di parlare”, le anime tornate a raccontare l’indicibile, coloro che si ripresentano “in forma di mosca”, e tante altre voci inafferrabili ma presenti. L’unico scopo è non perdere la parola, perché senza siamo isolati, ma parola diventata anche necessariamente altro, perché deriva dall’Altro e si offre in forma di Ascolto:

col rantolo i morenti
danno la stura del sé

si fa veggente la parola
precipita ne pre
di ogni discorso

Rivelazioni sulla soglia dell’abisso, gratitudine nell’ascolto. Una ri-conocenza che significa anche ritrovamento del sapere, degli sguardi. Liberale, da esperta indologa, conosce il mondo affollato di dei e spiriti sovrastanti il cielo orientale screziato d morte, e sa bene che lì dove Thanatos affonda gli artigli, pure sorge una futura vita nuova: Gioia, per parafrasare il filosofo Emanuele Severino, ad attendere tutti in quel luogo non luogo dove il “pre” evoca una dimensione di chiarezza e conforto emotivo. Poesia per la vita, senza dubbio, poiché in pace con la natura transitoria della stessa. Non per questo incapace di ribellarsi all’ingiusto, al sopruso: l’uomo che dimentica di vivere sulla soglia concede al proprio ego gli strumenti per sterminare l’altro da sé. Poesia anche ecologica, quella di Liberale, perché riconosce nell’animale, nel compagno quotidiano che scodinzola o bela, un sussulto di eternità. Compassione che reclama rispetto e non massacro di razze e abusi tecnologici.

Che tutto questo sia salvo
Non un attimo di meno

È l’augurio di chi vigila attento nei confronti dell’uomo distratto, è il ricordo di come nulla viene perso durante il tragitto, nemmeno il male commesso, il quale verrà scontato. Ineluttabile karma, la vita raccontata nelle poesie di Liberale è per l’appunto una unità stratigrafica, un percorso vibrante nella diversità di vita e morte, bene e male, che trovano nelle anime vigili la propria ricomposizione unitaria.

Nel logo: La scrittrice Laura Liberale