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La chiesa di Bojana

Gli affreschi di Bojana

Immagini dal medioevo bulgaro
venerdì 1 dicembre 2017 di Claudio De Vita

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Luoghi, viaggi
Argomenti: Religione
Argomenti: Storia
Argomenti: Turismo


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Durante una mia recente visita in Bulgaria tra i molti aspetti di interesse turistico mi hanno molto colpito gli affreschi della chiesa di Bojana, un villaggio all’estrema periferia di Sofia.

Prima di parlare della chiesa ritengo opportuno far precedere alcune note di storia medioevale bulgara, materia che non fa parte dell’abituale nostra cultura.

Tralasciando le fasi preistoriche, nel I° secolo DC ritroviamo il territorio bulgaro come parte dell’impero romano col nome di Mesia. Con la suddivisione dell’impero romano nel 395 alla morte di Teodosio in parte occidentale e parte orientale, il territorio bulgaro fu aggregato a quest’ultima.

Il primo stato bulgaro indipendente risale al 681, quando il Khan (o Zar) Kubrat lo fondò in territori conquistati ai bizantini sconfiggendo l’imperatore Costantino IV. Successivamente il regno bulgaro, sempre a seguito di scontri coi bizantini, si estese alla Macedonia e a parte della Tracia. Durante il regno di Boris I nell’anno 864 i bulgari si convertirono al cristianesimo. Ciò consentì una maggiore coesione con le popolazioni slave, di cui adottarono la lingua e l’alfabeto cirillico.

Dopo un periodo di grande splendore politico e culturale (regno di Simeone 893-927) iniziò una fase di decadenza legata a scontri interni tra popolazioni di diversa etnia. Nel 1014 l’imperatore di Bisanzio Basilio II sconfisse lo Zar bulgaro e il paese fu nuovamente accorpato all’impero bizantino.

Nel 1186 , a seguito di una rivolta popolare, i bulgari riconquistarono l’indipendenza inaugurando il Secondo Regno Bulgaro, con capitale a Velico Tornovo. L’invasione dei tartari nel 1240 diede inizio a una nuova fase di decadenza e di aspre lotte intestine. Nel 1393 la Bulgaria entrò a far parte dell’impero ottomano.

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L’abside

Ma torniamo alle vicende della chiesa di Bojana. Il primo nucleo della costruzione risale al X secolo. Nel XIII secolo il sebastocratore (o governatore su mandato dello Zar) Koloian, signore di Sredets (l’attuale Sofia) sponsorizzò i lavori di ampliamento e abbellimento della chiesa.

A Bojana, alle pendici del monte Vitoska, egli aveva la sua residenza estiva, godendo di un clima fresco e più salubre rispetto alla vicina Sofia. I lavori terminarono nel 1259, con il completamento dei bellissimi affreschi, che oggi fanno parte delle opere tutelate dall’Unesco. Quanto all’autore, vi è chi lo identifica con Vassily di Tornovo, ma l’attribuzione è molto discussa.

L’aspetto esterno della chiesa è modesto. Una semplice costruzione a capanna, coperta in parte dalla vegetazione. Tutto intorno un fitto bosco di conifere rende il sentiero di accesso molto suggestivo.

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Il retro della chiesa

Ciò che rende eccezionali e universalmente noti questi affreschi e il loro realismo, la vitalità e l’approfondimento psicologico delle figure umane, ben diverse dalle immagini ieratiche dell’arte bizantina.

A detta dei critici essi rappresentano una vera rivoluzione nella pittura medioevale, tanto da essere considerati precursori del rinascimento europeo. Si consideri che Giotto sarebbe nato 10 anni più tardi.

La sequenza delle pitture segue i canoni fissati dal Concilio Ecumenico a Nicea nel 787. Nella prima parte del tempio, nella cupola, è rappresentato il Cristo Pantocrator, circondato dai quattro Evangelisti e da un corteo di angeli. Nella lunetta sovrastante l’ingresso è rappresentata la Madonna con il bambino. Sulle pareti scene della vita di Cristo e della sua passione. Le composizioni delle scene sono concise; l’autore concentra la sua attenzione sull’espressione del viso e sulla rappresentazione dello stato d’animo di ciascun personaggio.

Nella seconda parte dell’interno domina l’imponente figura di San Nicola, patrono della chiesa e protettore di marinai, commercianti e banchieri. Le pareti della camera sono tutte dedicate a scene della vita di San Nicola, rappresentate con grande realismo e cura delle caratteristiche fisiche e psicologiche dei personaggi rappresentati.

Ma ora do la parola alle immagini.

Un’ultima annotazione critica: nell’affresco “La donazione” sono raffigurati il governatore Kaloian e sua moglie che offrono la chiesa di Bojana alla divinità. L’adulazione ha però tradito il pittore che, in luogo della modesta chiesetta, ha rappresentato una vera e propria cattedrale (riquadro a destra).