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ALLA RICERCA DELLA CULTURA PERDUTA


sabato 1 luglio 2017 di Manuela Angiolini

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Sociologia
Argomenti: Italia


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Mentre aumenta di giorno in giorno la comunicazione tramite web, telefonia, media e quant’altro, probabilmente vengono trascurati lo studio e la conoscenza di fondamentali nozioni culturali, specie tra le nuove generazioni che trascorrono il loro tempo sui social o sui watsapp, preferendo notizie sportive, di gossip, di informazione musicale a qualsiasi altra informazione politica, geografica, letteraria o storica.

La famiglia e la scuola non riescono a colmare questi vuoti di conoscenza e così, assistiamo spesso a strafalcioni in diretta televisiva, ad un linguaggio comune, a dir poco scorretto, se non volgare, e, purtroppo, ad un abbattimento continuo del livello culturale, specie tra i più giovani.

Alcuni affermano che, probabilmente, di fronte a tanta ignoranza generalizzata, esista un disegno politico, ma, sinceramente, io penso che si tratti soprattutto, di una conseguenza inevitabile della metamorfosi della vita moderna che, nel suo ritmo sfrenato, ha condizionato, ahimè inesorabilmente, ogni nostra azione e modo di pensare.

Persino negli sms, i giovani usano parole ristrette e ridotte a sigle o simboli, creando un linguaggio loro riservato ed esclusivo che, a volte, agli adulti riesce incomprensibile….

Allo stesso tempo, non si conoscono nemmeno le notizie geografiche del nostro Paese (non parliamo nemmeno di quelle storiche o letterarie), tanto che si sente rispondere ad un quiz televisivo che “Il Monte Bianco si trova in Sardegna” e che Mattarella è “ il Presidente del Consiglio italiano”; il tutto da parte di concorrenti diplomati, se non laureati.

Al vuoto culturale corrisponde, di conseguenza, un vuoto morale che si fa di giorno in giorno più preoccupante dal momento che molti giovani sottovalutano i pericoli della dipendenza da droga, alcol o dal gioco, mentre aumentano episodi di violenza e di bullismo, specie tra i minorenni.

Quali possono essere i rimedi?

Innanzi tutto, una presenza più assidua dei genitori in famiglia, presenza intesa come dialogo, confidenza ed affetto; poi, la scuola deve fare la sua parte, interessando gli alunni su argomenti di vita ed esempi storici e letterari che, di certo, non mancano ed infine promuovere delle attività sportive nel tempo libero che non devono essere necessariamente costose e, soprattutto, in famiglia, dedicare maggior spazio alla parola, alla condivisione di problemi ed incertezze che fanno parte della giovane età, dando esempio di comprensione e fiducia di cui i nostri ragazzi hanno tanto bisogno.

 

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