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Castel Porziano

Apre al pubblico la Tenuta di Castelporziano

La Tenuta presidenziale svela i suoi tesori archeologici, artistici e naturalistici. La prenotazione è obbligatoria
mercoledì 14 settembre 2016 di Nica Fiori

Argomenti: Attualità
Argomenti: Architettura, Archeologia
Argomenti: Turismo


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La Tenuta presidenziale di Castelporziano, appartenente dal 1872 allo Stato Italiano, dal 20 settembre 2016 diventa accessibile a tutti. Dopo aver aperto al suo interno attività ricreative per i disabili, e dopo aver concesso l’ingresso a gruppi di anziani, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di allargare al maggior numero possibile di visitatori il godimento dell’ampia oasi verde. Parliamo di una proprietà di oltre 6000 ettari, che dista circa 25 Km dal centro di Roma e si estende su una superficie pianeggiante fino al mare, comprendendo al suo interno alcune storiche riserve di caccia, quali Trafusa, Trafusina, Riserve Nuove e Capocotta, rimaste sostanzialmente integre grazie all’isolamento di cui hanno goduto per secoli.

L’apertura è ora possibile grazie al lavoro di una commissione tecnico-scientifica, che ha studiato cinque percorsi naturalistici nel rispetto dell’ambiente (da mettere a disposizione dei visitatori a rotazione per salvaguardare le diverse specie faunistiche e botaniche e da chiudere in certi periodi dell’anno), oltre a una visita storico-artistica (comprendente il castello, il museo, il padiglione delle carrozze) e a un itinerario archeologico.

Castelporziano è uno degli ultimi lembi di quelle selve che un tempo, nell’antichità, si estendevano lungo tutto il litorale laziale e presenta la maggior parte degli ecosistemi costieri tipici dell’ambiente mediterraneo. Comprende, infatti, procedendo dal mare verso l’entroterra, un tratto di spiaggia ancora integra, dune recenti e altre più antiche stabilizzate, aree a macchia bassa ed alta con le tipiche specie sempreverdi ed aromatiche, le pinete di pino domestico, il bosco misto di pianura, con vari tipi di querce, i pascoli per gli allevamenti del bestiame domestico e le aree per le coltivazioni estensive dei cereali.

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03 Madonna

Un suggestivo itinerario tra natura, arte e archeologia è quanto ho avuto modo di compiere nel corso della presentazione alla stampa e devo riconoscere che è ricco di sorprese. A partire dal bel borgo cui si arriva dopo alcuni chilometri di percorso nel verde, con il castello che conserva nel piano nobile arredi e dipinti dei Savoia (mi ha colpito in particolare un ritratto della regina Margherita) e una chiesetta dedicata a Santa Maria del Soccorso e a San Filippo Neri, con una Madonna che ricorda molto quelle di Antoniazzo Romano. La dedicazione a San Filippo Neri non è casuale, perché la tenuta verso il 1550 divenne proprietà della famiglia del Nero, di origine fiorentina come San Filippo Neri e legata da un particolare rapporto di amicizia e devozione verso questo santo.

Nel giardino all’italiana prospiciente il castello è stato sistemato qualche anno fa un bel mosaico ritrovato nell’area. A tessere bianche e nere, presenta i soliti motivi tipici degli edifici termali (tritoni, cavalli marini ecc.), come pure scene di lotta tra uomini e animali. Si riferiscono alla villa imperiale di Tor Paterno, i cui resti sono visibili accanto a un’altra chiesa, utilizzata un tempo come lazzaretto dai benedettini di San Saba.

Tra i resti si riconoscono alcuni ambienti termali (è ben visibile un calidarium con le sospensurae e i tubuli di terracotta per il passaggio dell’aria calda), ma anche arcate di acquedotti e strade.

La tenuta, in effetti, racchiude parte di un vasto territorio anticamente conosciuto come Laurentino, dalla città di Laurentum (Lavinio), legata alle vicende leggendarie dello sbarco di Enea nel Lazio. Frequentato dall’uomo già in età preistorica, questo territorio, con il consolidarsi della potenza di Roma si arricchisce in età repubblicana di strutture edilizie di tipo rustico, mentre si vanno delineando in forma definitiva i principali assi viari delle vie Laurentina e Ostiense. Durante l’impero si assiste all’edificazione di numerose ville, in particolare quella di proprietà della famiglia imperiale e quella dello scrittore Plinio il Giovane, che ne parla in un’epistola all’amico Gallo, definendola “eccellente rifugio nel tempo avverso”.

Quando in età alto-medievale il territorio laurentino diventa in gran parte latifondo della Chiesa, viene creata da papa Zaccaria (741-752) la Domus Culta Laurentum per l’organizzazione agraria, sociale e religiosa del comprensorio, finché a partire dal X - XI secolo sorge il primitivo nucleo del Castello, una torre edificata su strutture di età romana, intorno alla quale va progressivamente a formarsi un piccolo borgo racchiuso all’interno di un recinto fortificato, che nel sec. XIV verrà riconosciuto e citato come Castrum.

Nel Catasto Alessandrino del 1660 il Castello è raffigurato come una fortificazione quadrangolare con torrioni angolari, doppio portone di accesso, coronamenti e merlature. Ampiamente rimaneggiato ad opera dei Grazioli (1823-1872), la famiglia romana che subentrò nella proprietà ai del Nero, prima dell’acquisto da parte dello Stato (ad opera di Quintino Sella) per destinarla al Re, attualmente si presenta con un perimetro quasi raddoppiato rispetto all’impianto primitivo.

Attraversando la tenuta ci si rende conto che la maggior parte di essa è occupata dal bosco di pianura legato ad ambienti umidi, caratterizzato dalla presenza di querce sempreverdi e caducifoglie. Non è raro intravedere, passeggiando lungo i sentieri tracciati, cinghiali o caprioli (animali endemici del luogo, mentre il cervo vi è stato importato), come pure cavalli o bovini al pascolo. Una particolarità è data dalla presenza di “piscine” naturali, con le loro rive ombrose seminascoste da frondosi alberi. Questi piccoli specchi d’acqua, che accolgono anche tartarughe, anfibi e piccoli crostacei, sono di particolare interesse biologico e testimoniano l’antica presenza di boschi allagati e di paludi che un tempo si estendevano a sud sino alla pianura pontina e a nord sino alla Maremma.

P.S.

Notizie utili

Giorni di apertura per il pubblico: martedì, sabato e domenica
Per le scuole: mercoledì e giovedì
La visita, organizzata in gruppi di max 30 persone, è possibile solo su prenotazione, da effettuare almeno 5 giorni prima della data, specificando il percorso scelto. La visita può essere annullata per esigenze presidenziali.
Il costo è di 10 € (prenotazione inclusa). Ingresso gratuito per gli aventi diritto. La prenotazione può essere fatta sia online (http://palazzo.quirinale.it/residen...), sia tramite call (tel. 06 39.96.75.57) da lunedì a venerdì 09-13/14-17, sabato 9-14
Attualmente è possibile effettuare la prenotazione fino a dicembre

Ingresso per il pubblico: è necessario presentarsi all’orario di inizio della visita presso il punto di raccolta, nel parcheggio di via Erminio Macario, all’altezza del civico 60 (capolinea navetta), oppure, all’ingresso pedonale della Tenuta in via Cristoforo Colombo, n. 1671 (nessuna possibilità di posteggio nei paraggi).