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Fermenti partenopei nei dipinti di Aniello Letizia (1669 ca. - 1762)

Pittore del Salento
mercoledì 1 ottobre 2014 di Stefano Tanisi

Argomenti: Arte, artisti


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Personalità chiave della pittura devozionale barocca tra il Sei-Settecento nel Salento, il pittore Aniello Letizia (1669 ca.-1762) - menzionato anche nei documenti come Aniello de Letitia - si può considerare come l’interprete dei fermenti culturali partenopei del suo tempo.

Figlio di Domenico di Alessano e di Prudenzia Turca di Napoli, nasce probabilmente a Napoli verso il 1669.

Il nome del padre Domenico compare nel 1664 come fondatore della “Corporazione dei pittori” di Napoli, congregazione a cui erano iscritti i maggiori pittori del Seicento napoletano, tra cui Andrea Vaccaro e Luca Giordano. La sua presenza è attestata sino al 1678 [cfr. F. Strazzullo, La corporazione dei pittori napoletani, Napoli 1962, pp. 6 e 27].

«Domenico Letitia e Prudentia Turca neapolitana coniugibus» daranno alla luce ad Alessano il 7 gennaio 1680 il figlio Gennaro [Archivio Storico Parrocchiale Alessano, Registri dei battezzati, Atto di battesimo di Gennaro Letizia del 10 gennaio 1680]: è da questa data che troviamo attestata la famiglia dei pittori Letizia nella città alessanese.

Il 7 giugno 1686 il «Magnifico Aniello Letizia, di Napoli, pittore, siccome è venuto a conventione con il Magnifico Domenico Oliva, Romano, ma commorante qui in Napoli, in virtù della quale Aniello promette e s’obliga per il spatio de mesi quattro, cioè due di fermo e due de rispetto, cominciandi dalli 10 del corrente mese di giugno 1686 in avanti, di pittare quelli quatri che li saranno ordinati da detto Magnifico Domenico, d’historie, di fiori, d’animali, de devotioni, et d’ogni altra maniera et di qualsivoglia cosa che detto Domenico li dirà et ordinerà, obligandosi detto Aniello de pittare detti quadri in una casa qua in Napoli che li darà detto M.co Domenico» [U. Prota-Giurleo, Pittori Napoletani del Seicento, Napoli 1953, pp. 44-45].

Nel 1717 i genitori risiedono in Alessano presso il borgo di “S. Maria del Foggiaro”, e Aniello, dopo il praticantato artistico nella città di Napoli, si stabilisce a Galatone e qui si accasa e vive la sua lunga vita, infatti, muore nel 1762 all’età di 93 anni circa.

La sua attività più importante e ampiamente documentata è quella dell’esecuzione di numerosi dipinti per il Santuario del Crocifisso di Galatone (il capitolo galateo incomincia a commissionargli dipinti dal 1716 fino quasi alla sua morte) [fig. 1] e per la chiesa della Purità di Gallipoli (dipinti eseguiti tra il 1726 e il 1738), di cui ci restano i numerosi dipinti su tela che ricoprono la volta della navata [fig. 2].

Nella Basilica di Leuca sono documentati sei dipinti del Letizia: nel 1743 il Vescovo di Alessano Mons. Luigi D’Alessandro rileva sei altari dedicati alla Santissima Annunciazione della Vergine Maria; a San Giovanni Battista; a Sant’Antonio di Padova; a San Giovanni Evangelista; all’Ascensione di Cristo e allo Spirito Santo e aggiungerà che «quorum sex Altarium icones sunt opus pennicilli excellentis Pictoris Agnelli Letitia Alexanensis à schola Lucae Jordani» [Archivio Storico Diocesi di Ugento, copia fotostatica della Visitae ad limina di mons. L. D’Alessandro del 1743-1744]. Di queste opere sono giunte sino a noi, in pessimo stato di conservazione, l’Annunciazione della Vergine, Sant’Antonio di Padova e il Martirio di San Giovanni Evangelista [fig. 3].

Proprio queste opere hanno fatto comprendere lo stile del pittore e permesso quindi di attribuirgli numerosi dipinti conferiti ad altri artisti o ritenuti di autore ignoto [cfr. S. Tanisi, I dipinti di Aniello Letizia (1669 ca. - 1762) nella Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, in Leucadia: rivista della Società di Storia Patria per la Puglia - sez. di Tricase, Anno IV - 2012, pp. 29-51].

Nella Cattedrale di Lecce si conservano ben dodici dipinti di Aniello Letizia disposti intorno alle pareti del presbiterio. Nei sei dipinti centinati che ritraggono dei Santi possiamo subito rilevare come i movimenti forzati e le anatomie ossute e legnose delle figure, sono riscontrabili nei personaggi raffigurati nel dipinto della Guarigione del paralitico, opera nota del Letizia, situata nella controfacciata del Santuario del Crocifisso di Galatone. Significativi sono anche i segnati lineamenti fisiognomici, i quali - sembrano eseguiti a stampo fisso - si possono raffrontare in quasi tutti i dipinti del Crocifisso di Galatone. I sei dipinti ovali raffiguranti gli Evangelisti (Giovanni, Luca, Marco e Matteo), San Pietro e San Paolo sono da mettere in diretta relazione con gli analoghi soggetti che il Letizia ha realizzato per la chiesa galatea.

Animato da forti chiaroscuri è il dipinto della Madonna col Bambino e i santi Rocco, Giuseppe e Oronzo [fig. 4] nella Cattedrale di Ugento, dove troviamo nelle fattezze dei volti - soprattutto in quello della Vergine e del Bambino - la conferma dei modi espressivi del nostro pittore.

A Ostuni, nella locale cattedrale, è da attribuire ad Aniello Letizia le inedite tele nel soffitto del transetto: le tre grandi scene che raffigurano la Predicazione di sant’Oronzo, Gesù e il miracolo del paralitico, il Martirio di san Biagio [fig. 5], e le otto figure di santi a mezzo busto che sono disposte intorno (di altro autore sono quelle del sottocielo della navata centrale). La moltitudine di persone - nei gesti e abbigliamenti - che compare in queste rappresentazioni si può ritrovare nelle opere del Santuario del Crocefisso di Galatone (vedi ad esempio nella Guarigione del paralitico o nella Sant’Elena e il ritrovamento della Croce) e nei dipinti delle chiese confraternali della Purità e del Crocefisso di Gallipoli. Nella stessa chiesa inoltre è da attribuire al nostro pittore l’inedito dipinto della Santissima Trinità inserito nel fastigio dell’altare della Madonna della Sanità.

A Brindisi, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, è da assegnare al Letizia le tre inedite tele incastonate nel soffitto ligneo della navata e del transetto, opere tutte animate da una particolare accentuazione luminosa, dove i personaggi ritratti emergono dai bagliori improvvisi.

Nel grande dipinto de Il perdono di Assisi [fig. 6], posto al centro della navata, si ritrovano gli angeli che il pittore spesso adotta nei suoi dipinti, come anche la delicatezza dei volti impressi nelle figure di Cristo e della Vergine. Le due tele del transetto di Santa Chiara che abbatte i saraceni e il Martirio di sant’Orsola e delle compagne sono caratterizzate da un affollamento di figure che ricordano le larghe composizioni del Santuario del Crocifisso di Galatone.

Dunque l’utilizzo degli stessi cartoni e disegni, le tipiche accentuazioni fisiognomiche dei volti, la forte plasticità delle figure, la particolare disposizione dei contrasti e delle lumeggiature, non sono altro che le più evidenti “firme pittoriche” di Aniello Letizia.

Per il momento non ci è giunta nessuna notizia di dipinti di Aniello e Domenico Letizia conservati a Napoli: si auspica con questo mio scritto di incentivare gli studiosi partenopei a reperire nuove opere su questi artisti per il momento sconosciuti.

P.S.

Didascalie

- Fig. 1. A. Letizia, Guarigione del paralitico, part. Galatone, Santuario del Crocefisso (ph S. Tanisi)
- Fig. 2. A. Letizia, Dipinti della volta della navata. Gallipoli, chiesa della Purità (ph S. Tanisi)
- Fig. 3. A. Letizia, Martirio di San Giovanni Evangelista. Leuca, Basilica (ph S. Tanisi)
- Fig. 4. A. Letizia (attr.), Madonna col Bambino e i santi Rocco, Giuseppe e Oronzo. Ugento, Cattedrale (ph S. Tanisi)
- Fig. 5. A. Letizia (attr.), Il martirio di sant’Oronzo. Ostuni, Cattedrale (ph S. Tanisi)
- Fig. 6. A. Letizia (attr.), Il perdono di Assisi. Brindisi, chiesa S. Maria degli Angeli (ph S. Tanisi)

Bibliografia essenziale

- Prota-Giurleo U, Pittori Napoletani del Seicento, Napoli 1953
- Strazzullo F., La corporazione dei pittori napoletani, Napoli 1962
- Tanisi S., Nota sui dipinti di Aniello Letizia (1669 ca. - 1762) nel convento e nella chiesa della Grazia di Galatone, in Miscellanea Franciscana Salentina: rivista di cultura dei Frati minori di Lecce, a. 23 (2007), n. 23, settembre 2009
- Tanisi S., I dipinti di Aniello Letizia. Nella Cattedrale di Lecce presenti ben dodici opere del pittore, in “L’Ora del Salento”, settimanale, Anno XX, Numero 19, 29 maggio 2010
- Tanisi S., Ecco le firme pittoriche dei fermenti partenopei. La pittura di Aniello Letizia. Da Napoli, Letizia divenne personalità chiave della pittura devozionale del Sei - Settecento nel Salento, in “il Paese nuovo”, Quotidiano del Salento, Anno XX, Numero 197, 9 settembre 2012
- Tanisi S., I dipinti di Aniello Letizia (1669 ca. - 1762) nella Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, in Leucadia: rivista della Società di Storia Patria per la Puglia - sez. di Tricase, Anno IV - 2012
- Tanisi S., Inediti di Letizia nelle belle chiese di Brindisi e Ostuni, in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, edizione Brindisi, 15 aprile 2014