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Una scoperta e una riscoperta per Marullo


mercoledì 1 gennaio 2014 di Achille della Ragione

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Giorni fa un collezionista di Bergamo mi ha inviato una foto di una splendida Lucrezia (fig. 1), che aveva fatto esaminare da vari esperti senza risultato.

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fig. 1 Lucrezia
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Appena guardata ho percepito subito un afrore napoletano ed ho collocato il dipinto intorno alla metà del XVII secolo, in un periodo in cui nella capitale vicereale lavorano molti pittori, i quali tendono a copiarsi l’uno con l’altro, rendendo difficili le attribuzioni a chi non conosce in profondità tutte le sfumature che li contraddistinguono.

Le dita affusolate e ben definite mi hanno indotto a pensare ad uno stanzionesco, mentre l’esame della manica sinistra richiama a viva voce la lezione di eleganza di Artemisia Gentileschi, a lungo attiva in città e molto imitata dai colleghi.

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fig. 2 L’ Eterno Padre con S. Anna e S. Gioacchino
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Alla fine il volto della nobildonna ed il patognomico cono d’ombra sulla guancia sinistra, anche se appena accennato, mi hanno indirizzato verso il nome di Giuseppe Marullo (Orta di Atella, 1610 circa – Napoli, 1685), un pittore poco noto, al quale sono particolarmente legato, avendogli dedicato una monografia più volte ristampata e consultabile in rete: Giuseppe Marullo opera completa.

Negli stessi giorni il nome del pittore aveva un attimo di notorietà, misto ad imprecisioni della stampa, che lo ritengono formatosi alla scuola di Polidoro da Caravaggio, grazie al restauro di un suo quadro, conservato nella chiesa dei Gerolamini, raffigurante “L’Eterno Padre con S. Anna e S. Gioacchino” (fig.2) e conosciuto come il dipinto col buco, perché la parte centrale con la “Madonna col Bambino” (fig. 3) si può spostare, guardando all’interno.

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fig. 3 Madonna col Bambino

E’ ritornata visibile la firma e la data di esecuzione, 1655, ma soprattutto è stata restituita la cromia originale, che presentava condizioni di degrado molto diffuso a causa di numerosi tagli al supporto e di vistose deformazioni per effetto di antichi quanto maldestri restauri. Nel dipinto vogliamo sottolineare la presenza in alto della coppia di angioletti, che arricchiscono la produzione sacra del Marullo, il quale merita di essere conosciuto meglio, non solo dagli appassionati, ma dagli stessi specialisti.