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Venerio Cattani. Esame di coscienza di un socialista democratico (Piero Lacaita editore)

SULLA AZIONE RIFORMISTA DEI SOCIALISTI DEMOCRATICI

Un ampio panorama in un documentato studio su Venerio Cattani
lunedì 1 luglio 2013 di Carlo Vallauri

Argomenti: Politica
Argomenti: Storia
Argomenti: Alessandra Frontoni, a cura di


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Lo sviluppo dell’azione politica dei socialisti in Italia all’indomani della nascita della Repubblica è stato fortemente limitato dalla preponderanza di un forte e radicato partito comunista ma anche della diffusione di un punto di vista che riteneva ormai superata quella idea che pure aveva contribuito ad uniformare non solo le masse operaie all’inizio del Novecento. Infatti nella cultura di sinistra girava il luogo comune del superamento di una concezione che aveva avuto successo nel passato ma che ormai non più in grado di svolgere un ruolo positivo di fronte a nuove impostazione economiche ed ideologiche. Pertanto alla iniziale spinta che nel 1946 aveva riposizionato il PSI come secondo partito nazionale dopo la DC seguì la prevalenza definitiva della grande organizzazione guidata da Togliatti. E neppure le scelte di Bad Godesberg valsero ad influenzare il settore democratico della sinistra moderata.

La infelice conclusone dell’era craxiana è stata la naturale evoluzione di un processo di sfaldamento già affermato da tempo. Neppure il rilevante apparato culturale dei costituenti socialisti e di numerosi intellettuali che a vario modo si richiamavano ad una chiara distinzione di una sinistra autonoma dal totalitarismo sovietico valse a modificare quella situazione. Eppure una efficace attività dei socialdemocratici ebbe modo di manifestarsi nel paese e nel parlamento, sulla base di una serie di principi che i fatti avrebbero dimostrato di essere tutt’altro che superati.

Nella introduzione di Zeffiro Ciuffoletti al libro su Venerio Cattani. Esame di coscienza di un socialista democratico, a cura di Alessandra Frontoni (Piero Lacaita editore), il problema qui indicato è affrontato con lucida visione critica e storica nel delineare le difficoltà affrontate dai militanti e dirigenti socialisti per superare quella vena di passatismo che impropriamente aveva colpito il PSI, malgrado la chiarezza della linea tenuta da Pertini e di quella parte dei socialisti che in realtà non rinunciavano affatto all’affermazione dei loro valori e cercavano di mantenere una piena autonomia di fronte al PCI.

L’azione specifica di Basso e Morandi offriva un possibile punto di forza politica rispetto al rivale partito “fratello” ma – come rileva Ciuffoletti – la subcultura comunista tolse respiro a qualsiasi evoluzione dei rapporti fraterni, tanto che nelle regioni rosse dell’Italia centrale a base mezzadrile lo stesso PSI divenne una sorta di ruota di scorta del PCI. E nel saggio introduttivo sono molto ben delineati gli aspetti specifici della situazione creatasi in quegli anni, e vengono in particolare sottolineati gli aspetti contraddittori di quel periodo, tanto più quando si accentuava la distanza ormai emersa tra i due grandi partiti di massa chiamati a un confronto sproporzionato a causa della struttura del PSI, priva anche di sufficienti risorse per competere con gli avversari. La fatica compiuta da quegli autentici socialisti che seppero per circa un ventennio resistere a quella difficile condizione, anche sul piano personale, trova nel libro una descrizione limpida e tagliente nel segnalare fatti e responsabilità, a cui si aggiungono riconoscimenti che poi costituiranno il complesso aspetto centrale dello studio, per quanto riguarda la capacità di mantenere viva e realmente efficace l’attività di chiara impronta democratica dei socialisti che peraltro, militando nella CGIL, erano sempre in grado di far valere posizioni proprie e specifiche di una idea non frantumata dall’irruenza organizzativa di quanti ne contrastavano la validità politica.

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Venerio Cattani (1927-2009)

Cattani – come spiega Ciuffoletti – era uscito “dalle reti” angustie del marxismo leninismo e quindi seppe operare in quello spazio politico che il partito aveva saputo mantenere con significative posizioni non solo di ideologie culturali ma di effettiva concreta realizzazione sul piano sociale. L’intera attività del deputato “socialdemocratico” rispecchiava un pensiero politico, un patrimonio ideale ed un impegno morale di grande rilievo: l’ambiente nel quale egli agiva permetteva un richiamo ad aspetti del socialismo risalente a Prampolini, che tanto aveva influito nella crescita delle masse popolari all’inizio del Novecento.

Con questa lunga premessa nulla vogliamo togliere al merito di Alessandra Frontani nell’ampio svolgimento delle successive parti del libro nelle quali viene sottolineata la complessità positiva e costruttiva delle iniziative di Cattani per portare avanti le sue lungimiranti idee: un lungo percorso nel passaggio dal frontismo all’autonomia e poi negli anni del centro-sinistra quando, malgrado il fallimento dell’unificazione del 1966, grazie agli accordi patrocinati da Moro, fu possibile realizzare il primo governo di centro-sinistra che seppe effettuare poche ma importanti riforme. Intanto Cattani, concentrando il suo interesse ai temi dell’agricoltura, riusciva a far valere particolarmente una serie di azioni prima a livello nazionale poi europeo. Ricordiamo soprattutto le misure attuate per superare la mezzadria.

Intanto maturavano le svolte in seno al PCI che condussero all’accettazione della democrazia come mezzo e come fine. Viene altresì riportata una ampia documentazione sui rapporti di Cattani con Nenni nonché sulle precedenti esperienze del socialismo democratico, quale punto di riferimento di una operatività politica, con particolare riferimento alla tradizione “emiliana”. Vengono altresì riportate alcune interviste (a Giampiero Mughini ed Enrico Landolfi) e merita di essere sottolineato il capitolo sulla politica agricola a Bruxelles, oltre ad una serie di scritti di Cattani sulle svolte della socialdemocrazia italiana (sino alle pagine amare della corruzione): pagine della storia della Repubblica che sembrano oggi dimenticate mentre sono stati momenti significativi della trasformazione democratica del nostro paese, a torto spesso trascurati. Sono tutte pagine peraltro che rievocano con precisione fatti salienti che la ricercatrice senese, curatrice della pubblicazione, ha saputo rileggere e comprendere con acume e senso storico.

 

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