a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
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Ultimo aggiornamento
11 maggio 2024
e
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Al Politecnico un affiatato quartetto ha messo in scena Villa follia, una rappresentazione inquietante che Cristina Mascitelli ha tratto dalle donne di tre artisti, Thomas S. Elliot, Alekasandr Puskin ed Emilio Salgari. Nella prima figura, alla poesia del marito corrisponde una follia come frutto di un rapporto arduo, nella seconda emerge il paradosso del compagno perduto per un eccesso da parte di questi nella tutela di un onore ritenuto erroneamente offeso, nella terza, prevale la suggestione di un rimpianto.
Sono drammi intimi che le tre donne vivono insieme in una casa terapeutica e che lo spettacolo mette in luce attraverso un dialogo accattivante, reso con gradevole effetto rispettivamente dall’efficace Anna Teresa Eugeni, dalla penetrante Veruska Proshina e dalla sottile Michela Caruso, accompagnata dalla interpretazione della stessa autrice, che con l’Eugeni è anche regista.
La struttura teatrale vive di una intensità drammatica che risolve nell’esplicazione espressiva le ombre del passato di tre vite in comune spiegando così anche il senso di una follia derivata dalla rabbia come dalla nostalgia.
In uno stile accurato e con indubbia versatilità intuitiva sono rese palesi le condizioni di donne di grandi artisti, con tutte le contraddizioni tipiche della vita degli intellettuali, rese con ritmo coinvolgente dalle bravi attrici.
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