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LA CINA è VICINA

Dittature e free trade
sabato 1 agosto 2009 di Giovanna D’Arbitrio
In questi giorni giornali e TV non fanno altro che parlare della Cina e del tentativo di Obama di dialogare con il nuovo potente mostro “capital -comunista” che riassume in sé tutti i lati peggiori delle ideologie di destra e di sinistra, manipolate ad hoc dal “Global Village” per far profitti. Ho pensato prima al vecchio film di Marco Bellocchio LA CINA E’VICINA che colpì con sferzante satira l’ipocrisia del trasformismo politico e poi mi son venuti in (...)


In risposta a:

LA CINA è VICINA

sabato 29 agosto 2009

Ho vissuto la mia vita lavorativa in una importante multinazionale e dagli anni 70 fin quasi alla fine degli anni 90, ho avuto il piacere di partecipare ad importanti corsi di formazione nazionali ed internazionali dove si trattavano tematiche specialistiche e di management, ma in cui sempre l’individuo era al centro del sistema. L’individuo era il centro motore dell’azienda e su di esso si investiva per creare competitività e cultura. Verso la fine degli anni 90, come riporta l’articolo, le strategie cambiarono e la massimizzazione del profitto diventò l’unica regola delle aziende. Ricordo una presentazione di un alto manager della multinazionale, in cui si evidenziava che i tassi d’interesse elargiti dalle banche ai propri risparmiatori erano più alti dei profitti netti conseguiti dalle aziende e pertanto agli azionisti conveniva disinvestire e trasferire il capitale alle banche. Partì così la strategia globale, con i temi “no logo” e “lean e mean”, ma anche” less is more” (meno siamo più valiamo) e where is the cheese? (umani come topi alla ricerca del formaggio, cioè del lavoro, simbolicamente parlando). L’individuo incominciò a perdere la propria identità ed in molti casi il posto di lavoro. La precarietà, diventata la nuova forza del mondo politico-economico, il timore di disastri e del terrorismo, oggi tengono l’individuo sempre in ansia, rendendolo incapace di affermare la propria identità.



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