Uno scoppiettante decollo dei ricordi offre l’imperdibile opportunità di far volare la fantasia. Grazie all’operazione scritta a quattro mani con il fratello Alessandro, a tratti nostalgica, di certo mai stantia, Massimo Lopez conduce per mano il pubblico in un viaggio allegorico attraverso le “varie-età” del Varietà, dove il mondo dello spettacolo e dei mass-media, creatura mutevole lungo il proprio dispiegarsi tra le pieghe del tempo, diviene “bacino d’identità” per l’autore stesso, fornendo l’occasione per condividere piaceri, ricordi e sensazioni.

 Con mirabile maestria ed indiscutibile quanto pacata eleganza, inscindibile da una eccellente padronanza della Scena, Massimo Lopez, affiancato dal bravo e capace attore esordiente Alessio Schiavo, realizza “numeri” a profusione, evocando ironicamente il passato senza spostare lo sguardo dagli eventi ed i “fatti” caratterizzanti l’epoca attuale.

 L’attenzione dello spettatore è così stimolata nel seguire le raffinate performance canore, testamento indelebile di una dorata “età del Jazz e dello Swing” sostenuto dalla mirabolante esecuzione delle partiture da parte della fidata Big Band Jazz Company, diretta abilmente dal Maestro Gabriele Comeglio, spunti musicali come sentieri di narrazione per descrivere, con il sorriso, anche se talvolta increspato di malinconia, una dimensione di spettacolo ed intrattenimento che nel sommarsi degli anni, non ha perso un grammo del proprio fascino.

 Chiamando all’appello Frank Sinatra, Nat King Cole, Dean Martin ed altre eccelse personalità del panorama musicale, anche nazionale, quali la punta di diamante del Jazz italiano Lelio Luttazzi e l’avanguardistico swinger Nicola Arigliano, senza dimenticare le “incursioni” nel tempio canoro del Festival di Sanremo, Massimo Lopez esibisce un amore indelebile e smisurato, condito d’ironia, per tutte quelle opere e contenuti artistici che da sempre hanno accompagnato la sua vita, tanto professionale quanto personale.

 Uno show dal sapore di Broadway, esaltato dalle audaci linee corporee disegnate dalla coppia di dancer Felice Lungo e Manuela Scravaglieri. Naturalmente, il pubblico non poteva che gradire, rassicurato, gli “ultimi aggiornamenti” del repertorio comico del mattatore, che sferzando battute eque ed imparziali, ha posto, sotto la lente d’ingrandimento, lo “stato di salute” del nostro bellissimo Paese, non escludendo nessuno delle principali teste di serie della politica italiana da una bonaria imitazione e garbata presa in giro, medesimo trattamento riservato persino al nuovo Papa Francesco, ultimo aggiunto al lungo elenco di pontefici da Lopez impersonati, confermando tale “numero” come vero e proprio cavallo di battaglia dell’artista.

 Nel complesso, uno spettacolo gradevole, elegante e divertente, con un Massimo Lopez nel pieno della forma e capacità esecutiva, una professionalità empatica tale da invogliare il pubblico a pretendere non uno, ma ben due “bis” a fine spettacolo, richiesta esaudita con l’esecuzione di NEW YORK NEW YORK e MY WAY, entrambe di Frank Sinatra, piccolo cadeau estrapolato dal precedente show “CIAO FRANKIE”, riuscita operazione che ha portato all’attore successi ed apprezzamenti, tanto in Italia quanto nelle terre d’oltreoceano.

Roberto Rubolotta