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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’


A NEW YORK MOSTRA DI DISEGNI DI PIERPAOLO PASOLINI

lunedì 17 dicembre 2012
Argomenti: Letteratura e filosofia

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Luce Cinecittà, Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini, Cineteca di Bologna
Gucci presentano:
Mostra di disegni
Dal 15 Dicembre 2012 al 5 Gennaio 2013
40 opere di Pier Paolo Pasolini esposte raramente a New York
In contemporanea con la rassegna complete dei suoi film al MoMA

- La mostra “Pier Paolo Pasolini: ritratti ed autoritratti” presenta 40 opere (disegni e dipinti) realizzati da Pier Paolo Pasolini. Nella selezione sono inclusi ritratti di Maria Callas, Ninetto Davoli e Roberto Longhi, professore all’Università di Bologna e storico dell’arte, a cui Pasolini riconobbe la sua passione per le arti figurative. Sarà possibile vedere anche gli autoritratti di Pasolini, raramente esposti in America e per la prima volta “Ritratto di un ragazzo”, restaurato dallo staff Gabinetto G.P. Vieusseux di Firenze, grazie al supporto di Luce Cinecittà.

- Spiega Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna: “La maggior parte dei disegni e degli olii esposti nella mostra Pier Paolo Pasolini Portraits and Self-portraits, appartengono al biennio 1941-1943. È uno dei periodi cruciali nell’esistenza di Pasolini perché comprende l’ultima fase della sua permanenza a Bologna e il momento del trasferimento a Casarsa, in Friuli, il paese di cui era originaria sua madre Susanna. Ma anche negli ultimi mesi in cui rimane nella città petroniana, Pasolini ha già eletto Casarsa a dimensione mitica e umile della propria poesia e della propria immaginazione.

- Nello stesso periodo in cui sperimenta inedite forme lessicali per dare un’esistenza letteraria alla lingua e ai suoni di questo mondo (nel 1942 pubblica la sua prima raccolta di versi Poesie a Casarsa, scrivendo, per primo, nella lingua friulana di Casarsa), Pasolini disegna e dipinge con altrettanta prolificità e dedizione.

- Uno dei primi fenomeni che colpisce, scorrendo la serie di disegni del biennio 1941-’43, è la sicurezza di un autore che a vent’anni possiede già una propria iconografia, un metodo, uno stile.
Pasolini infatti non sta cercando ma ha già trovato. Ha già scelto i suoi modelli di riferimento (De Pisis soprattutto) e uno stile essenziale, ellittico, materico, di linee e segni che in pochi tratti condensano un gesto, una postura, la tensione corporale e l’abbandono di un volto sorpreso in una luce solo apparentemente casuale.

- Il giovane Pasolini disegna un universo familiare e domestico abitato quasi esclusivamente da figli e madri e troviamo già un’icona che ricorrerà nel suo cinema: il giovane che stringe un fiore fra le mani, come un dono allusivo.
Inoltre il giovane pittore è già attratto dalla sperimentazione di una “materia difficile, impossibile”: alcuni disegni (Guido a letto) sono su cellulosa, che egli chiama cellophane. Nel 1970 userà petali, vino e sostanze organiche per dipingere alcuni ritratti di Maria Callas. Fra le opere degli anni successi al ’43, spiccano i due bellissimi autoritratti giovanili, Autoritratto con vecchia sciarpa (tempera su faesite, 1946) e Autoritratto col fiore in bocca (tempera su faesite, 1947). In entrambi lo sguardo è cieco, non è visibile a differenza dei disegni dove ritrarrà le proprie sembianze quasi vent’anni più tardi.

- Nell’Autoritratto con vecchia sciarpa le pupille sono due macchie nere, fosche, senza luce, racchiuse dalle linee bianche delle sopracciglia e delle forme degli occhi, in una serietà severa e dura, di enigmatica ostilità. I cromatismi sono freddi e funerei: il verde scuro della chioma, con una ciocca viola che scende fin quasi alla nuca, i contorni bianchi e funebri del naso, delle labbra, del mento e del lungo collo, proteso alla sinistra del quadro in un movimento dilatato.

- Alle tinte fosche e ai biancori subentrano il verde macchiato di pennellate bianche dell’Autoritratto col fiore in bocca del 1947, dallo sguardo cieco, trattenuto in una rigidità mortuaria che il rosso del gilè e del fiore dal corto gambo che stringe in bocca, non riescono ad alleviare.

- È un autoritratto di giovinezza come maschera di disperazione muta e cieca. Significativa è anche la serie di autoritratti del 1965, di cui in questa mostra ne vengono esposti tre. Pasolini si confronta all’immagine di se stesso quasi vent’anni dopo. È un ragazzo di quarantatré anni che si misura con la propria maturità anagrafica rappresentandosi con la barba lunga, il volto tirato, gli occhi stanchi dietro le lenti ma con un’energia febbrile sempre inquieta e a fior di pelle”.

“Alla vigilia dell’ Anno della Cultura Italiana negli USA, Istituto Luce-Cinecittà è orgogliosa di poter offrire una panoramica così completa del mondo di Pier Paolo Pasolini – dice l’Amministratore Delegato di Luce Cinecittà Roberto Cicutto. Da oggi quanti vedono in Pasolini una fonte di ispirazione artistica o civile, avranno uno strumento in più per conoscerlo e questo ci fa sperare di aver svolto bene il nostro dovere di divulgatori della cultura italiana nel mondo”.

- Organizzata da Luce Cinecittà, Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini, Cineteca di Bologna and Gucci. In collaborazione con la Galleria Location One.
Consulente artistico: Solares Fondazione delle Arti.
L’evento fa parte del programma “2013 Anno della Cultura Italiana in America”.

Le opere selezionate provengono dal Fondo Pier Paolo Pasolini, custodite presso l’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux di Firenze.



 



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