Il film di Francesca Comencini tratto dall’omonimo romanzo di Valeria Parrella descrive il dramma delle nascite premature e l’iter angoscioso dell’attesa che i genitori devono affrontare in Ospedale, nella speranza che il loro piccolo figlio sopravviva.
Un dramma spesso sconosciuto, uno “spazio bianco” irreale e fuori del tempo cui lo spettatore, per la prima volta, viene introdotto.
Maria (una straordinaria Margherita Buy), divorziata dal marito, resta incinta di un uomo che conosce da poco e, a seguito di una caduta, dà alla luce una bambina di soli sei mesi.
Inizia qui un vero e proprio calvario che porta la donna ad allontanarsi dal lavoro di insegnante e a vivere istante dopo istante questa tragedia personale con amore, disperazione e speranza.
Il film contiene momenti di grande coinvolgimento, ma risulta alquanto ripetitivo e troppo concentrato su di un ambiente (quello ospedaliero) che, alla fine, risulta quasi ossessivo.
Può essere questo il fascino del film, ma resta difficile non provare, a volte, un po’ di stanchezza e disattenzione.
Ottima l’interpretazione della protagonista e degli attori tutti: da Gaetano Bruno, a Giovanni Ludeno, Antonia Truppo, Guido Caprino, Salvatore Cantalupo e Maria Pajato.
Sullo sfondo, una Napoli caotica e poco pulita. Riscatto, comunque, per una Sanità che, se reale, ci permetterebbe di riconciliarci con tutti i suoi mali.
Silvana Carletti