Il capolavoro di Jean Cocteau I parenti terribili toccò, nell’immediato dopoguerra, la sensibilità degli spettatori perché riusciva a penetrare nel cuore di una generazione trascinata in eventi epocali nei quali avevano perso significato quei valori che, nella famiglia rappresentata dall’estroso artista francese, sembrava volessero essere reimposti in nome di un “ordine formale” ormai lontano dai sentimenti e dalla mente dei giovani. E Luchino Visconti ne fece una messa in scena esemplare ancor oggi viva negli occhi di chi ebbe la fortuna di assistervi.
Adriano Martino ha il merito di aver riproposto al pubblico di oggi quel testo scabro, duro, essenziale, riuscendo a individuare gli elementi più vitali e che hanno ancora un valore intrinseco, messo in luce dagli interpreti in una sentita immedesimazione al teatro dell’Orologio.
- Jean Cocteau
Gloria Sapo ha offerto la dolente figura della madre chiusa in un affetto egoistico verso il figlio, reso dal giovane Giuseppe Martelletti, mentre Valentina Martina Ghiglia ha dato alla zia Leo quella sottigliezza intrigante indicata dall’autore quale strumento “opportuno” per rimettere in “ordine” una situazione al limite della scomposizione totale.
Completano il cast Felice Leveratto come padre e Claudia Mancini l’ “innocente” vittima del tranello ordito dai “parenti terribili”. Scene e costumi Anna Aglietto e brani musicali del maestro Benedetto Ghiglia.
Carlo Vallauri
Teatro dell’orologio
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