a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by
LDVRoma
E’ successo così: tre ragazzi molto amici tra di loro, decidono di apparire sul web per raccontare le loro vicende comiche; segue la Tv ed infine il cinema con Pietro Valsecchi che crede nelle loro potenzialità e si impegna in una sfida, sicuro che il trio si farà apprezzare e conquisterà il pubblico.
Probabilmente, in questo momento, il bisogno di rinnovare il cinema con attori giovani, specie nel genere comico-brillante, porta al successo personaggi inediti e fuori dalle righe (Zalone docet) che riescono a divertire dissacrando luoghi comuni e con un linguaggio molto verace e colorito.
“ The Pills”: sempre meglio che lavorare è un esempio di film “fai da te” con tre protagonisti che rappresentano una gran parte dei giovani d’oggi che, delusi da un sistema di vita egoistico, amorale e senza un futuro su cui contare, vivacchiano alla meno peggio, evitando in modo assoluto ogni tipo di lavoro e, tantomeno, la ricerca di esso.
Luca, Matteo e Luigi vivono una vita irregolare, con orari sballati, seduti spesso ad un tavolo per organizzarsi le giornate, senza alcun progetto o speranza nel domani. Hanno giurato guerra eterna al lavoro il cui termine stesso, li sconvolge.
Attorno a loro, famiglie stravaganti e una gioventù sballata e nullafacente: un ambiente a dir poco squallido, ma, purtroppo, frequente in un mondo che ha finito per perdere ogni ideale.
Nemmeno l’amore o il tentativo di impegnarsi in un impiego ad alto livello di uno dei protagonisti, riuscirà a rompere il giuramento dei tre amici che si ritroveranno attorno al solito tavolo a giurarsi fedeltà assoluta, ma, probabilmente, anche a riflettere sul vuoto della loro vita.
Il film, nella sua comicità, è uno specchio realistico della vita di molti ragazzi, delusi da famiglie che si sfasciano e dalla mancanza di valori e di prospettive. Ne deriva un’ironia a volte un po’ amara, ma che coinvolge il pubblico e fa sorridere.
Bravi i tre protagonisti: Luca Vecchi (regista), Luigi di Capua e Matteo Corradini sul cui linguaggio, raffiorano, a volte, reminiscenze morettiane e verdoniane.
Un film divertente che piacerà certamente ai giovani; probabilmente, di meno, a genitori e famiglie con bamboccioni a carico o con figli delusi e rinunciatari.