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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’


INTERVISTA A RICHARD GERE A ROMA PER PRESENTARE IL FILM FRANNY

martedì 15 dicembre 2015
Argomenti: Prime Cinema

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- Incontriamo Richard Gere, l’affascinante attore interprete di Frammy, il film di Andrew Renzi che racconta la drammatica vicenda di un uomo combattuto da un fortissimo senso di colpa che non riesce a rimuovere. A nulla serviranno episodi di generosità e altruismo, fino a quando….

- Atteso da numerosi giornalisti, Gere non disdegna una battuta sul “disordine” italiano che lo diverte ogni volta che torna tra noi.

Gli chiediamo: Come mai la scelta di questo personaggio in un momento della tua vita?
- Franny è’ una persona complessa, difficile e divertente. Il film è a budget ridotto che ne semplifica moltissimo l’iter e che lo rende più indipendente e autentico.


- Come giudichi la diffusione delle armi in America, dopo l’ultimo attentato?
- Speravo che, dopo la tragedia di San Bernardino, ci fosse una sollevazione popolare contro l’uso facile delle armi; invece, non è successo nulla. La gente ha paura e vuole difendersi ad ogni costo. Bisognerebbe risalire alle cause più profonde di certo malessere, scoprire il perché delle azioni violente, diffondere più amore e, soprattutto, saggezza.


- Come è stato lavorare con un regista alla sua prima esperienza cinematografica?
- Andrew aveva già prodotto un documentario ed è bravissimo. Si è spesso rivolto a me perché avevo maggiore esperienza. Per lui, si trattava di narrare una storia personale con la stessa casa dove è vissuto fin da bambino, la stessa città e gli stessi eventi che lo hanno profondamente coinvolto.


- Che cosa hai cambiato nella sceneggiatura e quale è stata l’interpretazione che hai voluto dare al tuo personaggio?
- Credo di non aver mai lavorato senza cambio di sceneggiatura sul set, dove tutto assume un aspetto diverso. E’ come passare dallo scritto all’orale. _ Il film poteva essere girato in modo diverso. Accentuare, ad esempio, la dipendenza dai farmaci o lo stalking; invece, abbiamo voluto fare un film senza etichette, descrivere un uomo che non ha caratteristiche precise; ad esempio, non si sa nulla della sua sessualità: tutto è da immaginare. Abbiamo anche aggiunto un pizzico di ironia ed umorismo ,il black humor che è presente anche nella vita di ognuno.

- Con quale regista italiano vorresti lavorare?-
- In Italia sono presenti vari registi di talento; mi piacerebbe lavorare da voi, ma occorrono molti elementi, tuttavia non è escluso che ciò avvenga, prima di terminare la mia carriera. Ammiro molto Bertolucci.

- Il film si basa sui “sensi di colpa”. Tu ne hai mai avuti? Come li cureresti? Dopo un grande sorriso, Gere ci risponde:
- Qualcuno di voi non si è mai sentito in colpa per qualche cosa?
- Nel film, Franny cerca in tutti i modi di rimediare, ma c’è in lui qualcosa di misterioso. A me interessa nella vita scavare il mistero, cercare i motivi di certi comportamenti. Mi piacciono i personaggi con più sfaccettature, non amo le trame che spiegano tutto. Purtroppo, è più difficile fare questi film che hanno meno finanziamenti in quanto meno popolari.
In America, il budget per questi film è di 5/6 milioni di dollari che da voi sarebbero molti, per i colossal è diverso. Io preferisco i film a basso budget perché si lavora in maniera più concisa, veloce e spontanea e il risultato è ottimo.

- Attualmente, ti dedichi anche alla televisione?
- Non ho mai pianificato nulla. Ho scelto sempre per istinto, perché mi piace essere sorpreso. Amo le trame ricche di umanità e che rispecchiano il mistero e le contraddizioni della nostra natura. Preferisco, comunque, il cinema perché immagino sempre le grandi sale piene di gente che partecipa e si emoziona.


- C’è un richiamo ad Hemingway nel personaggio di Franny?
- Probabilmente si; ad esempio quando il protagonista si trova a riflettere nella vasca da bagno o nell’abbigliamento trasandato cui si abbandona negli ultimi tempi….


- Di recente, in un’intervista, hai auspicato un incontro tra il Dalai Lama e Papa Francesco, perché?
- Penso che, in questo momento, entrambi siano le persone più rispettate e amate al mondo e che potrebbero fare tantissimo per il bene dell’umanità.
Contro la follia, occorre sanità mentale, saggezza e amore. Credo che questi due esseri straordinari, con culture diverse, potrebbero collaborare tra di loro per salvare il mondo.

Termina qui la nostra intervista.

Il film uscirà nelle sale italiane il 23 Dicembre.



 



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