L’ultimo film di Rubini ci ripropone la Puglia, terra che fa parte della sua memoria e che ritorna spesso nei lavori di questo straordinario regista. La trama si concentra sulle personalità di quattro fratelli, ognuno con carattere diverso e con vite differenti che si ritrovano assieme per una questione di proprietà da dividere, dopo la morte del padre.
Ognuno ha le proprie soluzioni da proporre ed è estremamente difficile trovare un accordo. Un fatto improvviso e drammatico coinvolgerà i fratelli che si accuseranno a vicenda, spesso in modo violento. Sarà Luigi, il maggiore dei quattro, professore a Milano a sbrogliare la matassa e a restituire la pace e la concordia. Ma a quale prezzo?
Il film ci presenta la campagna pugliese con il paese dalle case bianche, le processioni, i piccoli bar, le masserie: il ritratto, insomma, di una regione che conserva il fascino della tradizione greca ed arcaica dai costumi e dalle usanze che sembrano non aver risentito del rapido passare del tempo. E ci sono i buoni e i cattivi, come Tonino (interpretato magistralmente dallo stesso Rubini), l’uomo più forte e temuto del paese che tiene in pugno ogni situazione, ma che dovrà pagare le sue prepotenze, in maniera estrema. Il tema della “roba” di evocazione verghiana è il filo conduttore del racconto, oltre a quello del rapporto tra fratelli (Dostoiesky) e a reminescenze pirandelliane. Il tutto, sotto il sole cocente del Sud e la trasparenza cristallina del mare: un paesaggio dipinto a tinte forti che affascina e coinvolge. Inoltre nel film, l’analisi dei sentimenti e dei caratteri è filtrata con estrema minuziosità, tanto da rendere partecipe lo spettatore di ogni minima emozione.
Bravi gli attori tutti: da Fabrizio Bentivoglio ad un inedito Emilio Soffrizzi, a Paolo Briguglia e a Massimo Venturiello, oltre a Claudia Gerini, e a Giovanna Di Rauso. Dal 24 febbraio nei cinema.
SILVANA CARLETTI