Tratto dalle memorie del carceriere di Nelson Mandela, il film di Bille August ci propone il tema attuale dell’integrazione razziale, un problema vecchio di secoli e che in certi periodi della storia assunse aspetti drammatici. Come nel Sudafrica, dove una minoranza di 4 milioni di bianchi impose il terribile partito Nazionalista dell’Aparthaeid.
In questo contesto, la toccante storia dell’amicizia straordinaria tra due uomini nemici, il futuro presidente Mandela, prigioniero a Robben Island e James Gregory, un tipico Afrikaner bianco, guardia carceraria inflessibile e disumana.
La lenta, progressiva presa di coscienza della giustizia e della democrazia che deve essere patrimonio di tutti gli uomini a prescindere dal colore della pelle, porterą Gregory e la sua famiglia a correggere molti errori e falsi pregiudizi e ad apprezzare e riconoscere “Il colore della libertą”.
Il film, presentato a Berlino, si avvale dell’ottima interpretazione di Joseph Fiennes (James), di Dennis Haysber t(Mandela) e di Diane Kruger(Gloria Gregory). Sullo sfondo, la crudele condizione dei prigionieri, privati di ogni forma di sopravvivenza e di contatto umano.
Un film di grosso spessore che invita alla riflessione sul razzismo e sulle sue terribili conseguenze.
SILVANA CARLETTI