Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia e della prestigiosa Ecole Française de Rome, è forse tra i palazzi romani quello che esprime meglio il senso della grandezza di una casata. Il visitatore che entra nella Sala dei Fasti Farnesiani, affrescata da Francesco Salviati e Taddeo Zuccari, rimane affascinato dalla maestosità degli spazi, dalla ricchezza cromatica, dal gigantismo delle figure.
Ciò che si celebra è la potenza di una famiglia che si riconosce nello sfarzo rinascimentale della mitologia e della storia romana. Voluto da Alessandro Farnese, divenuto papa nel 1534 col nome di Paolo III, l’edificio, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane, è stato ultimato da Michelangelo.
- Facciata sul giardino
- Cliccare per un forte ingrandimento
La decorazione del palazzo proseguì con il “gran cardinale” Alessandro e con il giovane cardinale Odoardo che chiamò Annibale Carracci ad affrescare il suo studiolo privato (il cosiddetto Camerino d’Ercole) e il soffitto della grande Galleria Carracci, ove sono narrati gli amori degli dei, culminanti nel Trionfo di Bacco e Arianna.
Il pontefice e i cardinali nipoti, sensibili al fascino dell’antico e allo stesso tempo dell’arte a loro contemporanea, avevano arricchito questa già sontuosa dimora con una quantità incredibile di statue, iscrizioni, gemme e monete, e con le tele di grandissimi artisti, da Raffaello a Sebastiano del Piombo, da Tiziano a El Greco. Le collezioni, venendo meno a una clausola testamentaria del gran cardinale Alessandro, furono portate a Napoli nel 1734 da re Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e ultimo erede dei Farnese per parte di madre.
- Galleria dei Carracci. Dettaglio
- Cliccare per un forte ingrandimento
Un’occasione davvero unica di rivivere gli splendori del più bel palazzo romano e la sua storia nell’arco di cinque secoli ce la offre la mostra “Palazzo Farnèse.
Dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di Francia”, che si tiene nel prestigioso edificio (ingresso da via Giulia, 186), di norma chiuso al pubblico, dal 17 dicembre 2010 fino al 27 aprile 2011. Le opere in mostra, circa 150 tra statue, dipinti, disegni, arazzi, monete e ceramiche, non sono tantissime, ma sicuramente significative per ricreare l’atmosfera di quello che doveva essere il Museum Farnesianum.
Come ha sottolineato il curatore della mostra Francesco Buranelli, le statue antiche, come i due Ercoli (provenienti dalle Terme di Caracalla) dovevano simboleggiare le virtù eroiche della famiglia e le due Flore la natura che ritrova se stessa grazie alla Pax che i Farnese (provenienti dal Viterbese) avevano portato a Roma, dopo aver domato i ribelli Colonna, così come gli imperatori romani avevano domato i Barbari, rappresentati dai due Daci in marmo (età traianea), che in precedenza erano appartenuti ai Colonna.
- Galleria dei Carracci.Diana e Endymion
- Cliccare per un forte ingrandimento
I Prigionieri Daci sono ritornati da Napoli per inquadrare come una volta l’ingresso del grande salone, mentre diversi busti di imperatori e di intellettuali (tra cui Omero, Socrate, Euripide e Pseudoseneca) ricreano le storiche gallerie a loro dedicate. Sono ritornate anche la statua in porfido e marmo bianco di Apollo citaredo, dai tratti effeminati (era detta un tempo Roma Triumphans), l’Atlante, il Commodo gladiatore e due bellissime statue di Afrodite.
È rimasto invece a Napoli, in quanto inamovibile, il gruppo del cosiddetto Toro Farnese, la cui sagoma collocata nel cortile dà l’idea della grandiosità di questa scultura ellenistica.
- Galleria dei Carracci.Rapimento di Europa
- Cliccare per un forte ingrandimento
La ricchissima pinacoteca viene parzialmente ricomposta nella galleria nord-est insieme alla raffinata collezione dei disegni preparatori di Annibale Carracci provenienti, tra l’altro, dal Louvre. I disegni del grande pittore bolognese sono straordinari per la potenza espressiva resa con pochi segni chiari e precisi.
- Sala dei Fasti farnesiani. Papa Paolo III A
- Cliccare per un forte ingrandimento
Gran parte del fascino della mostra è legato proprio al fatto di poter ammirare dal vero gli affreschi di Annibale, il più dotato dei tre Carracci, che, nella Galleria, nonostante lo stile aulico e idealizzante dei miti raffigurati, si fa portatore di una ricerca del vero, ricerca che viene evidenziata in alcuni particolari, come la mano accostata alla bocca di uno dei due putti scelti come logo della mostra.
Il Ritratto di papa Paolo III di Tiziano, Cristo e la Cananea e Venere di Annibale Carracci, il Ritratto di Giulio Clovio e La Guarigione del cieco di El Greco sono solo alcune delle opere in mostra prestate per l’occasione dal museo di Capodimonte di Napoli. Proviene invece da Parma un dipinto di un anonimo fiammingo con dieci ritratti di principi e principesse di casa Farnese. Grandi arazzi sono stati prestati dal Quirinale e un rarissimo mobile rinascimentale dal Museo di Ecouen. Era stato realizzato per conservare la collezione di monete e pietre incise della famiglia.
- Soffitto della Galleria Carracci
- Cliccare per un forte ingrandimento
Tra i dipinti che celebrano le feste in piazza Farnese è spettacolare quello di Gian Paolo Pannini, mentre tra le opere d’arte relative all’ultimo secolo, quindi legate al periodo francese del palazzo, vi è una scultura di Auguste Rodin.