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Rubrica: EVENTI


19 novembre 2010 -al 6 febbraio 2011

I DUE IMPERI: L’AQUILA E IL DRAGONE

Una interessantissima mostra a Palazzo Venezia a Romadi
sabato 20 novembre 2010 di Nica Fiori

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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L’aquila per Roma e il drago per la Cina sono gli emblematici animali di due imperi quasi paralleli, che non hanno mai avuto un contatto diretto, anche se gli echi reciproci della loro esistenza giungevano tramite i mercanti che da tempo immemorabile percorrevano la cosiddetta via della seta. Una sorta di confronto tra questi due mondi molto lontani tra loro, ma che hanno raggiunto il massimo splendore nello stesso periodo storico, è quanto si propone la mostra I due imperi. L’aquila e il dragone, ospitata dal 19 novembre 2010 fino al 6 febbraio 2011 a Roma a Palazzo Venezia, proveniente da Milano e prima ancora da Pechino.

In realtà l’esposizione romana è stata preceduta da una prima sezione inaugurata a ottobre nella Curia Iulia del Foro romano, che ha come tema “l’esercito” e accoglie, perciò, alcuni dei “guerrieri di terracotta” del Primo Imperatore Ying Zheng di Qin, tutti a grandezza naturale e diversi tra loro, che costituivano un vero e proprio esercito rinvenuto in più fosse scavate nei pressi del mausoleo imperiale di Lintong (Xi’an, Shaanxi). _ A Palazzo Venezia sono trattati, invece, temi inerenti alla vita quotidiana, alla religione, al potere, alla scrittura, al commercio e all’aldilà. _ Circa 400 reperti illustrano un periodo che va dal 221 a.C., anno di fondazione dell’impero cinese con la dinastia Qin (che dura solo 15 anni) fino alla caduta della successiva dinastia Han orientale nel 220 d.C., mentre si va un po’ più in là per quanto riguarda l’impero romano, che ha inizio nel 31 a.C. con Ottaviano Augusto (ma già prima si può parlare di imperium inteso come potere di Roma sul mondo occidentale), raggiunge la sua massima espansione nel II secolo con Traiano e finisce nel V secolo con Romolo Augustolo.

L’impero cinese durò in realtà fino al XX secolo, ma la mostra prende in considerazione solo i primi secoli, durante i quali si sviluppò una raffinata cultura e una capillare ed efficiente burocrazia. _ Ovviamente i due imperi avevano concezioni politiche e religiose diverse, anche riguardo alla figura dell’imperatore, che in Cina si considerava investito di prerogative divine, ma in entrambi i casi si dovevano affrontare problemi simili, come la stabilità politica, il mantenimento dei confini, sfamare masse enormi di popolazione, tenere insieme molteplici etnie dislocate in territori diversissimi tra loro.

A Roma, come documentano gli esemplari esposti, un importante veicolo di trasmissione dell’ideologia, prima repubblicana e poi imperiale, era data dalle immagini e dalle iscrizioni monetarie. _ Alla religione e ai miti classici rimandano alcune bellissime sculture, raffiguranti Venere, Adone, Diana, Ercole, Omfale, Dioniso, o il gruppo di Oreste ed Elettra, ma non mancano le divinità d’importazione orientale, come Iside e Mitra. _ Gli affreschi sono spettacolari, in particolare quello proveniente da Pompei raffigurante Atena, Pegaso e Bellerofonte, o quello da Ercolano con Alcesti e Admeto e soprattutto le pitture parietali della villa di Boscoreale. _ A testimonianza della vita quotidiana vi è il mosaico con pesci dal Museo Nazionale Romano e il bel mosaico con busto di Atleta dai Musei Capitolini.

Per quanto riguarda le opere della Cina, la mostra presenta una selezione dei tesori più preziosi dei musei cinesi, alcuni dei quali giungono in Occidente per la prima volta. _ Gli oggetti esposti, di grande raffinatezza e forte impatto visivo, sono tenuti nella penombra, per proteggerli dalla luce e allo stesso tempo creare un effetto che maggiormente si addice a figure realizzate per ornare tombe ipogee. _ Gli oggetti sono stati ritrovati tutti, infatti, in tombe nobiliari e nelle attigue fosse di accompagnamento.
Le tombe erano concepite come dimore ultraterrene e per questo venivano fornite di una quantità impressionante di statue e statuine di servitori, animali, concubine, guerrieri, oltre a vasi, bronzi, lacche e oggetti cultuali come l’Albero delle monete.
Per la prima volta in Italia vengono presentati un preziosissimo sarcofago di legno, lacca e giada (280 cm di lunghezza), appartenuto a un sovrano dell’antico regno di Chu (II-I a.C.) e la veste funeraria in giada del re Jian di Zhongshan (I secolo d.C.), costituita da migliaia di piastre della preziosa pietra cucite insieme con filo d’oro.
A quel tempo si riteneva che la giada preservasse il corpo dalla decomposizione, ma era comunque praticato un foro sul capo per permettere all’anima di uscire e congiungersi con il cielo, e quindi raggiungere l’immortalità.
Sempre sul tema dell’immortalità è presente un rarissimo drappo funerario di seta, mai esposto prima in una mostra, che descrive il viaggio dell’anima del defunto, con motivi iconografici straordinariamente belli.

P.S.

Orario: dalle 10 alle 19; chiuso il lunedì


 

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