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PIPPI CALZELUNGHE AL TEATRO OLIMPICO

Dal 22 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
sabato 24 dicembre 2022 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Teatro


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Lo spettacolo, nato dall’idea di Gigi Proietti e di sua moglie Sagitta Alter, partiva dall’intuizione di voler portare in un’edizione “dal vivo” in teatro uno dei personaggi più iconici ed amati. Un’eroina che va contro lo stabilito, che valorizza l’amicizia e la generosità, una bambina indipendente, pazzerella, sognatrice e ribelle con cui tutti possono identificarsi, anche gli adulti.

A due anni dalla morte di Gigi Proietti, le figlie e la moglie hanno portato a termine il progetto che ha debuttato ieri al Teatro Olimpico in un tripudio di salti, evoluzioni e cambi di scena che non fanno rimpiangere la trasposizione televisiva. Nata dalla penna di Astrid Lindgren, se ne erano celebrati gli ottanta anni dall’uscita della fiaba a gennaio 2020. Come era nata Pippi Calzelunghe (in svedese: Långstrump)? l’autrice raccontò in diverse occasioni che nel 1941 una polmonite aveva costretto a letto la figlia Karin e tra le storie che inventò per tenerle compagnia c’era quella della bambina dal nome buffo, inventato da Karin, che non voleva ascoltare altro.

Sarà durante una convalescenza di Astrid dopo una caduta a permetterle di trascrivere le avventure della nostra Pippi, accompagnate da qualche disegno che divennero un dono per il compimento dei dieci anni della bambina. La fiaba uscirà in volume nel 1945, con le illustrazioni di Ingrid Vang Nyman, per la casa editrice Rabén & Sjögren, attirando forti critiche e suscitando vivaci polemiche perché molti adulti erano disturbati da quella “disgustosa monellaccia” come anni dopo dichiarò l’autrice.

Diverso fu l’atteggiamento dei piccoli lettori, bambini e soprattutto bambine che da subito videro in Pippi finalmente un’eroina al femminile, la bambina dalle rosse treccine permetteva loro di sognare avventure ed uscire dai cliché, entrando nei loro cuori e decretandone il successo. In Italia Pippi arrivò nel 1958 pubblicata dall’editore Vallecchi e anche da noi suscitò molte proteste e polemiche da parte di sacerdoti, maestre, genitori che lo trovarono sconcertante e diseducativo. Nel 1970 la trasposizione televisiva con l’indimenticabile faccino lentigginoso di Inger Nilsson hanno allietato diverse generazioni di ragazzine e ragazzini italiani di varie generazioni. Le avventure di Pippi sono un bestseller internazionale, tradotto in 75 lingue compreso lo zulu ed oggi si è trasformato in uno spettacolo dai tratti unici, grazie alla versione di Sagitta Alter e Carlotta Proietti e alla regia di Fabrizio Angelini. Le musiche originali sono di Georg Riedel e Anders Berglund, la direzione musicale di Giovanni Monti.

Il cast di attori, cantanti, ballerini-acrobati con la bravissima Margherita Rebeggiani che interpreta una fantastica Pippi, racconteranno la storia di quest’icona senza tempo, ma anche della bambina con cui ognuno di noi rivive la propria infanzia, le sue treccine rosse che sembrano vivere di vita propria, i suoi coloratissimi look e i suoi fedeli compagni di viaggio: il cavallo a pois chiamato Zietto e la scimmietta Nilsson.

Pippi con il suo anticonformismo, la sua indipendenza, la sua ribellione alle regole imposte ci regala una lezione che suona più o meno così: l’indipendenza, la capacità di dare al denaro un’importanza relativa, il potere di sognare ad occhi aperti, la forza di credere in sé stessi e il valore dell’amicizia sono ciò che rendono bella la vita, molto di più dei vestiti eleganti o del galateo da salotto.

Uno spettacolo vivace, esuberante pieno di acrobazie, colpi di scena e musica il tutto accompagnato da un elegante allestimento e costumi accuratissimi e raffinati firmati da Susanna Proietti. Questo spettacolo lascia nel cuore un’allegria delicata, tenerezza e amore per il bambino che siamo stati. Pippi è lo spirito fanciullesco che prende vita, i bambini che ieri sera hanno affollato il Teatro Olimpico, nel vivo della spensieratezza infantile, l’hanno seguita ipnotizzati come davanti al Pifferaio magico, ma come ebbe a dire la stessa Lindgren: «Non ci sono messaggi nei miei libri – non in “Pippi”, né in nessun altro. Io scrivo per divertire il bambino che c’è in me e posso solo sperare che, nel fare questo, io riesca a divertire anche qualche altro bambino». Patrizia Cantatore

 

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