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MOSTRA SU ARTEMISIA GENTILESCHI

A NAPOLI
domenica 4 dicembre 2022 di Achille della Ragione

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Fino alla fine di marzo si potrà ammirare la grande mostra su Artemisia Gentileschi organizzata a Napoli dalle Gallerie d’Italia nella splendida sede di via Toledo. Il soggiorno napoletano di Artemisia Gentileschi, attestato tra il 1630 e il 1654 e interrotto solo da una parentesi londinese tra la primavera del 1638 e quella del 1640, costituisce il capitolo conclusivo e più esteso nel tempo dell’intensa esistenza della pittrice.

Ciò nonostante, e a fronte del clamore mediatico suscitato da Artemisia, anche come eroina proto-femminista, tale stagione raramente ha ricevuto una attenzione specifica da parte della critica e delle iniziative espositive dedicate all’artista; e mai a Napoli si era tenuta una mostra su questa fase della sua carriera.

Il percorso espositivo presenta sia opere realizzate da Artemisia, sia opere realizzate da artisti di primo livello a lei strettamente collegati, per lo più attivi a Napoli negli stessi anni della pittrice, come Massimo Stanzione, Paolo Finoglio, Francesco Guarino, Andrea Vaccaro o la riscoperta “Annella” Di Rosa, la maggiore artista napoletana della prima metà del Seicento, anche lei vittima – secondo una tradizione antica però inattendibile – della violenza di genere.

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Autoritratto come Santa Caterina

La selezione delle ventuno opere di Artemisia in mostra offre un quadro essenziale della parabola napoletana della “pittora”, con i suoi vertici e i suoi aspetti ancora problematici: per la prima volta sono esposte al pubblico italiano capolavori come la giovanile Santa Caterina d’Alessandria, di recente acquisita dalla National Gallery di Londra, che costituisce l’antefatto della mostra; inoltre, la medesima Santa del Nationalmuseum di Stoccolma o la Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne del Nasjonalmuseet di Oslo.

Non mancano poi le grandi e rare commissioni pubbliche della pittrice, dall’Annunciazione di Capodimonte a due delle tre monumentali tele realizzate tra il 1635 e il 1637 circa per il coro della cattedrale di Pozzuoli, il San Gennaro nell’anfiteatro e i Santi Procolo e Nicea, quest’ultima restaurata per l’occasione. La realizzazione della mostra è stata preceduta da una intensa attività di indagine scientifica e di ricerca archivistica che ha restituito nuovo e importante materiale per la biografia di Artemisia, che fa del catalogo uno strumento fondamentale anche per il prosieguo degli studi, grazie a un accurato regesto documentario.

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Giuditta con la testa di Oloferne

Si sono finalmente chiarite le circostanze dell’arrivo di Artemisia Gentileschi a Napoli, nel 1630, direttamente da Venezia, così come si sono aggiunte ulteriori tracce per i suoi anni estremi, afflitti da difficoltà economiche – confermando l’intuizione letteraria di Anna Banti –, sia la sua vicenda privata (il concubinato della figlia Prudenzia Palmira e il matrimonio riparatore seguito alla nascita del nipote Biagio, nel 1649), sia alcuni degli aspetti salienti della sua attività, a cominciare dal ruolo della committenza vicereale e borghese, per finire con le relazioni tra Artemisia e le accademie letterarie, che già in vita contribuirono ad amplificarne la fama.

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Susanna e i vecchi

Per chi volesse approfondire il periodo napoletano della pittrice consiglio di consultare un mio articolo sull’argomento digitando il link (articolo del 21 marzo 2012)

Achille della Ragione

 

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