Un’opera collettiva tra gli allievi dell’Accademia Stap Brancaccio, da un idea di Giampiero Rappa, drammaturgo e regista, sul tema della violenza, quella più strisciante degli abusi.
Matrioska, è un dramma corale, dove storie apparentemente distanti sono invece intersecate le une alle altre. È la storia delle "vittime" e dei "carnefici" ed entrambi si alternano nel dipanarsi della storia, come un monito a conoscersi, a scendere in profondità e a non mettere la testa sotto la sabbia o la meccanicità può risucchiare in un’esistenza che è destinata a ripetersi. Essere considerati oggetti, essere amati nel modo sbagliato, essere il bersaglio dell’abuso del potere di qualcuno è una catena pesante che si propaga lentamente e inesorabilmente sino allo stigma fatale. Un modo di fare teatro che ti entra nel sangue, vero, contemporaneo, che svela l’obbrobrio dei luoghi comuni e chiarisce che la responsabilità è di tutti, tutti quelli che si voltano altrove credendo che non li riguardi. Gli attori sono giovanissimi, commuovo per il candore e la capacità empatica.
Il regista, Giampiero Rappa ha spiegato come la scrittura del testo, iniziata per una esercitazione di fine corso, sia stata più volte ripresa e approfondita con gli allievi, anche durante il lock down, fino a rendere la coloritura dei personaggi con aspetti archetipici, per una maggiore partecipazione emotiva del pubblico.
Lo spettacolo è andato in scena per due giorni nel dicembre del 2021 all’interno della Rassegna dei Classici del Nuovo futuro dell’Accademia Stap Brancaccio. Il riscontro è stato molto positivo, tanto che Alessandro Longobardi, tramite la sua produzione OTI, ha deciso di produrre lo spettacolo allo Spazio Diamante per tutti i weekend di ottobre.
Giampiero Rappa riesce a far tenere un ritmo serrato, nonostante i molti quadri che si aprono e chiudono come le sequenze di un film. Il clima è teso, stringe il cuore, raggela le viscere come un thriller.
Non perdetelo.
Patrizia Cantatore
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