Dal tempo di Goldoni, però, il significato è molto cambiato o, per lo meno, interpretato in maniera diversa.
Innanzi tutto, la durata della “villeggiatura” si riduce, in genere, a poche settimane di vacanza, se non a pochi giorni.
Chi lavora tutto l’anno preferisce alternare le tanto sospirate ferie in vari periodi dell’anno, specie chi ama gli sport invernali o viaggiare all’estero.
Il cosiddetto “riposo” è comunque previsto per legge e giustamente considerato irrinunciabile e da dover trascorrere al meglio.
Spesso, però, le nostre aspettative vengono deluse da ritardi o disagi nelle partenze, da amare sorprese all’arrivo in una località mai vista prima, se non, addirittura da truffe che ci rovinano le uniche possibilità di relax e di svago.
Ci sono poi motivi psicologici e pratici da non sottovalutare: è noto, infatti, che certamente pochi giorni di villeggiatura tendono ad aumentare i sintomi di stress e le tensioni tra famiglie e gruppi di amici.
Che fare, allora?
Il nostro consiglio è di non scegliere periodi troppo brevi (considerati viaggio e spostamenti) e, soprattutto, preferire località già sperimentate e compagnie gradevoli con cui dover dividere un periodo di comunità abitativa.
L’importante è “staccare la spina” dalla routine quotidiana e ritemprare la mente e il fisico, prima di ricominciare il lavoro di sempre.
Purtroppo, molte volte, non è possibile scegliere ciò che si vuole per impegni familiari o personali, ma tocca a noi cercare una soluzione possibile, evitando “smanie” e contrasti che potrebbero farci rimpiangere il tran tran quotidiano e desiderare, addirittura, il ritorno a casa....