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Rubrica: EVENTI


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Mostra Traiano ai Mercati di Traiano

TRAIANO ai Mercati di Traiano

Una grande mostra celebra l’imperatore, passato alla storia come {Optimus princeps}, 1900 anni dopo la sua morte, che coincise con il periodo di massima espansione dell’impero romano
venerdì 1 dicembre 2017 di Nica Fiori

Argomenti: Celebrazioni/Anniversari
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Nato a Italica (nell’attuale Spagna) nel 53, Traiano fu il primo imperatore romano scelto per i suoi meriti e non per vincoli di sangue. Venne associato al trono nel 97 dall’anziano Nerva con un calcolato disegno politico, e nel 98, alla morte di Nerva, divenne il primo imperatore originario di una terra di provincia, frutto maturo di un processo che aveva portato le aristocrazie locali nel Senato di Roma, e quindi al potere, indirizzando così l’impero verso una dimensione universale. Nella storia romana sono ben poche le personalità che hanno lasciato di sé un ricordo positivo come lui. Tutte le doti che si richiedevano all’uomo di stato, dall’esercizio autorevole della sovranità alla moderazione dell’agire, dalla gloria militare alla saggezza legislativa, dal mecenatismo al rispetto dei valori civili, erano concentrate in Traiano, tanto da essere idealizzato nei secoli come l’optimus princeps per eccellenza, apprezzato dal senato, dall’esercito e dal popolo. Anche la morte fu benevola con lui perché lo colse nel 117 a Selinunte subito dopo aver realizzato il sogno di intere generazioni di romani: la sconfitta dei Parti e l’espansione in Oriente sulle orme di Alessandro Magno.

A 1900 anni dalla sua morte, l’imperatore viene celebrato ai Mercati di Traiano con la mostra “Traiano. Costruire l’impero, creare l’Europa”, che nel titolo vuole mettere in luce la capacità di riunire diverse popolazioni sotto un unico stato, governato con leggi che ancora oggi sono alla base del diritto moderno, e soprattutto “nel segno dell’inclusione”, più che della sottomissione, come ha evidenziato nel corso della presentazione il Sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, ideatore della mostra. Curata da Marina Milella, Simone Pastor e dalla direttrice del Complesso Traianeo Lucrezia Ungaro, l’esposizione presenta importanti reperti archeologici, provenienti da musei italiani e stranieri, numerosi calchi e modelli del Museo della Civiltà Romana (attualmente chiuso) e un consistente apparato multimediale di supporto alla visita, che rende l’archeologia più accessibile al grande pubblico, e ai giovani in particolare.

La sensazione è che abbiamo a che fare con un imperatore “eccezionale”, grande comunicatore e soprattutto grande costruttore, non solo nel senso di “costruire l’impero”, ma anche di costruttore edilizio. Il complesso del Foro di Traiano e degli adiacenti Mercati Traianei è sicuramente tra i più suggestivi dell’età imperiale e, pur trattandosi di un’architettura celebrativa, si distingue nettamente da quella degli altri fori per l’originalità delle concezioni artistiche del suo architetto Apollodoro di Damasco. Già artefice del grande ponte sul Danubio che aveva dato il via alla campagna di Traiano contro i Daci, questo architetto siriano rivoluzionò l’assetto urbanistico dell’area tra il Campidoglio e il Quirinale, eliminando la sella che univa i due colli e un tratto delle mura serviane che sorgevano su di essa. L’altezza complessiva della collinetta rasa al suolo era di 40 metri, la stessa della Colonna Traiana, come dice l’iscrizione sulla sua base.

La celebre colonna coclide, che si eleva solenne nella sua marmorea bellezza, è uno dei monumenti più straordinari dell’arte romana, simbolo perenne di grandezza militare, di abilità politica, di cultura. È nello stesso tempo una sorta di libro illustrato che ci fa conoscere immagine dopo immagine le vicende di una storia imperitura. La mostra parte emblematicamente dalla ricostruzione della base della colonna, che accolse le ceneri di Traiano, realizzata in mostra in chiave pop con un colore giallo. Al suo interno è rievocata la morte di Traiano con l’esposizione di due preziose urne funerarie in vetro (ricordiamo che nella cella funeraria vi fu sepolta anche la moglie Plotina) e con un filmato emozionante che fa parlare l’imperatore in prima persona. In pochi minuti il “fantasma” dell’imperatore, interpretato da un efficace attore, ci racconta tutta la sua vita, di come fosse stato per Roma “l’uomo giusto al momento giusto”, ma anche la dura realtà della guerra, di quell’ultima conquista che lo vide vincitore sui Parti, ma senza la possibilità di poter rientrare a Roma.

Ed è proprio con la ricostruzione del suo trionfo postumo sui Parti, che la mostra prosegue esponendo un grande plastico colorato (del quale sono esposti solo alcuni metri lineari per motivi di spazio) del Museo della Civiltà Romana. Nella Grande Aula sono esposti alcuni calchi storici della Colonna (1861, dal Museo della Civiltà Romana), con scene relative alle due campagne contro i Daci, che si conclusero con la morte del re Decebalo e con l’annessione della Dacia (attuale Romania) all’impero nel 106. Fu proprio grazie ai proventi di questa guerra (la Dacia era ricca di miniere d’oro) che venne costruito il Foro di Traiano. Quanto ai Daci, vennero raffigurati in numerose statue colossali in marmi bianchi e colorati che ornavano il Foro di Traiano, e che in parte sono state riutilizzate nell’Arco di Costantino. La Dacia divenne una delle province romane più fedeli, tant’è che i Romeni si sentono discendenti dei Romani di allora, forse più che dei Daci. Ed è proprio di un’artista romena contemporanea, Luminita Taranu, l’installazione “Columna mutatio - La Spirale”, che racconta nella via Biberatica la mutazione di significato della Colonna Traiana nel volgersi della storia.

La grande mostra, suddivisa in sette sezioni, presenta interessanti novità. Provenienti dal Foro di Traiano, escono per la prima volta dai depositi del Museo una mano colossale e il profilo di una sconosciuta testa ritratto dell’imperatore, anch’essa di grandi dimensioni, scoperto attraverso due frammenti inediti. Un ritratto, anch’esso colossale, di una donna viene attribuito alla madre, Marcia, probabilmente celebrata dal figlio nel suo Foro. Questa testa introduce alla sezione al primo piano dedicata alle “donne di Traiano”, che illustra la loro importanza in attività sociali e anche come imprenditrici.

Altri materiali finora mai visti sono gli splendidi stucchi con tracce di doratura e alcuni frammenti di affresco provenienti dalla villa dell’imperatore ad Arcinazzo Romano. Da poco restaurati e ricomposti, offrono l’occasione di “entrare” nei suoi spazi privati. È invece attraverso un video che si accede negli sconosciuti e inaccessibili ambienti sotterranei della casa dell’imperatore sull’Aventino (Privata Traiani), mentre un altro video ci conduce nel condotto dell’acquedotto Traianeo, che portava l’acqua del lago di Bracciano a Trastevere.

In occasione della mostra, tornano “a casa” due lastre del fregio con Amorini e grifoni, che le vicende collezionistiche avevano tenuto separate: si tratta di una splendida decorazione architettonica con amorini dai Musei Vaticani e un grande frammento dello stesso fregio, proveniente da Berlino. Numerosi modelli e plastici permettono di vedere monumenti dell’epoca, come l’Arco di Ancona, l’Arco di Benevento, il ponte sul Danubio, il ponte di Alcantara, il tempio di Traiano a Pergamo, le Terme di Traiano a Colle Oppio, e il grandioso complesso del porto di Traiano a Portus (nell’odierna Fiumicino) dall’inconfondibile bacino esagonale, mentre l’altro celebre porto, quello di Centumcellae (Civitavecchia), è illustrato in un bel filmato.

L’ultima sezione è quella dedicata alla fortuna postuma di Traiano. Il suo principato coincise con la massima espansione dell’Impero, eppure la tradizione medievale ha visto in lui soprattutto l’uomo giusto e capace di rendere giustizia. Dante, pur così esigente nei riguardi delle personalità pagane, non esita a collocarlo in Paradiso, facendo sua la leggenda per la quale, grazie alle preghiere di papa Gregorio Magno, per uno speciale volere della Provvidenza divina, venne richiamato in vita in modo da poter abbracciare la fede cristiana.

Indubbiamente si tratta di una mostra di concezione moderna, grazie alle nuove tecnologie immersive che ricreano situazioni e sensazioni di un periodo storico lontano, eppure così vicino nella sua concezione di globalizzazione universale, senza trascurare però l’esposizione di opere d’arte di grande bellezza. Unica pecca, secondo me, è l’uso di cartelloni esplicativi a volte poco leggibili (in particolare nelle scritte rosse e verdi su fondo nero che vorrebbero evidenziare certe frasi, mentre al contrario le rendono poco nitide) e la scarsa illuminazione delle didascalie, per leggere le quali bisogna spesso chinarsi e fare qualche sforzo. Una luce colorata di suggestivo effetto enfatizza la visione di alcune opere, in particolare il ritratto di Traiano relativo al suo decennale, che è stato scelto come immagine guida della mostra, sia pure diviso in tre riquadri di differente aspetto.

P.S.

“Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”

Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
Via Quattro Novembre 94 - Roma
Dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018
Orario: tutti i giorni 9.30 - 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
Biglietto integrato Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non residenti a Roma: € 15,00 intero; € 13,00 ridotto.
Biglietto integrato per i residenti a Roma: € 13,00 intero; € 11,00 ridotto.
Catalogo De Luca Editori d’Arte
www.mercatiditraiano.it www.museiincomune.it


 

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