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Teatro a Roma - AL QUIRINO LA PASSIONALE ROSA TATUATA


sabato 13 giugno 2009 di Carlo Vallauri

Argomenti: Teatro


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Il mito di Anna Magnani “americana” appartiene alla evocazione di una stagione irripetibile e pertanto è valida la scelta del regista Francesco Tavassi di aver dato alla ripresa de "La rosa tatuata" di Tennesee Williams i caratteri di Sud italiano immutato nel Sud degli Stati Uniti, richiamando semplicemente gli elementi passionali di donne forti quanto disperate ma sempre mantenendo il tono di commedia caustica senza cercare di imitare altri modelli.

Mariangela D’Abbraccio si è calata nel ruolo della protagonista con tutta la sua femminilità scoperta e travolgente, con la quale riesce a superare le sfortunate vicende di una vita al limite della sopportabilità, ma sempre coerente con il suo desiderio di vita, pronta ad affrontare qualsiasi evento e trasformazione. Quando si scontra con la figlia (Deiana Concione) entrambe sembrano soccombenti di fronte al fato, salvo a riprendersi all’ultimo momento quando si tratta di accettare il destino per quello che offre, nella vitalità scomposta di uomini apparentemente buffi o inaffidabili.

D’altronde in quelle condizioni – ben messe in rilievo dalla regia e dalla scenografia – le occasioni segnano i passaggi dell’esistenza e se ciascuno non si aiuta con un po’ di ironia si rischia di precipitare nell’abisso di verità amare che svelano apparenti certezze (come nel caso della protagonista nei confronti del ricordo dell’uomo amato e prematuramente scomparso). In questo alternarsi di speranze e di sentimenti emergono le qualità dell’autore, al quale l’intera compagnia ha reso omaggio, nella traduzione ed adattamento di Masolino D’Amico.

Carlo Vallauri

 

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