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DALLA POESIA ALLA PROSA


lunedì 1 settembre 2008 di Carlo Vallauri

Argomenti: Teatro


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Estate romana 2008 a Villa Borghese

L’erotismo degli scrittori rivisitati da V. Paniccia

La novità maggiore di quest’estate teatrale italiana? Certamente il rilancio del Festival di Spoleto. L’invenzione artistica del maestro Menotti, ha trovato, dopo la scomparsa del noto compositore, un nuovo organizzatore nel regista G. Ferrara. Noi qui limitiamo la nostra rassegna agli eventi romani. La prima osservazione è che tendono a farsi notare manifestazioni di minore impatto pubblicitario, indipendentemente dalla quantità di pubblico che vi accorre.

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laghetto di Villa Borghese
Roma

Accade come per la poesia, che ha segnato una simpatica serie di incontri domenicali a Villa Borghese, all’ombra (si fa per dire) della Casina Valadier. Attore, regista e autore del cosiddetto teatro sotterraneo di Roma negli anni ’60 e ’70, Simona Carella se ne è assunta la responsabilità, chiamando a leggere i propri versi poeti affermati come Valentino Zeichen e Valeria Magrelli, o, per ora, meno noti come la sensibile Silvia Avallone e l’incisivo Andrea Di Consoli. Sono state mattinate che hanno rallegrato e soddisfatto i non numerosi ma attentissimi ascoltatori. Una replica autunnale è più che auspicabile.

Quanto alla prosa da segnalare e, a livello laziale, i festival avviati a Ventotene e a Ponza: nelle due isole richiami a briganti e partigiani, anche se forse andavano più caratterizzate le manifestazioni evocando eventi e opere riferiti espressamente alle stesse isole, opere già apprezzate ma non conosciute da un più ampio pubblico, come abbiamo fatto presente direttamente alla operosa attrice Marianella Bargilli, animatrice degli spettacoli ponzesi.

I Solisti sono tornati nel gradevole giardino alla Filarmonica. Tra le varie serate, in particolare ricordiamo la serata promossa da Valeria Paniccia per raccontare – attraverso la presenza scenica di Mariano Rigillo, Anna Maria Rossini e Debora Caprioglio - le descrizioni erotiche di alcuni tra i maggiori scrittori italiani, dall’Aretino a Moravia e ai più sfrontati dei tempi nostri. I testi, tratti da un libro della stessa Valeria, edito anni fa da Mondatori, hanno suscitato compiacimenti e brividi d’occasione (particolarmente apprezzata dai meno giovani la finezza di D’Annunzio). Gli spettatori hanno gradito la messa in scena che si avvaleva della qualità degli interpreti, con uno specifico risalto delle letture di Rigillo. E’ una performance che merita una ripresa invernale, in un teatro classico.

Lo stesso Rigillo alle Cave di Malborghetto ha colto un successo personale in una indovinata versione teatrale del Don Chisciotte, con musiche di Piovani.

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Globe di Villa Borghese

Al Globe di Villa Borghese Fabio Grossi ha adattato e diretto la messa in scena di “La commedia degli errori” di Shakespeare in una brillante e vivace edizione che si è avvalsa dei vivaci costumi di Santuzza Calì e dell’interpretazione (nella parte dei gemelli di tradizione plautina) di F. Amicucci e di F. Pasquini, accompagnati da una schiera di altri valenti professionisti. Uno spettacolo da apprezzare per il suo andamento e la mano sicura della regia. All’Anfiteatro La quercia del Tasso al Granicolo non è mancato quest’anno Sergio Ammirata nella presentazione di “Lisistrata” di Aristofane. Infine ad Acquapendente “Terramara” “Storie di briganti e brigantesse”, regia di G. Abbate.

Ricordo di Attilio Corsini

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Infaticabile regista ed organizzatore teatrale, Attilio Corsini aveva appena iniziato a recitare i gustosi sonetti della “Scoperta dell’America” di Pascarella nel giardino davanti al Teatro

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Cesare Pascarella

Vittoria – al quale per anni ha dedicato le sue apprezzate qualità – quando l’ha colto l’attimo d’un destino fatale. Il suo incancellabile ricordo rimane per tutto l’ambiente teatrale non solo romano che ha sempre apprezzato le sue versatili doti, le sue impeccabili regie – spesso di testi meno noti –, la sua fantasia, il suo senso di umorismo, la sua volontà tenace, la sua umanità semplice e fine. Lo ricordo con affetto e tanta stima.

Carlo Vallauri

 

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