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Al Politecnico di Roma UNA FIGLIA TROVA IL PADRE NELLA "SIBILLA" DI M. BOGGIO


giovedì 17 gennaio 2008 di Carlo Vallauri

Argomenti: Teatro


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Quando un personaggio famoso (un romanziere, docente universitario, nel caso della commedia di Maricla Boggio Sibilla) inseguito da allievi ed altri vari interlocutori, si sofferma sull’imprevisto arrivo di una ragazza dall’ “isola”, lo spettatore sente già, alla pronuncia di quel misterioso accenno, che in quell’ “isola” qualcosa di grosso deve essere accaduto al professore. E non sorprende allora che venga presto fuori come si tratti della figlia che egli – ignaro – ha avuto durante una bella avventura tra onde sulle spiaggia e persino sabbia, quella sabbia che la ragazza gli rovescia impietosamente nel suo studio.

In questa breve traccia si snoda una storia d’altri tempi che il protagonista affronta con leggerezza e disinvoltura quasi come se l’intreccio riguardasse altri: quindi, con pacato distacco, prende atto della felice (per lui) e drammatica (per le conseguenze che la madre della ragazza ha subíto) avventura. Non un rimorso, non un sentimento doloroso, ma la constatazione di un dato reale che scorre lievemente, ed il professore potrà poi riprendere la sua vita normale, come se nulla fosse accaduto. Se voleva essere la denuncia di un comportamento irresponsabile al quale i potenti di turno, i fortunati al colmo di una vita piena di successi, possono affidarsi, il risultato è conseguito.

Mario Prosperi ha saputo cogliere il freddo disinteresse di un egoista, concentrato com’è su se stesso, mentre Viola Zorzi ha offerto la sua giovanile schiettezza al ruolo della figlia che, vissuta al di fuori di ogni regola, “scopre” il padre, secondo le ritualità del teatro di costume. Completa i ruoli Paola Sebastiani come sorella compromissoria del professore (Politecnico).

Carlo Vallauri

 

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